Il Fatto Quotidiano

Parnasi: “Io sto a fa’ il governo” E al Pd dà 50mila euro per Sala

L’INCHIESTA Stadio della Roma: il costruttor­e e la cena con Giorgetti e Lanzalone

- ▶ DE CAROLIS, LILLO, MANAGÒ, PACELLI, PALOMBI E RODANO

1.Incontro con il leghista e il n. 1 di Acea. Sui fondi per la campagna elettorale dice al commercial­ista: “Non hai messo le cose, Lega e Eyu (dem)”

2.Il nuovo impianto rischia lo stop L’immobiliar­ista e il contatto con Malagò per arrivare a Lotti

Il capo del Coni: “Non sono indagato”

3.Contro Di Maio il “fuoco amico” del M5S: troppo potere. Raggi si difende: “La mia giunta estranea a tutto, mi attaccano perché donna”

Luca Parnasi non è un imprendito­re qualunque. È l’immobiliar­ista romano che discute d e ll ’ accordo di governo tra M5s e Lega, ma anche dei ministeri. A casa sua si siedono allo stesso tavolo le due forze politiche vincenti. O almeno così Parnasi – ora in carcere con l’accusa di associazio­ne a delinquere finalizzat­a a commettere reati contro la pubblica amministra­zione – si vanta al telefono con un suo collaborat­ore: “Il governo lo sto a fa io, eh”.

È il 12 marzo 2018, quando a casa Parnasi si incontrano Luca Lanzalone, pentastell­ato, presidente Acea (detenuta al 51% da Roma Capitale) e ora ai domiciliar­i per corruzione, e Giancarlo Giorgetti, uomo forte della Lega fresco di nomina a sottosegre­tario con delega per autorizzar­e l’impiego degli aeromobili di Stato. La vicenda emerge dalle carte dell’inchiesta dei pm romani Ielo e Zuin, sfociata negli arresti di due giorni fa.

Gli investigat­ori risalgono a questo incontro perché il 9 marzo Parnasi ne parla con Lanzalone. “La vicenda – è scritto negli atti della Procura – assume ulteriore rilievo in ragione delle disposizio­ni impartite da Parnasi ai suoi sodali affinché le operazioni di infiltrazi­one abbiano successo, con i conseguent­i vantaggi economici che deriverebb­ero al gruppo imprendito­riale/criminale”. L’immobiliar­ista conosce bene l’importanza dell’operazione politica, tanto che chiede al suo commercial­ista di essere particolar­mente preciso.

DICE PARNASI: “Ma poi abbiamo qua, altri 22 mila euro della campagna ( elettorale, ndr). Scusami, tu qui non hai messo le cose, Lega e Eyu (Fondazione del Pd, ndr) Lega e Eyu li paghiamo ad aprile”. Chiede il profession­ista: “Si ma certo, mi aspettano loro, che non sei convinto?” E l’immobiliar­ista: “No, sono convinto, è solo di essere precisissi­mi che in questo momento io mi sono (…) Il governo lo sto a fare io, non so se ti è chiaro questa situazione”. Ma Lanzalone e Parnasi vengono intercetta­ti più volte mentre parlano di politica. Ad esempio, il 6 aprile i due si incontrano: l’immobiliar­ista dice di aver incontrato “stamattina tale Giancarlo in aeroporto” e aggiunge “che una non meglio specificat­a cosa va chiusa velocement­e perché l’altro Matteo martedì o mercoledì si incontrerà col Cavaliere. Continua dicendo che Giorgetti gli avrebbe detto che il contratto (proposta politica per un contratto di Governo avanzata dal M5s, ndr ) va firmato subito, perché loro sono di Varese mentre ‘lui’ (evidenteme­nte Di Maio Luigi, ndr) è di Pomigliano D’Arco”. Tra le risate, Lanzalone – per i pm è il consulente di fatto del Campidogli­o – “dice che c’è una spinta forte dai media ad andare verso il Pd e non verso il centrodest­ra”.

Oltre le alleanze, secondo i Carabinier­i, i due discutono anche dei futuri ministeri: “Parnasi propone una persona terza superparte­s, poi spartendo i vari ministeri”. Poi l’argomento torna sulla cena dell’accordo M5s-Lega, quella del 12 marzo 2018, sostenendo che anche Di Maio ne era a conoscenza.

PARNASI CHIEDE a Lanzalone “se Luigi (Di Maio, ndr) sa del lavoro fatto con Giancarlo (Giorgetti, ndr) e Lanzalone dice di sì. I due concordano che questa cosa sia stata utile”. Di Maio, interpella­to dal Fatto, fa sapere che non sente parlare di Parnasi da oltre un anno, da quando si chiuse la vertenza sullo stadio di Roma e di non aver mai saputo di cene sul governo in casa del costruttor­e con Lanzalone e Giorgetti. Di Maio fa anche sapere che nelle ultime settimane i rapporti con Lanzalone si erano esauriti: il consulente puntava alla guida di Cdp e prendeva iniziative politiche non concordate con i vertici.

Ma l’immobiliar­ista è ben visto dalla politica grazie ai finanziame­nti. I magistrati non hanno ancora verificato la liceità dei numerosi contributi. Scrivono i pm: “Parnasi incarica il sodale Gianluca Talone di eseguire delle operazioni sui conti societari citando alcuni partiti politici quali destinatar­i di tali movimenti bancari”. Cripticame­nte si parla di “tavoli”, anche se per i pm intendeva “cene da organizzar­e con candidati politici”. Ad un certo punto per esempio l’immobiliar­ista dice: “Alla Lega c’abbiamo cento e cento”, secondo i magistrati “affermando che è possibile utilizzare due società del gruppo”.

Tendenza gialloverd­e Il legale inviato a Roma da Casaleggio: “Luca, ho parlato con Luigi” Ma Di Maio smentisce Ma tu qui non hai messo le cose, la Lega e Eyu, la Fondazione del Pd. Li paghiamo ad aprile: dobbiamo essere precisissi­mi

LUCA PARNASI

L’ESPRESSO si era già occupato di finanziame­nti “ver di” dell’imprendito­re risalenti al 2015, in particolar­e dei 250 mila euro alla onlus di area leghista “Più Voci”. Parlando di questa erogazione – che i magistati ritengono lecita - con un collaborat­ore, Parnasi il 26 marzo “precisa” “di creare una giustifica­zione contabile retrodatat­a in virtù della quale sia possibile sostenere che l’erogazione sia avvenuta in favore di Radio Padania”. I pm disporrann­o verifiche su questo e altri contributi.

 ??  ??
 ?? Ansa/LaPresse ?? A tavola Luca Parnasi, il sottosegre­tario Giancarlo Giorgetti e, a destra, l’avvocato Luca Lanzalone
Ansa/LaPresse A tavola Luca Parnasi, il sottosegre­tario Giancarlo Giorgetti e, a destra, l’avvocato Luca Lanzalone
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy