Salvini piazza 2 imputati e il condannato Siri Tlc e Servizi ai 5Stelle
Siri e Garavaglia: il Carroccio piazza tre esponenti con problemi giudiziari
Il
4 febbraio 2018 Luigi Di Maio pubblicava sul blog delle Stelle un elenco di candidati “impresentabili” alle elezioni politiche del mese successivo (“Devono sparire dalle liste. Ora!”). Quel giorno il governo gialloblu non era ancora nelle fantasie dei suoi promotori.
Ironia della sorte, tra i 23 impresentabili della lista Di Maio c’era anche un futuro esponente del primo esecutivo a maggioranza 5Stelle: il leghista Edoardo Rixi, a processo per peculato, ha trovato una poltrona al ministero dei Trasporti guidato dal grillino Danilo Toninelli (domani sapremo se da viceministro o sottosegretario). Non è l’unico, nel Salvimaio: ai Trasporti ci sarà anche Armando Siri, che ha patteggiato una pena per bancarotta fraudolenta; all’Economia approda invece l’ex maroniano M as si mo Ga ra va gl ia , imputato per turbativa d’asta.
FORMALMENTE, i tre rispettano i criteri del “contratto per il governo” siglato da Lega e M5S. Il “codice etico” esclude dall’esecutivo solo chi ha subito condanne per i reati della legge Severino (contro la pubblica amministrazione), per riciclaggio, autoriciclaggio e falso in bilancio. Oppure gli imputati per reati gravi (mafia, corruzione, concussione).
Nessuno dei tre rientra in queste stringenti categorie. Rixi è l’uomo forte di Salvini in Liguria, regista del centrodestra che ha espugnato la Regione (con Giovanni Toti) e Genova (con Marco Bucci). Nella lista Di Maio era descritto laconicamente: “Assessore regionale in Liguria e imputato per le spese pazze in regione Liguria: si sarebbe fatto rimborsare spese private con soldi pubblici”. È accusato di peculato: avrebbe speso per scopi personali 19mila euro dei fondi regionali destinati all’attività politica. Il dibattimento è in corso e il 28 maggio è stato ascoltato come testimone anche Giancarlo Giorgetti (numero 2 del Carroccio e sottosegretario a Palazzo Chigi), il quale ha affermato che gli incontri con Rixi fossero di natura istituzionale.
GLI ALTRI due “impresentabili” sono invece sfuggiti all’elenco di Di Maio. Hanno entrambi profili giudiziari che non sono contemplati dal contratto di governo, ma non rispondono agli standard del Movimento 5 Stelle.
Siri, uno dei leghisti più vicini a Matteo Salvini, è il responsabile della scuola di formazione politica del Carroccio ed è considerato “l’ideolo- go della flat tax”. Approda con Toninelli ai Trasporti nonostante una condanna a un anno e otto mesi patteggiata per bancarotta fraudolenta. Una pena comminata tre anni e mezzo fa dal tribunale di Milano per il crac della Mediatalia, un’azienda di cui Siri era socio, che è fallita lasciandosi alle spalle oltre 1 milione di euro di debiti.
Garavaglia invece è sotto accusa sempre a Milano, ne ll’ambito del processo Mantovani, per turbativa d’asta. La procura gli contesta di aver bloccato illecitamente una gara da 11 milioni di euro indetta dalla Regione Lombardia, di cui il leghista era assessore al Bilancio, per il trasporto degli ammalati dializzati. Secondo i pm Garavaglia intervenne per tutelare un’associazione del suo territorio lasciata fuori dal bando, Le Croci dell’Altomilanese.