Il Fatto Quotidiano

Bibi, la mossa del cavallo: acqua agli iraniani

Un sito con istruzioni in farsi su come combattere la siccità: 100.000 visualizza­zioni

- » FABIO SCUTO

Il confronto fra Israele e Iran sempre sull’orlo della guerra, si arricchisc­e di un nuovo capitolo, destinato a lasciare il segno. Con un post su Twitter senza precedenti, il premier israeliano Benjamin Netanyahu si è rivolto, in inglese, al popolo iraniano. Dopo essersi versato un bicchiere d’acqua, il premier ha spiegato che Israele è all’avanguardi­a nella depurazion­e e il riutilizzo di questo fondamenta­le elemento per la vita. “Disponiamo di una tecnologia capace di sventare il disastro”, ha assicurato Netanyahu ma ha ricordato che a causa dell’ostilità del regime degli ayatollah verso tutto ciò che è ebraico, Israele non può inviare in Iran i propri esperti. “Siete sotto un regime incapace di risolvere i vostri problemi, nella tecnologia come nell’agricoltur­a - ha detto Netanyahu - incompeten­za e inesperien­za mettono in pericolo le vite di coloro che vivono di agricoltur­a, il popolo israeliano è vicino al popolo iraniano e per questo vuole aiutarlo a gestire un bene prezioso: l’acqua”. Come un consumato attore, Netanyahu ha spiegato che Israele è il leader mondiale nella desalinizz­azione dell’acqua - rendendola potabile per le popolazion­i e per l’agricoltur­a - e nella tec- nologia dell’irrigazion­e drop by drop, che fornisce a ogni singola pianta esattament­e l’acqua di cui ha bisogno. Da adesso, ha poi aggiunto il premier, gli iraniani stessi potranno consultare un sito israeliano, in lingua farsi, dove troveranno consigli su come riciclare l’acqua e combattere la siccità. Il messaggio del premier è stato subito notato in Iran ed in poche ore è stato visto quasi 100.000 volte.

NONOSTANTE la tensione permanente, già all’inizio degli anni 2000 Israele forniva alla Repubblica degli ayatollah sementi per l' agricoltur­a, macchine agricole, ma soprattutt­o grandi sistemi di dissalazio­ne. Era possibile attraverso intermedia­ri. In questo caso la Turchia, che all’epoca aveva eccellenti relazioni con Israele. I macchinari venivano acquistati da una compagnia turca, che li riesportav­a verso l’Iran. Poi le relazioni fra Israele e Turchia sono degradate e il commercio si è interrotto.

La mossa del premier Netanyahu è estremamen­te sofisticat­a, mira a spiegare agli iraniani che i due popoli sono amici e possono essere solidali, è il regime degli ayatollah che vede in Israele un nemico. Del resto i progressi fatti da Israele in agricoltur­a sono sotto gli occhi di tutti. Solo pochi anni fa era afflitto da una delle peggiori siccità dell’ultimo millennio, nel 2008 si sfiorò la catastrofe ambientale. Una minaccia che ancora permane per i sistemi agricoli di Paesi della regione come Giordania, Iraq e Iran. Israele, invece, è fuori dall’emergenza. Negli ultimi 10 anni c’è stata una vasta campagna contro lo spreco dell’acqua, servizi igienici e docce a basso flusso sono stati diffusi a livello nazionale, mentre sono stati costruiti sistemi innovativi di trattament­o dell’acqua che riutilizza­no oltre l’85 % di quella di scarico; filtrata, viene destinata all’agricoltur­a. Allo stesso tempo si è ricorsi agli impianti di desalinizz­azione cercando di abbattere i costi di manutenzio­ne che rendevano l’acqua desalinizz­ata troppo cara. Israele ha realizzato migliorame­nti tecnologic­i nei sistemi di fil- traggio naturali con alghe, pietre laviche e altri micro-organismi. In questo modo i costi per l’acqua dolce si sono abbattuti e oggi il 55 % dell’acqua che esce dai rubinetti nelle case è desalinizz­ata.

Nemico storico Il premier: “Siete sotto un regime incapace di risolvere i vostri problemi, noi possiamo farlo”

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Il premier Netanyahu
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