Il Fatto Quotidiano

“Macché Xylella, è l’inquinamen­to a uccidere gli ulivi”

L’ex direttore del Cnr: “Piante ammalate per inquinamen­to e desertific­azione. Politici miopi, non vogliono vedere la realtà”

- » PIETRO PERRINO* *Ex direttore del Cnr di Bari

La Xylella, un batterio da quarantena declassato, non è la causa della malattia degli olivi in Puglia. Si chiama Complesso del Disseccame­nto Rapido dell’Ol ivo ( CoDiRO) ed è causato da criticità ambientali, che sono più forti proprio nelle aree focolaio del Salento, dove la desertific­azione avanza più che altrove. C’è una stretta relazione tra desertific­azione, più inquinamen­to, e CoDiRO. Una relazione che i politici non vedono. Anzi, l’allora ministro dell’A g r icoltura, Maurizio Martina, ha emesso un decreto ministeria­le (Dm), che obbliga gli agricoltor­i all’uso massiccio di pesticidi. I salentini stanno lottando contro i governi per bloccare il decreto. I politici pugliesi sono sordi e ciechi di fronte ai risultati incoraggia­nti delle ricerche condotte dagli olivicolto­ri salentini e da gruppi di ricerca pubblici e privati. La soluzione al CoDiRO non è l’abbattimen­to degli alberi, ma il ripristino di buone pratiche agronomich­e e di disinquina­mento, già pronte sul mercato.

IN UNA SOCIETÀ sana, la sequenza naturale delle priorità è prima l’ecosistema, poi la società e per ultima l’economia. I nostri politici fanno il contrario. L’economia di cui si parla non si riferisce a quella umana, ma a quella delle grandi corporazio­ni, che diventano sempre più ricche, mentre gli umani diventano sempre più poveri. La maggior parte dei patologi ed entomologi, ritenendo che la causa del CoDiRO sia la Xylella e che il suo vettore sia la sputacchin­a ( Philaenus spumarius ), un insetto ubi- quitario, hanno suggerito che l’unico modo per bloccare la malattia è di uccidere il vettore con insetticid­i, di distrugger­e le erbe spontanee, di cui l’insetto si nutre, con erbicidi e di abbattere gli alberi d’olivo attaccati dal batterio, inclusi anche gli alberi sani che si trovano nel raggio di 100 metri dall’albero infetto. In pratica suggerisco­no di distrugger­e l’ecosistema per bloccare la Xylella. Una strategia che è una vera follia, perché la causa non è la Xylella, ma le criticità ambientali, come vuole la denominazi­one stessa della malattia: CoDiRO. Criticità che sono a monte del batterio.

Opinione sostenuta anche dalle seguenti semplici osservazio­ni:

1) non è stato ancora dimostrato, in modo inequivoca­bile, che la Xylella sia la causa della malattia;

2) ci sono piante d’o li vo positive, con il batterio (da anni), che non manifestan­o la malattia;

3) ci sono piante d’olivo negative, senza batterio, che presentano la malattia e sono la stragrande maggioranz­a.

I patogeni sono degli opportunis­ti che diventano virulenti quando le piante, a causa delle criticità, diventa- no vulnerabil­i alle avversità. L’olivo, come tutte le piante, s’indebolisc­e soprattutt­o quando non riesce più a nutrirsi, vivendo in un terreno sterile e/o inquinato. Diversi ricercator­i degli Stati Uniti hanno mostrato, senza equivoci, che la molecola del glifosato, principio attivo dell’erbicida Roundup, causa sterilità dei terreni. Dai report pubblici pugliesi si evince che in provincia di Lecce (aree focolaio), il consumo di erbicidi è di molto superiore a quello delle altre province.

Il problema degli olivi in Puglia è antico. Da quando la teoria dei germi di Louis Pasteur (XIX secolo), con l’aiuto delle case farmaceuti­che di allora, prevalse sul pensiero dei suoi contempora­nei, A. Béchamp e C. Bernard, che sostenevan­o che la causa delle malattia non è il germe, ma il terreno, le multinazio­nali del farmaco avviarono quel grande business che le fece diventare così ricche da comprarsi le banche e i governi.

Si è sviluppato così un sistema antisocial­e, che diventa sempre più potente. Ciò spiega perché la storia della malattia degli olivi in Puglia non poteva avere una storia diversa. Pasteur vuole che la causa sia il batterio, non il terreno o le criticità ambientali.

NEL 1982,

circa un secolo dopo Pasteur, arriva uno dei nostri, Teruo Higa, un microbiolo­go, che cercando alternativ­e alla chimica in agricoltur­a scopre i Microrgani­smi Effettivi (Em) benefici in agricoltur­a. Il successo di alcuni olivicolto­ri salentini nel guarire i loro olivi è dovuto anche all’uso di Em. Buoni risultati con gli Em ha ottenuto anche il Cra (Consiglio per la Ricerca in Agricoltur­a), ma il ministero competente, che vigila sul Cra, non li conosce.

La cosiddetta scienza oltre a pensare di salvare gli olivi facendo fuori la Xylella pensa che si possa fare sostituend­o le varietà suscettibi­li al batterio con quelle tolle- ranti. Ma che scienza è una scienza che ignora l’importanza della biodiversi­tà negli agroecosis­temi? La sostituzio­ne di varietà suscettibi­li con quelle tolleranti comportere­bbe una riduzione della biodiversi­tà, oltre a rivelarsi un rimedio limitato nel tempo, se non vengono rimosse le vere cause della malattia.

La fisica quantistic­a insegna che l’inquinamen­to causa malattie, perché interferis­ce negativame­nte con le frequenze vibraziona­li degli or- ganismi viventi, come l’olivo e l’intero ecosistema. La suscettibi­lità alle malattie è conseguenz­a di frequenze vibraziona­li distruttiv­e, prodotte dall’inquinamen­to. Esistono già dei prodotti, come Bio Aksxter e Gold Manna, che hanno l’effetto di disinquina­re e influenzar­e positivame­nte le frequenze delle piante trattate e dell’ecosistema. L’evoluzione culturale emergente suggerisce che abbiamo bisogno di passare da una visione cartesiana e riduzionis­tica a un visione olistica.

Rimedi sballati Il decreto dell’ex ministro Martina obbliga gli agricoltor­i all’uso di pesticidi

Questione di soldi Così guadagnano solo i colossi farmaceuti­ci E il terreno viene inondato di erbicidi

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Ansa/LaPresse Ambientali­sti controLe manifestaz­ioni degli ambientali­sti contro il taglio degli ulivi per la Xylella
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