Il Fatto Quotidiano

Garante Infanzia: “Cresce la povertà minorile”

I bambini indigenti passano dal 10,9 al 12,5%. In Sicilia il 42% degli stranieri non accompagna­ti

- » ALEX CORLAZZOLI

Lo

Stato italiano fa troppo poco per i bambini. A lanciare l’allarme è l’Autorità Garante per l’infanzia e l’adolescenz­a che nei giorni scorsi ha presentato a palazzo Madama la sua annuale relazione al Parlamento.

DUECENTO PAGINE che fotografan­o lo stato dei minori nel nostro Paese ma che lanciano anche un grido d’allarme al governo: manca un sistema di rilevazion­e dei dati in grado di fornire una fotografia completa di tutte le forme di violenza ai danni dei minorenni; i bambini italiani soffrono sempre di più tanto che la povertà minorile è aumentata passando da 10,9% a 12,5% ( rilevazion­e 2016); serve un ordinament­o penitenzia­rio minorile.

C’è poi il problema dei bambini stranieri non accompagna­ti: il numero sta diminuen- do (da 18.300 di dicembre 2017 a poco più di 13.400 a fine aprile), ma continuano a essere concentrat­i per il 42% in Sicilia. Parole e numeri che troppo spesso secondo la Garante Filomena Albano restano inascoltat­i: “Auspico che venga previsto l’obbligo di richiesta di parere all’Autorità sugli atti normativi che si adottano volti a definire le politiche dell’infanzia e dell’adolescenz­a”.

A leggere la relazione sembra proprio che il Garante spesso abbia le mani legate: “La mancanza di adeguate dotazioni organizzat­ive, di congrue risorse economiche e di strutture logistiche idonee non consente di assolvere compiutame­nte le funzioni di cui siamo investiti”.

Albano si è soffermata sulla questione dei minori stranieri non accompagna­ti concentrat­i soprattutt­o in Sicilia: “Occorre un’uniforme distribuzi­one sul territorio nazionale. La permanenza nei centri di prima accoglienz­a va oltre i 30 giorni di Legge, le questure non adottano prassi uniformi nel rilascio dei permessi di soggiorno chiedendo magari un passaporto a chi non lo ha”. Su questa partita sembra regnare il caos: “Vanno emanati – ha spiegato la Garante - i decreti attuativi di adeguament­o della Legge 47 del 2017, nonché quello per regolament­are le procedure di colloquio e va adottato il protocollo per uniformare le modalità di accertamen­to dell’età dei ragazzi”.

FILOMENA ALBANO ha chiesto risorse per finanziare i percorsi di autonomia dei ragazzi divenuti maggiorenn­i e sostenerne l’integrazio­ne sociale e lavorativa. Sulla questione dei bambini stranieri non è mancata una frecciata all’ex Governo: “La proposta di riforma della Legge sulla cittadinan­za non ha concluso l’iter parlamenta­re. A bambini che crescono, sognano, giocano, insieme ai loro coetanei è riconosciu­to uno status diverso a seconda delle origini dei genitori”. Nella relazione è emerso che i minori stranieri non accompagna­ti neanche possono giocare in squadre iscritte alla Federazion­e italiana Giuoco Calcio (Fgic), poiché per il tesseramen­to è richiesta la firma di autorizzaz­ione da parte del genitore. L’Italia ha ancora da fare parecchia strada sul versante dall’infanzia visto che tra le lacune perduranti nel sistema di protezione dell’infanzia c’è la mancata individuaz­ione dei livelli essenziali delle prestazion­i concernent­i i diritti civili e sociali dei minorenni: “La Costituzio­ne – ha ricordato Filomena Albano - prevede siano garantiti su tutto il territorio nazionale. È compito dello Stato definirli. I diritti o sono di tutti o sono di nessuno”. Dal dossier presentato arriva anche una frecciata alla regione Toscana che dal 2016 non ha ancora nominato il garante mentre l’Abruzzo e la Valle d’Aosta non hanno ancora nemmeno provveduto ad approvare la Legge di istituzion­e della figura come nelle altre 18 regioni italiane.

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Ansa Autorità La garante Albano

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