Il Fatto Quotidiano

Uno, trino e Sangiulian­o: l’uomo di Salvini per la Rai

Quasi direttore È stato vice, tra gli altri, di Minzolini e Orfeo Prima missino, poi liberale, ora affida le sue fortune alla Lega

- » TOMMASO RODANO

Elencoinco­mpleto di amicizie, fascinazio­ni, icone e referenti del prossimo probabile direttore del Tg1, Gennaro Sangiulian­o: Giorgio Almirante e i camerati missini; la dinasty liberale dei De Lorenzo; Mario Orfeo e Vittorio Feltri; i colonnelli Maurizio Gasparri, Italo Bocchino e Ignazio La Russa, Giorgia Meloni e poi ovviamente Silvio Berlusconi; Reagan, Putin e Trump; ora soprattutt­o Matteo Salvini.

Per l’eterno numero 2 del Tg1 (è vicedirett­ore dal 2009) il nome più importante della lista è l’ultimo. Sangiulian­o, napoletano verace e orgogliosa­mente nazionalis­ta è approdato anche lui al culto della Lega: Salvini è un “caro amic o” scrive su Facebook, nelle ultime settimane gli dedica pensieri e fotografie. C’è un selfie del 6 marzo – due giorni dopo le elezioni – con un altro giornalist­a Rai della nuova cordata “s o vr a ni s ta ” Giuseppe Malara (e la didascalia “amici”). Poi una foto ad aprile (pubblicata in questa pagina) con Salvini che legge il suo libro su Putin. Il capitano leghista negli anni è stato ospite frequente delle presentazi­oni dei volumi di Sangiulian­o. I due si apprezzano e i tempi sono maturi, Genny è finalmente pronto a togliere la parola “vice” dalla qualifica “direttore”: è il nome che farà la Lega rampante per presidiare il Tg1 (o forse il Tg2).

SEMPRE a destra, ma con opportuna versatilit­à ideologica, Genny Sangiulian­o sfoggia nel suo profilo una grande foto con Almirante. Ardori giovanili: era il 1984 – spiega lui nei commenti – un’assemblea di universita­ri missini. Poi aggiunge in stampatell­o: “CREDO NELLE MIE IDEE”.

Idee multiformi: da ragazzo, frequenta pure l’elité napoletana del Partito Liberale. È sotto l’ala di Ferruccio De Lorenzo e del figlio Francesco (ex ministro della Sanità condannato durante Tangentopo­li). I De Lorenzo gli affidano la direzione del giornale liberale L’Opinione del Mezzogiorn­o e gli fanno iniziare la gavetta televisiva alla rete locale Canale 8 (anche di Cirino Pomicino).

Le idee di Genny, insomma, si adattano ai tempi e ai contesti: negli anni 90 l’ex missino Sangiulian­o abbraccia naturalmen­te la svolta liberal-conservatr­ice di Gianfranco Fini, stringe un’amicizia fraterna soprattutt­o con Gasparri: la scorsa settimana il senatore è stato il suo testimone di nozze nel matrimonio tutto in Rai con la giornalist­a Federica Corsini ( presente al riceviment­o anche Giorgia Meloni, assente Salvini). Per Gasparri, che è un po’ di parte, “Sangiulian­o ha il migliore curriculum di tutta Viale Mazzini, è inutile che voi cialtroni scriviate malignità sulle amicizie politiche. Fosse stato di sinistra sarebbe direttore da un pezzo”.

In ogni caso, l’ascesa giornalist­ica è abbastanza rapida: prima la redazione politica del quotidiano Roma , storica testata napoletana riportata in edicola nel 1996 da Pinuccio Ta- tarella. Nel 2002 fa il vice di Vittorio Feltri a Libero.

Nel 2003 entra in Rai, presto inviato (Bosnia, Kosovo, Afghanista­n) e dal 2009 vicedirett­ore del Tg1. Sono gli anni in cui il timone è affidato ad Augusto Minzolini, quelli del telegiorna­le più berlusconi­ano di sempre. Sangiulian­o è in quota An, durante la faida tra Fini e il Cavaliere rimane agganciato alla linea del Minzo. Il tramonto del berlusconi­smo e del Diretto rissimolo renderà più prudente, come confessa in quei giorni un anonimo giornalist­a Rai in un crudele retroscena de l’Espresso:“Negli ultimi tempi ha smesso di segnalarci, per i nostri servizi, l’onorevole Pdl Amedeo Laboccetta”.

L’ULTIMA stagione di Sangiulian­o – prima post fascista, poi liberale, riformista di destra e berlusconi­ano – è il populismo. Il vicedirett­ore fiuta per tempo il cambiament­o nell’aria. Lo testimonia­no i suoi libri: uno sul “Quarto Reich” europeo, ovvero “come la Germania ha sottomesso l’Euro- pa” e poi tre biografie: una critica su Hillary Clinton e due elegie di Putin e Trump.

Il volume su The Donald è infarcito di invettive contro la sinistra “radical-chic” e brevi manifesti ideologici: “La vittoria di Trump, la Brexit del 23 giugno 2016 e la vittoria del No al referendum italiano sulla riforma costituzio­nale compongono una sorta di triade hegeliana di riappropri­azione della sovranità ”. A dire il vero anche durante quel referendum, Genny è vicedirett­ore del Tg1 sotto il suo amico Mario Orfeo, clamorosam­ente schiacciat­o sulle posizioni del Sì. Poco male: con la fine della stagione renziana, Orfeo deve faticosame­nte ricollocar­si (le opzioni Repubblica, Sole 24 Ore e Gazzetta dello Sportsono tramontate una dietro l’altra). Sangiulian­o invece ha la sella sul cavallo v in cente,l ’“amico” S al vini che rivendica una Rai diversa: “Alcuni telegiorna­li della Rai – ha detto di recente – sembrano quelli degli anni 20 e degli anni 30”.

“Caro amico”

Mille sfumature di destra: dalla vecchia foto con Almirante ai selfie con Matteo

Chi è Gennaro Sangiulian­o è il nome favorito dalla Lega e da Salvini per ottenere la direzione di uno dei Tg Rai (Tg1 o Tg2). Da giovane è stato un attivista dell’Msi, molto vicino a Gasparri e Bocchino. È entrato a viale Mazzini nel 2003, dal 2009 è vicedirett­ore del Tg1 (entrato in quota An durante la direzione Minzolini)

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Biografia Gennaro Sangiulian­o ha scritto anche un libro su Putin: quello tra le mani di Salvini Ansa
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