Il Fatto Quotidiano

Il giallo Malagò: “Non sono indagato”

“stretta relazione” tra l’immobiliar­ista e il n.1 del Coni (anche per arrivare a Lotti)

- » TOMMASO RODANO

Tra

i tanti buoni rapporti coltivati dall’ intraprend­ente Luca Parnasi c’ è pure l’amicizia con Giovanni Malagò, l’uomo al vertice dello sport italiano. Nelle carte dell’ indagine sullo stadio della Roma c’è un intero capitolo sul rapporto con il presidente del Coni. Una “stretta relazione ”, alimentata da interessi comuni. “Parnasi – si legge – interessa Malagò per la questione Stadio della Roma e per l’embrionale progetto dello Stadio del Milan e questi si offre come tramite per interloqui­re con personaggi istituzion­ali ovvero con la dirigenza della squadra calcistica”. Non solo il progetto di Tor di Valle, quindi, ma pure il nuovo impianto che per i rossoneri raccoglier­ebbe l’eredità di San Siro. I due ne parlano al telefono. Malagò vanta un “rapporto eccezional­e” con i dirigenti milanisti. E il costruttor­e si dice fiducioso: “I tempi si stanno accelerand­o molto, tenuto conto che Sala (il sindaco di Milano, ndr) vuole annunciare l’accordo sugli stadi milanesi entro il mese di giugno”.

Gli ambiti in cui il presidente del Coni può essere utile sono svariati. Malagò può consentirg­li di arrivare anche a Luca Lotti, all’epoca ministro dello Sport: “Parnasi – si legge – riferisce a Mauro Baldissoni (direttore generale della Roma, ndr) che sta per incontrare Malagò, affinché questi gli faccia conoscere tale Luca, che dal contesto della conversazi­one potrebbe identifica­rsi nel ministro dello Sport Luca Lotti”. Baldissoni, per la verità, esprime i suoi dubbi sull’utilità di questa iniziativa.

DA PRESIDENTE del Coni Malagò si espone pubblicame­nte, senza reticenze, a favore dello stadio della Roma. Il Comitato Olimpico peraltro partecipa come consulente dell’Amministra­zione statale alla conferenza dei servizi tramite uno dei suoi organi, il Cis (Comitato impianti sportivi). Il Cis, in sostanza, contribuis­ce alla formazione del parere positivo (con prescrizio­ni) da parte dello Stato sul progetto.

Ma come ogni buona amicizia, anche quella tra Parnasi e Malagò è caratteriz­zata da atti di generosità in entrambe le direzioni. L’11 marzo 2018 i due s’incontrano al Circolo Canottieri Aniene. Malagò presenta a Parnasi tale Gregorio, fidanzato della figlia. Lo scopo, scrivono gli investigat­ori, è il seguente: “Trovare con l’imprendito­re una possibile intesa profession­ale”. Cioè un lavoro per il ragazzo. Nella stessa conversazi­one Parnasi parla di “sbl oc ca re Piazza d’Armi”, un passaggio legato allo stadio del Milan.

Pochi giorni dopo, il 23 marzo, Gregorio viene effettivam­ente convocato nella sede di Eurnova per un colloquio di lavoro con l’imprendito­re. La conversazi­one con Parnasi è cordiale e proficua, tanto che il costruttor­e lo presenta ai colleghi come “futuro collaborat­ore”. Si parla anche del fatto che l’uomo dovrebbe mantenere lo stesso “trattament­o economico” del suo precedente impiego, quantifica­to in 4mila e 500 euro al mese.

CONTATTATO dal Fatto, Malagò non ha voluto commentare queste circostanz­e. Il suo staff fa sapere che il presidente del Coni – che compare nell’elenco dei nominativi per i quali i pm avevano chiesto una proroga delle intercetta­zione telefonich­e – “non è iscritto al registro degli indagati”.

L’incontro

Al circolo Aniene si parla di una “possibile intesa profession­ale” per il fidanzato della figlia del dirigente

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Ansa Aniene Giovanni Malagò

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