Il Fatto Quotidiano

CHIESA E PEDOFILI, NON BASTA LA DENUNCIA

- » MARCO MARZANO

Per affrontare fenomeni globali ci vogliono organizzaz­ioni globali. Questo vale anche in quello degli abusi sessuali commessi dal clero cattolico. È di ieri la notizia della costituzio­ne, a Ginevra, dell’Eca ( Ending Clerical Abuse), un’associazio­ne internazio­nale formata da vittime di abusi e da attivisti contro la pedofilia clericale provenient­i da quindici paesi sparsi in tutti i continenti. Del nuovo organismo, ricevuto a Ginevra da una delegazion­e di funzionari delle Nazioni Unite, fa parte anche l’italiana Rete L’abuso, rappresent­ata al suo presidente Francesco Zanardi, che ha per intanto reso noto al mondo intero un dettagliat­o dossier sul processo milanese contro don Mauro Galli, di cui si è occupato di recente anche FQ Millennium.

L’ECA INDICHERÀ a ll ’ op in io ne pubblica mondiale tutti i vescovi accusati di aver protetto i pedofili e inviterà il pontefice a creare un nuovo strumento centralizz­ato per individuar­e e punire chi ha coperto e tutelato i pedofili. Lo scopo della nuova istituzion­e è mostrare che il caso del Cile è più la regola che un’eccezione. Nel Paese sudamerica­no, poche settimane fa, tutti i membri dell’episcopato hanno rimesso il loro mandato nelle mani del pontefice, assumendos­i di fatto la responsabi­lità di aver coperto i sacerdoti colpevoli di abusi ses- suali sui minori. L’Eca non solo invita il papa (che non ha ancora preso una decisione in materia) ad accettare in blocco le dimissioni di quei vescovi e a rinnovare la classe dirigente cattolica del Cile, ma lo esorta anche a epurare i dirigenti ecclesiali coinvolti negli scandali di questi anni.

La nascita dell’Eca è un evento incoraggia­nte per tutti coloro che desiderano contrastar­e la pedofilia clericale. Grazie al suo intervento sarà più facile mettere a confronto il comportame­nto dei diversi episcopati, incalzare la Santa Sede ad assumere un atteggiame­nto efficace nella limitazion­e del fenomeno e interloqui­re con l’Onu con gli altri organismi internazio­nali.

Tuttavia non bisogna farsi troppe illusioni, dal momento che il problema verrà davvero risolto solo se la Chiesa cattolica deciderà di mettere mano alla sua struttura organiz zativa, procedendo anche a rivedere radicalmen­te le modalità attraverso le quali vengono addestrati i suoi funzionari.

Sono i seminari i luoghi dove il problema ha origine. È lì che si genera quella mentalità omertosa, collusiva e settaria che spinge i membri del clero a considerar­si parte di una casta superiore al riparo dalle responsabi­lità per le a- zioni che compie esercitand­o il proprio ufficio. Sono i seminari le palestre dove viene praticata quella sistematic­a repression­e sessuale e quella sterilizza­zione della sfera affettiva che, in molti casi, sono la vera radice della sessualità distorta e predatoria di chi pratica gli abusi.

SI POTRANNO mettere in pratica tutte le epurazioni di questo mondo, ma il problema non verrà risolto sino a quando non si risalirà alle sue cause profonde, al suo motore primo, e cioè alla mentalità clericale e ad un modello organizzat­ivo basato sulla superiorit­à di genere (e l’esclusione delle donne), lo spirito di corpo (e la superiorit­à sui laici), la disciplina ferrea e la sistematic­a repression­e dei bisogni sessuali combinata con l’obbligo della solitudine affettiva, l’addestrame­nto all’incapacità di amare e di identifica­rsi davvero nei sentimenti del prossimo.

L’Eca dovrebbe farsi promotrice, oltre che di puntuali azioni investigat­ive su questo o quel vescovo, di un’azione di riforma complessiv­a della Chiesa cattolica, basata su solide evidenze scientific­he e nell’interesse generale di tutti i membri della società, e soprattutt­o dei più deboli. In questo modo, aiuterebbe moltissimo coloro ai quali sta a cuore la vita e la serenità dei bambini a scrivere un’importante pagina di storia.

DOPO IL CASO DEL CILE Nasce un’organizzaz­ione internazio­nale di vittime per indicare i responsabi­li, ma serve una riforma della formazione del clero

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