Il Fatto Quotidiano

“Jihad” al Bataclan, il rapper che spacca in due la Francia

Médine Zaouiche“Crocifiggi­amo i laici” canta l’algerino: il concerto in ottobre, nel locale teatro della strage integralis­ta, è tutto esaurito

- » LUANA DE MICCO

Il concerto del 20 ottobre è già sold out. Restano ancora dei posti per la data del 19. Al Bataclan canterà Médine con il suo rap che parla di jihad e i francesi, chi in nome della legge, chi della decenza, non sanno se sia un bene o no.

Il teatro-simbolo dell’attacco degli estremisti islamici avvenuto il 13 novembre 2015 non intende cancellare i due concerti che figurano in locandina da settimane. Ed è scoppiata la polemica.

Tutto è iniziato il 7 giugno quando su Twitter sono circolate le strofe di una canzone di Médine, Don’t Laik, uscita nel gennaio 2015, per caso pochi giorni prima dell’attentato a Charlie Hebdo. “Crocifiggi­amo i laici integralis­ti come sul Golgota”, “Marianne è una Femen con ‘Fuck God’tatuato sul petto”, “Metto fatwe sulle teste degli idioti”: anche questo canta Médine Zaouiche.

ALCUNI INTELLETTU­ALI già tre anni fa lo avevano definito un inno all’intolleran­za. Il rapper si era spiegato: “È rap, non un pamphlet islamista. Non una critica della laicità ma di come la si usa, di come si trasforma sempre più in propaganda anti-religiosa”. Nel 2017 si era tornato a parlare di lui quando l’École normale supérieure lo ha invitato a dibattere di letteratur­a con gli studenti. Il prestigios­o istituto di Parigi era stato insultato sul web. E Médine aveva risposto: “Le mie canzoni rientrano in una tradizione di opere caricatura­li che esagerano le rappresent­azioni apposta per estrarne un contenuto assurdo e contraddit­torio. È sbagliato attribuirm­i consi- derazioni comunitari­ste che invece critico”. Eccolo il rapper, 35 anni di Le Havre e genitori algerini, sguardo scuro, barba folta, al centro della polemica. Uno che canta quelle cose e poi parla così, che da una parte sostiene il comico Dieudonné, più volte condannato per razzismo, e dall’altra abbraccia la causa della minoranza Rohingya in Birmania: una fonte continua di contraddiz­ioni.

“MA CHI si è dato la pena di ascoltare le sue canzoni prima di sparare a zero?”, si chiedeva L i bé ra t io n nei giorni scorsi. Quei testi, spiegava il quotidiano, “pullulano di riferiment­i storici, politici e religiosi (di tutte le confession­i)”, sono pieni di “ironia e espression­i figurate che non vanno prese alla lettera”. Médine si è fatto conoscere nel 2004 con “Alger pleure”, canzone sulla guerra d’Algeria e sulla sua vita di figlio di immigrati: “Sono di sangue misto, un po’ colonizzat­ore, un po’ colonizzat­o”.

Nel 2005 è uscito l’album Jihad, sottotitol­o: “La lotta più grande è contro se stessi”. Sul concerto al Bataclan, alcuni hanno chiesto di farlo vietare. Per Laurent Wau- quiez, presidente della destra dei Républicai­ns, far cantare Médine dove il terrorismo ha ucciso 90 persone è un “sacrilegio”. Per la leader dell’estrema destra, Marine Le Pen “non è accettabil­e che vada a vomitare lì le sue porcherie”. Il governo si contraddic­e. Prima è stata difesa la scelta del teatro facendo appello alle legge per la libertà di espression­e e di riunione (se non ci sono rischi per l’ordine pubblico). Poi ieri il ministro dell’Interno, Gérard Collomb, non ha escluso che il concerto possa essere vietato se dovesse sollevare disordini.

Le reazioni di chi ha vissuto la tragica sera del 2015 divergono. Un avvocato delle vittime chiede di annullare le date. Uno dei sopravviss­uti, Emmanuel Domenach, condanna invece l’ “ipocrisia” di certi politici che sfruttano l’occasione per “farsi vedere”. Il rapper è tornato a spiegarsi. Come già fatto altre volte ha condannato il terrorismo. Poi ha denunciato la “strumental­izzazione” politica delle sue canzoni: “Vogliamo davvero che sia l’estrema destra a dettare la programmaz­ione dei nostri teatri?”.

Pareri diversi

I Republicai­ns e Le Pen insorgono, il governo è incerto: potrebbe vietare lo show È rap, non un pamphlet islamista Non una critica della laicità ma di come la si usa in veste di propaganda antireligi­osa

MÉDINE ZAOUICHE

 ??  ?? Le rappeur Médine in un video girato proprio al Bataclan: nel locale il 13 novembre 2015 vi fu l’attacco dei jihadisti: 89 morti
Le rappeur Médine in un video girato proprio al Bataclan: nel locale il 13 novembre 2015 vi fu l’attacco dei jihadisti: 89 morti

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy