Il Fatto Quotidiano

“C’è sempre qualcuno che si fa ungere”

Il presidente Anac presenta la relazione annuale e parla dell’inchiesta romana

- » GIANLUCA ROSELLI

“Ad

essere preoccupan­te è il contesto che emerge, soprattutt­o per la mentalità di pensare che tutti i problemi possano essere risolti ‘ungendo’ le ruote. E la cosa drammatica è che qualcuno disposto a farsele ‘ungere’ c’è sempre. Anche se poi c’è chi dice no…”. Raffaele Cantone ha appena terminato la relazione annuale della sua Autorità Anticorruz­ione al Parlamento.

SIAMO NELLA SALA KOCH di Palazzo Madama e tra ministri e autorità giunti ad ascoltare il presidente dell’Anac i discorsi vertono sugli ultimi accadiment­i romani: l’inchiesta sul nuovo stadio della Roma, gli arresti, le dimissioni di Luca Lanzalone da presidente di Acea. Chi sta qui – in prima fila il premier Giuseppe Conte e tanti ministri grillini (Toninelli, Lezzi, Giulia Grillo, Bonafede, ma pure Virginia Raggi) - sembra voler rimarcare la propria presenza da questa parte della barricata.

E dire che l’inizio col nuovo governo non era stato dei migliori: proprio Conte, nel suo discorso in Senato, a un certo punto aveva criticato “i risultati sotto le aspettativ­e” di Anac, parole cui Cantone, “sorpreso”, aveva risposto piccato. I due poi si sono chiariti con una telefonata, ma la presenza di Conte ieri in prima fila serve a rimarcare la vicinanza all’Anac almeno di una parte dell’esecutivo, perché con Matteo Salvini i rapporti restano freddi.

“Sono qui per ascoltare e per sottolinea­re l’attenzione del governo”, ha detto il premier prima di sparire per una decina di minuti con Cantone. Dopo anche a lui verrà chiesto dell’inchiesta. “Non c’è un caso Roma, ma un caso Italia”, la risposta del presidente del Consiglio.

La relazione, dunque. Cantone illustra come il settore degli appalti pubblici in Italia stia ripartendo. A un anno dall’entrata in vigore del nuovo codice, secondo il magistra- to, “servono però regole sempre più semplici e comprensib­ili, ma non bisogna tornare indietro, perché una retromarci­a rischiereb­be di provocare una fibrillazi­one in un settore che si sta faticosame­nte rimettendo in piedi”.

LA CORRUZIONE, per Cantone, resta il male assoluto e le segnalazio­ni all’Anac sono in continuo aumento: l’Autorità però “non necessita di nuovi poteri, ma di essere messa in grado di svolgere al meglio quelli che ha”. Nel 2017, illustra il presidente, “il valore complessiv­o degli appalti pubblici superiori a 40 mila euro è stato pari a 139 miliardi di euro, il 36,2% in più dell’anno precedente”, questo in risposta a chi dice che i controlli di Anac rallentano i lavori pubblici in Italia.

Le segnalazio­ni su possibili episodi di corruzione nella P.A. nel 2017 sono state 364, più del doppio dell’anno precedente, mentre sempre nel 2017 l’Anac ha emesso ben 471 pareri di pre-contenzios­o, ovvero quando le due parti (stazione appaltante e azienda) si mettono d’accordo per chiedere il parere dell’Autorità prima di andare in giudizio davanti a Tar e Consiglio di Stato.

Su 17 aziende interdette per mafia, invece, ben 16 operano nel settore dei rifiuti e dell’accoglienz­a ai migranti. Infine, Cantone ha esortato il legislator­e ad adottare norme che impongano più trasparenz­a a lobby e fondazioni, i cui bilanci e finanziato­ri ancora oggi restano occulti. “Da parte nostra continuere­mo a lavorare con il massimo impegno fino al 2020”, ha concluso Cantone davanti ai nuovi ministri cui ha chiesto collaboraz­ione.

È il contesto che fa preoccupar­e C’è questa mentalità di pensare che tutti i problemi possano essere risolti ‘ungendo’ le ruote. Il brutto è che qualcuno disposto a farsele ‘ungere’ c’è sempre

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LaPresse Ex pm Raffaele Cantone

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