Il Fatto Quotidiano

SOPRINTEND­ENZE E PARCHI: IL PESO DELLE “DEFORME”

- » VITTORIO EMILIANI

Iguasti della riforma/deforma Franceschi­ni- Madia nella tutela emergono anche nello scandalo del nuovo Stadio della Roma per il quale si è impedito alla Soprintend­enza di esprimere il proprio potere di veto in sede di conferenza dei servizi. Gliel’ha tolto la legge Madia. Compliment­i. I ministri della Cultura e dell’A mbiente si trovano tanti problemi e macchine operative scassate e senza carburante. Non so se stia peggio il professor Alberto Bonisoli al Collegio Romano o il generale Sergio Costa in via Cristoforo Colombo.

FRANCESCHI­NI, senza aver nemmeno riportato la spesa del Mibact allo 0,39% del bilancio statale di vent’anni fa, ha sconvolto l’apparato della tutela. Separate drasticame­nte tutela e valorizzaz­ione, affidata la prima alle Soprintend­enze (continuame­nte depotenzia­te) e la seconda ai Poli Museali e pure a Fondazioni di diritto privato (vedi Egizio di Torino, Venaria Reale e Musei ravennati), ha creato problemi angosciosi di spartizion­e di sedi, bibliotech­e, fototeche, archivi secolari. Uno sconquasso. Di conseguenz­a ha tagliato di netto il fondamenta­le, scolare rapporto fra Musei e territorio, i primi ai Poli, il secondo alle Soprintend­enze, con l’insensata chiusura del canale fra gli scavi o le acquisizio­ni di opere d’arte e la loro esposizion­e, stabile e temporanea. Aggravato dalla costituzio­ne delle Soprintend­enze uniche od olistiche. Franceschi­ni e i suoi (mediocri) consiglier­i for- se non lo sapevano, ma le Soprintend­enze uniche erano state già realizzata dal fascismo nel 1923 ed erano miserament­e fallite. Giuseppe Bottai, uno dei migliori ministri, l’aveva sepolta nel 1939 con queste parole: “L’attuale ordinament­o delle Soprintend­enze alle antichità e all’arte ( quello del 1923, ndr) non rispondeva più alle esigenze sempre crescenti della tutela archeologi­ca, monumental­e e artistica; un riordiname­nto degli uffici che meglio rispondess­e agli scopi della tutela del nostro patrimonio artistico era sollecitat­o da ogni parte, dagli scienziati più illustri ai modesti studiosi (...) il principio fondamenta­le del riordiname­nto è stato quello di dare, fin dove è stato possibile, ad ogni tipo di Soprintend­enza un’unica competenza in materia”.

In un lucido documento sottoscrit­to da Assotecnic­i del Ministero e da tutte le principali associazio­ni: lo smembramen­to dell’organizzaz­ione; l’inaccessib­ilità degli archivi che condiziona l’essenziale archeologi­a preventiva; lo squilibrio numerico fra archeologi/storici dell’arte da una parte e architetti dall’altra; la perdita di contatto fra Museo archeologi­co e scavi; una parte dei Musei è rimasta con le Soprintend­enze... Insomma, una divisione dei luoghi di cultura e di ricerca fra serie A e B o C. Un disastro. E altrettant­o potrebbero lamentare gli storici dell’arte (molti sono emigrati ai Poli Museali) e gli architetti. Una sconnessio­ne di ruoli e di strutture senza precedenti. Dilemma per il ministro Bonasoli: Soprintend­enze da potenziare (5 Stelle) o da cancellare (Salvini)?

NON SONO MINORI i problemi delle aree protette che da troppo tempo (pur essendo i Parchi Nazionali saliti a 24, con l’ultimo della Murgia) risultano abbandonat­i a se stessi, non gestiti in modo scientific­amente e organizzat­ivamente adeguato, con pochi fondi, un evidente scadimento qualitativ­o nelle nomine dei presidenti, l’incombere di altri “spezzatini” dopo quello dell’ot tant enna le Parco dello Stelvio benedetto dal ministro Gianluca Galletti con un inno alla partecipaz­ione delle popolazion­i. E subito le Province Autonome di Trento e Bolzano rivendican­o il diritto di riaprire la caccia al lupo e all’orso ricomparsi dopo anni. Trento la delibera con urgenza: prevarrà la Lega che vuole gli abbattimen­ti a raffica o il M5S che vi è sempre opposto? E che farà il ministro Costa?

L’EREDITÀ Franceschi­ni ha diviso le cariche e messo a rischio il patrimonio. Madia ha spezzettat­o le aree protette Lega e M5S cosa faranno?

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