Il Fatto Quotidiano

Nomine, il patto Lega-5Stelle regge e si allarga alla Meloni

Il M5S D’Incà nuovo questore di Montecitor­io, una vicepresid­enza a Fratelli d’Italia

- » LUCA DE CAROLIS

Nel giorno in cui da Roma piovono carte che sono guai, gli alleati che non vogliono definirsi tali, Lega e Cinque Stelle, confermano il loro patto in Aula alla Camera. Perché il grillino Federico D’Incà viene eletto senza patemi nuovo questore di Montecitor­io al posto di Riccardo Fraccaro, ormai ministro ai Rapporti con il Parlamento. E in cambio il Carroccio, con i voti dei 5Stelle, concede un regalino a un alleato ufficiale del centrodest­ra. Ossia la vicepresid­enza della Camera a Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia, al posto del leghista Lorenzo Fontana (anche lui ministro, alla Famiglia). Mentre il forzista Gregorio Fontana diventa il nuovo questore “an zian o”, ovvero il presidente del collegio dei questori, al posto di Fraccaro. Ma l a mossa pro-Rampelli preoccupa Fi, che teme lo slittament­o della Meloni verso la maggioranz­a. Mentre nel M5S c’è il malumore di molte parlamenta­ri.

Inquiete, perché volevano come nuovo questore una donna, come compensazi­one per un governo dove le elette a 5Stelle sono solo quattro (due ministri, Giulia Grillo e Barbara Lezzi, e due vice, Laura Castelli ed Emanuela Del Re) a cui vanno aggiunte due esterne, il ministro alla Difesa Trenta e il sottosegre­tario all’Agricoltur­a Pesce.

UN TEMA che ieri mattina è stato sollevato da alcune deputate anche in Aula, nelle chiacchier­e a margine della votazione: “Ogni volta che nel Movimento decidono le cariche dall’alto, non scelgono mai donne”. E così nel voto interno in tante hanno sostenuto Dalila Nesci, calabrese, al secondo mandato. Ma primo è arrivato comunque D’Incà, veneto di 42 anni, anche lui al secondo mandato. E nella successiva, decisiva votazione, il Direttivo ha confermato il sì all’ex capogruppo. Buon per D’Incà, ortodosso silenzioso, non certo vicino al capo Di Maio. Ma in Aula è stato eletto in scioltezza, con 329 voti su 346 disponibil­i. E può essere lieta, eccome, anche la presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, che celebra così la vicepresid­enza per il suo fedelissim­o Rampelli: “Ringrazio i colleghi della Lega e di Forza Italia che hanno sostenuto la sua candidatur­a: un’altra dimostrazi­one della compattezz­a del centrodest­ra”.

Già, perché per Fdi il sostegno degli alleati è la migliore delle notizie. “Finalmente torniamo compatti dopo il 4 marzo” fanno notare. E soprattutt­o ora coltivano più speranze in vista della votazione per la presidenza del Copasir, il comitato di controllo sui servizi segreti, per cui Meloni e i suoi spingono Edmondo Cirielli, questore alla Camera. Il rivale sarà un peso massimo, Lorenzo Guerini del Pd. Ma Cirielli potrebbe giovarsi della neutralità del M5S.

DI CERTO la sua eventuale “promozione” inciderebb­e ulteriorme­nte sui lavori dell’ufficio di presidenza, e quindi sulla partita dei vitalizi. Perché prima di riconvocar­e l’ufficio, il presidente della Camera Roberto Fico dovrà attendere che si dimettano i tre segretari d’Aula appena entrati nel governo, i 5Stelle Vincenzo Spadafora e Carlo Sibilia e il leghista Raffaele Volpi, e che vengano sostituiti. E a loro si potrebbe aggiungere Cirielli.

A Montecitor­io contano di ricomporre il plenum dell’ufficio di presidenza la prossima settimana, per poi ripartire con i lavori sulla delibera sui vitalizi, di fatto già pronta. L’obiettivo è di farcela in due o tre sedute, approvando­la entro la prima decade di luglio. Ammesso che più di qualcuno non si metta di mezzo.

PROTESTA DELLE GRILLINE

Ogni volta che nel Movimento decidono le cariche dall’alto, non scelgono mai donne: siamo spesso escluse e penalizzat­e

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Ansa Emiciclo L’aula della Camera dei deputati di Palazzo Montecitor­io a Roma
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