Nascite Terrorizzati dal Nuovo Mondo, non ci spaventa lo svuotamento del Vecchio
Nell’intervista sul Fa t to di ieri, all’ammiraglio Vittorio Alessandro, uomo di grande competenza e umanità, vengono citate alcune leggi marittime che fanno, o dovrebbero fare, chiarezza sugli interventi di soccorso in mare al gran numero di disperati che, nonostante gli slogan elettoralistici, tenderanno ad aumentare a meno che non si provveda ad affrontare il problema là dove esso nasce, cioè in Africa. Si fa un gran parlare del primo porto sicuro escludendo con ciò i porti non affidabili dal punto di vista della sicurezza.
La norma, vecchia di secoli, fa riferimento per lo più a naufraghi che non potevano essere lasciati nei porti in cui comandavano pirati e schiavisti o nemici religiosi ma ora si tratta, almeno nel Mediterraneo, di qualche giorno di navigazione per raggiungere qualsiasi stato europeo che vi si affaccia.
Più interessante invece è l’altra norma richiamata dall’amm ira gli o, quella circa la nazionalità della nave che debba considerarsi come territorio nazionale e che in acque internazionali è nella completa disponibilità del comandante della nave. Se si facesse osservare questa norma il territorio che i migranti toccano per primi sarebbe quello della nazionalità a cui appartiene la nave.
Ora le cose si complicano in quanto, come nel caso dell’Aquarius e di molte navi delle onlus sono comandate da un capitano, che è bene ricordare rappresenta la legge in mare, di una nazionalità, la nave batte bandiera di un’altra nazione e l’armatore (la onlus) è di un’altra ancora, per finire con l’equipaggio che può essere composto da marinai di mezzo mondo.
Quindi se la nave appartiene allo stato di cui batte bandiera e perciò gode dei diritti garantiti da leggi internazionali che ne vietano in acque internazionali l’abbordaggio e altre garanzie che si applicano ai confini nazionali, perché non applicare anche quella della territorialità per i profughi? IL NUOVO RAPPORTO Istat sull’incremento delle nascite dice che per il terzo anno consecutivo, nel nostro Paese, si registrano meno di mezzo milione di nuovi nati. Chi finora ha contribuito alla crescita demografica sono le donne immigrate che, nel concreto, sono quelle che mettono al mondo più figli. Mi chiedo se il problema si accentuerà ancora di più ora, con la chiusura dei porti: chiuderli significa recidere l’unica vera risorsa che abbiamo per la crescita, seppur minima, demografica dell’Italia. CARA PAOLA, concedimi il momento “scheda di Paolo Pagliaro” perché ti devo fornire un paio di dati ancora più preoccupanti: nel 2017 non solo sono diminuite le nascite nelle famiglie italiane, ma pure in quelle di immigrati (14 mila bambini in meno rispetto al 2012), segno che l’integrazione funziona piuttosto bene: non hanno più voglia di fare figli manco loro. Come se non bastasse, sono morte 34 mila persone in più rispetto al 2016. In pratica, siamo terrorizzati dall’invasione del Nuovo Mondo ma non ci spaventa lo svuotamento del Vecchio. Non so se chiudendo i porti chiuderemo anche con i parti, certo è che mentre a Londra il nome più diffuso tra i nuovi nati è Mohammed, qui Francesco rimane saldamente al primo posto. Del resto, è un nome così rassicurante per l’italiano che teme di ritrovarsi uno Youssef nell’incubatrice accanto. “Francesco” come Totti, come il papa, come Amadori il re dei polli che ti “Tra i francesi che s’in ca zz an o” cantava Paolo Conte, ma avessero almeno motivi validi per innervosirsi i cugini d’Oltralpe; proprio loro che hanno scatenato la guerra in Libia, creando una vera e propria bomba di migranti. Proprio loro, i francesi, si sentono in diritto di esprimere giudizi morali, eppure sono gli stessi che, qualche mese addietro, hanno respinto e malmenato una migrante incinta a Ventimiglia, cagionandone di fatto la successiva morte. Sono le stesse persone che dovevano accogliere circa 9 mila disperati salvo poi fare marcia indie- dà la sua parola e come il figlio di Facchinetti che di figli ne ha fatti cinque, è nonno di altri cinque bambini e insomma, se fossero tutti come lui avremmo più abitanti della Cina. Nel frattempo, il ministro che vuole convincere gli italiani a fare più figli (Lorenzo Fontana) di figli, a quasi 40 anni, ne ha fatto uno solo e a 36 anni suonati. Insomma, vogliamo invertire la rotta della crisi demografica, ma per ora abbiamo invertito solo quella dell’Aquarius. tro, accettandone solo qualche centinaio. Non si capisce come monsieur Macron si erga ad arbitro, condannando senza mezze misure l’operato del governo italiano. Incapaci quindi di passarsi una mano sulla coscienza prima di inveire contro i vicini che, ad oggi, si sono sobbarcati decine di migliaia di migranti tra l’indifferenza europea. Questo atteggiamento denota tutta la pochezza dell’inquilino dell’Eliseo: nessun senso di autocritica solo una voce che sembra esprimersi per semplice inerzia e senza alcuna cognizione di causa. Nessuna vergogna quindi, solo tonnellate di arroganza gratuita sban- dierata, come se la Francia rappresentasse un sincero baluardo per la difesa dei diritti umanitari internazionali.
E anche il porto di Marsiglia rimane chiuso per i migranti
Le accuse dall’Eliseo al nostro governo “di cinismo e di irresponsabilità” per la gestione della vicenda Aquarius ? Da respingere, con cortese fermezza. Parigi non può dare lezioni, di etica e politica. Perché non ha deciso di aprire il porto di Marsiglia, molto più vicino di Valencia, e non collabora per sciogliere, a livello europeo, l’intricata gra- Lo Smi ( sindacato medici italiani), ci fa sapere che negli ultimi 10 anni, grazie ai tagli alla Sanità pubblica, sono stati persi 70.000 posti letto. Questo per colpa di politiche scellerate che in realtà dovrebbero essere orientate alla inviolabilità della dignità umana. I NOSTRI ERRORI
Nell’articolo di ieri a firma Marco Ponti e Francesco Ramella c’er a un errore nel sommario: i 22 miliardi non sono “spesa netta” dello Stato per i trasporti, ma il suo esatto contrario, sono i “ricavi netti”, tutti dovuti alle tasse varie sui trasporti stradali ( come era correttamente indicato nel testo). Ci scusiamo con gli interessati e i lettori.