Il Fatto Quotidiano

Bergamo, l’ex direttore del carcere mette nei guai anche la Regione

Indagati l’assessore Magoni e il leghista Malanchini, vicino al governator­e

- » DAVIDE MILOSA

Intercetta­to, Anton ino Porcinospi­egava: “Io resto sempre in circolo, per qualsiasi cosa se posso essere utile, ora che poi ci sono le elezioni un’altra volta”. L’ex direttore del carcere di Bergamo due giorni fa è stato arrestato per corruzione e altre accuse. Per quasi vent’anni ha diretto la struttura di via Gleno. In realtà l’indagine è molto più ampia e non si ferma a semplici ruberie all’interno del penitenzia­rio. Tanto ampia che arriva perfino ai piani alti della Regione Lombardia.

Tra i 27 indagati c’è, infatti, anche il consiglier­e regionale della Lega Giovanni Malanchini. Lui, sindaco del Comune di Spirano, è volato a Palazzo Lombardia con un bel record di preferenze. Non solo, il governator­e Attilio Fontana lo ha scelto come segretario per il suo ufficio di presidenza. Malanchini è inda- gato per presunte pressioni non meglio specificat­e. Al centro della vicenda i suoi rapporti con Porcino. Allo stato, le intercetta­zioni di Porcino sono al vaglio della Procura. In alcuni passaggi, che dovranno essere verificati con attenzione, anche la promessa del politico, vantata dall’ex direttore del carcere, di attivarsi a favore di Porcino, attraverso un tecnico comunale, per fargli avere un condono edilizio. In cambio l’indagato promette di far confluire sul leghista diverse preferenze. Allo stato, però, non ci sono riscontri oggettivi.

DALLE CARTE dell’inchiesta emerge un ruolo preciso di Porcino come grande tessitore di rapporti. Scrive il gip: “Significat­ive sono certamente le individuat­e conoscenze e i contatti tra Porcino e soggetti operanti nel campo della politica quali esponenti di rilievo”. L’iscrizione di Malanchini, viene fatto filtrare da ambienti della Procura di Berga- mo, è un atto dovuto e di garanzia. Al netto di questo, l’idea sembra quella di chiedere l’archiviazi­one. Prima, però, bisognerà accertare se quelle di Porcino siano state solo vanterie o promesse concrete. Certo il record di preferenze (6.194 voti) sarà un nodo da sciogliere nei prossimi giorni. Malanchini è figura molto nota nella Bergamasca. Leghista senza mai un ripensamen­to, lui la foto del presidente Mattarella non l’ha mai messa negli uffici pubblici. Al suo posto la bandiera della Serenissim­a autografat­a dal governator­e Luca Zaia.

È indagata per voto di scambio anche l’assessore regionale al Turismo Lara Magoni, ex campioness­a di sci. Lei alle ultime Regionali si è presentata con Fratelli d’Italia. Eletta in Senato e in Regio- ne, ha scelto alla fine Palazzo Lombardia, dove ci era arrivata già nel 2013 candidata nella lista Maroni presidente. Anche in questo caso l’iscrizione è un atto di garanzia ed è legato ai suoi rapporti con Antonino Porcino. In alcune intercetta­zioni, lo stesso ex direttore del carcere, viene spiegato da una fonte investigat­iva, ha fatto intendere di poterle offrire voti per l’ultima tornata elettorale del 4 marzo scorso. Al momento, dunque, il caso giudiziari­o è in divenire. Al vaglio il materiale elettorale sequestrat­o. Ancora una volta Bergamo si scopre città corrotta. In un anno e mezzo sono finiti indagati l’ex questore, l’ex direttore dell’Inps e ora Porcino, direttore del carcere, ma soprattutt­o uomo dalle tante relazioni politiche.

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Ansa L’assessore Lara Magoni

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