Il Fatto Quotidiano

L’“Armata Rotta” fa felice lo zar e anche il russo tifa

MOSCA La Nazionale organizzat­rice stravince il match d’apertura e da poco considerat­a e amata risveglia l’orgoglio patrio su cui Putin punta molto

- » LORENZO VENDEMIALE

Ros s iy a, R os s iy a”: nello stadio, nelle piazze risuona fino a tarda sera lo stesso urlo, sventolano le bandiere, l’onore è salvo e anche di più. Proprio come pretendeva Putin: i Mondiali iniziano col suo monologo. Lui in piedi sul predellino in tribuna, a dare la benedizion­e al grande evento che per un mese metterà il Paese al centro del mondo, come ai tempi d’oro. E la nazionale che spezza le reni alla malcapitat­a Arabia Saudita, addirittur­a 5-0, per la gioia dei tifosi che con la squadra non hanno mai avuto un gran rapporto, ma almeno ieri sono andati a dormire contenti.

Il pallone non scalda particolar­mente il cuore freddo dei russi. C’è la coppa del mondo di calcio, evento storico, ma prima della partita inaugurale davanti allo stadio Luzniki di Mosca due bambini giocano a hockey: pattini ai piedi e bastone in mano, sognano il mondiale ma quello sbagliato, uno che valga davvero la pena ospitare. L’Armata rossa del pallone è vecchia e malandata e non rappresent­a quasi nessuno: pochi talenti, al punto di essere costretti a richiamare il 40enne Ignashevic­h che si era ritirato due anni fa; e in panchina Stanislav Cherchesov, un ct borioso e un po’ raccomanda­to, che con i suoi baffoni sembra uscito da un romanzo popolare ed è fra i 5 uomini più odiati del Paese.

La nazionale è oggetto di scherno: commenti velenosi e battutine autoironic­he quando va bene, ondate di risentimen­to e invidia sociale per i soldi guadagnati ingiustame­nte, quando si mette male. Non ieri però. Sarebbe stato un peccato rovinare il quadretto preparato dagli organizzat­ori, con la sfilata della cerimonia d’apertura ( mai così breve, per non togliere spazio al vero protagonis­ta), e il discorso di Putin prima del fischio d’inizio. Solenne, ecumenico, persino conciliant­e (“Sono qui per darvi il benvenuto in Russia, Paese aperto, ospitale, amichevole”, “il pallone va oltre la politica” (l’ha deciso lui, ovviamente).

PER LA PARTITA, quasi un dettaglio di contorno a cui si chiedeva solo di non stonare troppo, le premesse non erano incoraggia­nti. Per fortuna dall’altra parte c’era l’Arabia Saudita, squadra materasso se ce n’è una, che un sorteggio fin troppo benevolo per non essere sospetto ha designato come vittima sacrifical­e della gara d’apertura. Gli sceicchi hanno problemi di talento, non certo di soldi, e così nell’ultima sta- gione grazie ad un accordo pagato profumatam­ente dalla Federazion­e hanno spedito in Spagna i loro giocatori migliori, a fare esperienza (e panchina) nella Liga contro Messi e Ronaldo. Da allora, però, si sono messi in testa di giocare con possesso palla e Tiki-Taka. Il risultato è stato disastroso: i padroni di casa hanno segnato subito con Gazinskiy e dilagato nel finale con Golovin, unico vero talento locale (nel mirino anche della Juve) e migliore in campo. La resa dei conti è solo rinviata alla sfida con l’Egitto, decisiva per non eguagliare il record negativo del Sudafrica, unico Paese ospitante a non superare il girone. Rischio non ancora scongiurat­o, ma ieri il petto di Putin era più gonfio del solito. In fondo sono i Mondiali di Russia, mica di calcio.

 ?? Ansa ?? Esordio 5 - 0 Il portiere dell’Arabia Saudita in azione nella partita persa contro la Russia allo stadio Luzniki
Ansa Esordio 5 - 0 Il portiere dell’Arabia Saudita in azione nella partita persa contro la Russia allo stadio Luzniki

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