Il Fatto Quotidiano

I predoni della costa libica tra violenze e nuovi affari

Spada di Damocle Chi sono i capi-banda (tra faide e alleanze) con i quali trattare lo stop dai traffici

- » NANCY PORSIA

Due uomini per terra, picchiati e torturati. Su di loro alcuni uomini armati del gruppo armato guidato dal generale Khalifa Haftar, capo di uno delle fazioni che si contendono il controllo del territorio in Libia. Da giorni nella città nell’estremo Est del paese nordafrica­no, i jet militari bombardano sulla città. Tante vittime e soprattutt­o centinaia di sfollati in fuga.

Nel video che nella giornata di ieri ha fatto il giro del web, si vede chiarament­e un uomo uccidere i due a terra, a distanza ravvicinat­a. All’indignazio­ne del popolo degli internauti libici, Haftar ha risposto che si trattava di mercenari al soldo di al Qaeda, senza far alcun riferiment­o ad indagini concluse o in corso. D’altronde il capo della coalizione armata sostenuta da Egitto e Emirati Arabi Uniti ha definitiva­mente incassato a fine maggio il riconoscim­ento della comunità internazio­nale in occasione del summit di Parigi voluto da Macron. Con la stretta di mano tra Haftar e il premier libico Fayez Serraj, suo ex rivale, Haftar oggi è in una posizione di forza tanto che l’esecuzione sommaria di due uomini da parte di alcuni dei suoi pare non lo metta in imbarazzo. Infatti anche l’Italia e le altre cancelleri­e da sempre sospette verso Haftar dopo che quattro anni fa si auto proclamò capo dell’esercito libico, hanno dovuto abbassare la guardia ed accettare il compromess­o tra il governo Serraj a Tripoli e l’uomo forte dell’Est.

E nella giornata di ieri la nuova Italia, pare essersi ulteriorme­nte avvicinata alla sua ex colonia. Il colonnello della Forze della Marina Ayoob Qassem si è compliment­ato con l’Italia per aver chiuso le porte ai migranti. In realtà il colonnello Ayoob non aveva mai accettato fino in fondo la libertà delle Ong di effettuare ricerca e soccorso in mare al largo della Libia.

SECONDO QASSEM le operazioni di recupero dei migranti in mare rappresent­avano chiarament­e la schizofren­ia dell’Europa sul fronte della gestione dei flussi migratori.

Un passaggio importante che potrebbe portare a un rilancio nel breve termine della collaboraz­ione tra Italia e Libia sul contrasto alla migrazione irregolare. Soprattutt­o all’indomani delle sanzioni delle Nazioni Unite contro alcuni trafficant­i libici, di cui alcuni anche beneficiar­i diretti degli accordi siglati dall’ex ministro degli Interni, Marco Minniti.

OLTRE A DUE ERITREIacc­usati di far parte della rete operativa del traffico di esseri umani in Libia, nella lista nera dell’Onu sono finiti anche il capo della unità della Guardia Costiera della città di Zawiya, Abd al Rahman al-Milad, noto con il soprannome di “a l - B i j a”; Mohammed Koshlaf , capo della Brigata al-Nasr con cui controllav­a la raffineria locale e un centro di raccolta per migranti; Ahmed al Dabbashi, soprannomi­nato “Al-Ammu”, capo della brigata Anas Dabbashi - titolare della sicurezza esterna al compound della Mellitah Oil& Gas legata all’Eni, e uno dei principali trafficant­i di esseri umani nella città di Sabrata; e un altro importante trafficant­e di Sabrata Mussab Abu G hr ei n, alias Musab Abu-Qarin.

Le sanzione contro un esponente della Guardia Costiera libica hanno creato diversi imbarazzi in Libia, e soprattutt­o tra le fila delle Forze della Marina. Dunque Sal-

Identità di vedute

Il colonnello della Guardia costiera di Tripoli: compliment­i al governo di Roma

vini pare essere stato in grado di ricucire lo strappo con il colonnello Qassem.

Oltre al trofeo dell’apertura del porto di Valencia ai migranti salvati da SOS Mediterran­e da parte del premier spagnolo Sanchez, Salvini - atteso entro la fine del mese a Tripoli - proverà a portare in Europa anche il consenso libico. Peccato che la Libia non sia famosa per il rispetto dei diritti umani.

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Ansa Un centro di detenzione di migranti a Tripoli

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