LA RETATA DEL CAMBIAMENTO
IN MANETTE PER CORRUZIONE E ALTRO IL COSTRUTTORE PARNASI (CHE FINANZIÒ PURE LA ONLUS LEGHISTA), IL “MR WOLF” 5STELLE LANZALONE, CONSIGLIERI PD E FI
“Sto mondo 5stelle... ormai proprio sodali”. La parte più dirompente dell’inchiesta sullo Stadio della Roma che ieri ha terremotato la capitale è tutta qui. A parlare (pochi giorni fa) è Luca Parnasi, l’uomo al centro dell’indagine, un imprenditore abituato a investire nella politica: “Io spenderò qualche soldo sulle elezioni... È un investimento che devo fare, molto moderato rispetto al passato quando ho speso cifre... che manco te lo racconto... Però la sostanza è che la mia forza... è quella che alzo il telefono e...”, diceva l’immobiliarista. E a volte qualcuno rispondeva: alcuni pentastellati si sarebbero mostrati “non solo disponibili ad aderire a sue richieste, ma animati dai medesimi interessi”. E così, per la Procura di Roma, Parnasi ha fatto del “metodo corruttivo verso esponenti istituzionali (...) un significativo asset d’impresa”.
Una “corruzione sistematica”, la definisce il gip Maria Paola Tomaselli che ieri ha emesso un’ordinanza di misura cautelare in carcere nei
Ai domiciliari
A Civita (Pd) promessa l’assuzione del figlio, a Palozzi (FI) versato 25 mila euro
confronti di Parnasi e altre cinque persone, che sono dirigenti o professioni al servizio del gruppo, con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata a “commettere una serie indeterminata di delitti contro la Pubblica amministrazione”. Ai domiciliari invece sono finiti i consiglieri regionali Michele Civita (Pd) e Adriano Palozzi (Pdl), entrambi “impegnati istituzionalmente nelle procedure amministrative della realizzazione dello Stadio della Roma”; e Luca Lanzalone, che di questo progetto è consulente di fatto del Campidoglio oltre che presidente dell’Acea (controllata al 51 per cento da Roma Capitale).
Se Civita avrebbe ottenuto la promessa dell’assunzione del figlio nella Be Consulting Spa, “partner commerciale della Eurnova Srl” di Parnasi; il forzista Palozzi invece riceveva 25 mila euro alla società di promozione d’i mma gi ne Pixie Social Media srl, a lui riferibile. In questo caso, il rapporto con Parnasi era tale che a novembre 2017 gli chiede consigli sul settore in cui sarebbe stato più utile come assessore. “Io resto sempre un amico tuo”, assicura Palozzi e Parnasi propone Urbanistica o Sanità.
Lanzalone “orientava le scelte del Campidoglio”
Lanzalone, invece, per il giudice è consulente di fatto del Campidoglio, anche se l’incarico proposto dalla sindaca Virginia Raggi non è mai stato formalizzato. Per il gip, è la “longa manus dell’Ente Comunale”, con il “potere di orientarne le scelte attraverso anche puntuali verifiche del contenuto delle delibere del consiglio, e di indirizzarne le strategie operative”. “Le indagini – è scritto nell’o r d inanza – hanno offerto elementi concreti per ritenere che le figure istituzionali interessate, a cominciare dal sindaco Raggi, non solo hanno tollerato tale funzione di fatto esercitata, ma le hanno dato piena legittimazione”.
Secondo l’accusa, in cambio dell’asservimento della propria funzione, il pentastellato otteneva da Parnasi e da società a lui vicine “molteplici utilità e tra queste l’affidamento (o la promessa) di lucrosi incarichi in favore dello studio legale Lanzalone&Partners”.
Il 30 marzo scorso Lanzalone, parlando dello Stadio, “comunica a Parnasi di aver individuato un escamotage idoneo ad accelerare i tempi della procedura (le gare)”, è scritto nell’ordinanza. Un es c am o t ag e “individuato dal pubblico ufficiale nell’in teresse esclusivo del privato”. E l’imprenditore è entusiasta: “Quando c’è Wolf...”.
Sempre con Parnasi il pentastellato parla delle preoccupazioni per un articolo del sito Dagospia su un presunto flirt con una consigliera, che a detta di Lanzalone aveva agitato anche Di Maio. Parnasi si offre di parlarne con Luigi Bisignani: “È lui che ha risolto lo stadio”, dice a Bisignani riferendosi a Lanzalone. Alla fine, l’articolo sarebbe stato solo modificato, ma non eliminato.
I contributi regolari alla Lega: “Retrodatiamo”
Nell’ ordinanza si fari ferimento anche a un finanziamento alla“Più Voci ”, una onlus di area leghista di cui si è occupato nei mesi scorsi
L’ Espresso. Chiariscono i pm: “Non vi è certezza quanto alla loro illiceità (da alcune conversazioni parrebbe desumersi la tracciabilità in bilancio dei finanziamenti)”. Di questo finanziamento lecito parla Parnasi il 26 marzo :“Precisa che allo stato, non hanno ancora concluso nulla con la Lega, ma in passato hanno erogato 250 mila euro alla ‘Più voci’ e aggiunge che dovrebbe trattarsi delle elezioni di due anni prima, quando Parisi si candidò a Milano”. Poi dice a un collaboratore “di creare una giustificazione contabile retrodatata in virtù della quale sia possibile sostenere che l’erogazione sia avvenuta in favore di Radio Padania”.
Gli indagati sono 27 Trema il Campidoglio
In totale sono 27 gli indagati dell’inchiesta dei pm Paolo Ielo e Barbara Zuin e condotta dal Nucleo investigativo dei carabinieri guidati dal colonnello Lorenzo D’Aloia. Tra questi, Gianpaolo Gola, ex assessore M5s del X Municipio di Roma (Ostia), che otteneva la promessa di un incarico nella As Roma ed è accusato di traffico di influenze; il consigliere comunale FI Davide Bordoni, in- dagato per finanziamento illecito; il presidente del gruppo M5S al Campidoglio Paolo Ferrara per corruzione: “Per acquisire i favori di Ferrara – scrive il gip – Parnasi ha realizzato gratuitamente, tramite il suo staff, un progetto di restyling del lungomare di Ostia”, ritenuto “il bacino elettorale” del pentastellato. In cambio, Ferrara si rendeva disponibile “a fornire informazioni riguardo l’iter della procedura amministrativa del progetto stadio e che è culminato nel voto favorevole (...) alla dichiarazione di pubblico interesse dello stesso”, peraltro votata da altri 27 consiglieri.
I tentativi (a vuoto) di avvicinare la Lombardi
Parnasi prova ad avvicinare anche Roberta Lombardi, ex parlamentare M5s e candidata sconfitta alle Regionali, senza riuscirci. Scrive il gip: l’immobiliarista “a vvia un’attività di promozione in favore del candidato alla Regione Lombardi. In tal modo egli, infatti, rafforza i suoi legami con Ferrara e con Marcello De Vito”, presidente del consiglio comunale, estraneo alle indagini. Come la Lombardi, che al F at to spiega: “Ho visto Parnasi, dopo mesi che insisteva, alla Camera, per tracciare tutto. Mi ha detto chi era e che era a disposizione. Offerta da me rifiutata, mai più visto”.
I Cinquestelle Alcuni “disponibili ad aderire alle richieste e animati dagli stessi interessi”