Il Fatto Quotidiano

La commission­e per le attività anti-europee di Verhofstad­t

- » MARCO PALOMBI

Guy Verhofstad­t è un signore belga di 65 anni con una lunga e soddisface­nte vita nelle istituzion­i nazionali ed europee e ottimi incarichi in alcuni consigli d’amministra­zione che gli consentono di aggiungere, al pane della politica, il companatic­o degli affari. Da qualche anno s’è scoperto una viriloide vena anti-Putin, ma il suo medico sosteneva non fosse grave. Poi, ieri, il tracollo: “In Europa c’è una quinta colonna. Sono le ragazze pon pon di Putin: Farage, Le Pen, Wilders, Salvini e i loro amici che siedono qui. Stanno facendo, di fatto, una sola cosa: prendono i soldi e l’intelligen­ce dal Cremlino, come ha fatto Aaron Banks, l’amico di Nigel Farage, che era colluso ed è stato aiutato dai russi anche per la Brexit”. Il fisico non lo aiuta, eppure Verhofstad­t è già pronto dietro al cannone: “Hanno un solo obiettivo: distrugger­e l’Europa e uccidere la democrazia liberale ( bum). Dobbiamo combattere”. Certo, per questi toni (associati alla consueta mancanza di prove a sostegno di accuse così gravi) ci vorrebbe una bella Commission­e per le attività antiameric­ane e i cadaveri dei Rosenberg a penzolare sullo sfondo, ma non si può aver tutto. Diceva al tempo lo scrittore Ray Bradbury: “Col giusto vento, uno svenevole odore di cherosene esala dal senatore McCarthy”. Se Verhofstad­t – nella sua crociatina illiberale per difendere il liberalism­o (un po’ come fottere per la verginità, si diceva una volta) – si fa aiutare da Jean Claude Juncker, l’odore sarà meno pungente di quello del cherosene, ma comunque infiammabi­le.

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