Uno, trino e Sangiuliano: l’uomo di Salvini per la Rai
Quasi direttore È stato vice, tra gli altri, di Minzolini e Orfeo Prima missino, poi liberale, ora affida le sue fortune alla Lega
Elencoincompleto di amicizie, fascinazioni, icone e referenti del prossimo probabile direttore del Tg1, Gennaro Sangiuliano: Giorgio Almirante e i camerati missini; la dinasty liberale dei De Lorenzo; Mario Orfeo e Vittorio Feltri; i colonnelli Maurizio Gasparri, Italo Bocchino e Ignazio La Russa, Giorgia Meloni e poi ovviamente Silvio Berlusconi; Reagan, Putin e Trump; ora soprattutto Matteo Salvini.
Per l’eterno numero 2 del Tg1 (è vicedirettore dal 2009) il nome più importante della lista è l’ultimo. Sangiuliano, napoletano verace e orgogliosamente nazionalista è approdato anche lui al culto della Lega: Salvini è un “caro amic o” scrive su Facebook, nelle ultime settimane gli dedica pensieri e fotografie. C’è un selfie del 6 marzo – due giorni dopo le elezioni – con un altro giornalista Rai della nuova cordata “s o vr a ni s ta ” Giuseppe Malara (e la didascalia “amici”). Poi una foto ad aprile (pubblicata in questa pagina) con Salvini che legge il suo libro su Putin. Il capitano leghista negli anni è stato ospite frequente delle presentazioni dei volumi di Sangiuliano. I due si apprezzano e i tempi sono maturi, Genny è finalmente pronto a togliere la parola “vice” dalla qualifica “direttore”: è il nome che farà la Lega rampante per presidiare il Tg1 (o forse il Tg2).
SEMPRE a destra, ma con opportuna versatilità ideologica, Genny Sangiuliano sfoggia nel suo profilo una grande foto con Almirante. Ardori giovanili: era il 1984 – spiega lui nei commenti – un’assemblea di universitari missini. Poi aggiunge in stampatello: “CREDO NELLE MIE IDEE”.
Idee multiformi: da ragazzo, frequenta pure l’elité napoletana del Partito Liberale. È sotto l’ala di Ferruccio De Lorenzo e del figlio Francesco (ex ministro della Sanità condannato durante Tangentopoli). I De Lorenzo gli affidano la direzione del giornale liberale L’Opinione del Mezzogiorno e gli fanno iniziare la gavetta televisiva alla rete locale Canale 8 (anche di Cirino Pomicino).
Le idee di Genny, insomma, si adattano ai tempi e ai contesti: negli anni 90 l’ex missino Sangiuliano abbraccia naturalmente la svolta liberal-conservatrice di Gianfranco Fini, stringe un’amicizia fraterna soprattutto con Gasparri: la scorsa settimana il senatore è stato il suo testimone di nozze nel matrimonio tutto in Rai con la giornalista Federica Corsini ( presente al ricevimento anche Giorgia Meloni, assente Salvini). Per Gasparri, che è un po’ di parte, “Sangiuliano ha il migliore curriculum di tutta Viale Mazzini, è inutile che voi cialtroni scriviate malignità sulle amicizie politiche. Fosse stato di sinistra sarebbe direttore da un pezzo”.
In ogni caso, l’ascesa giornalistica è abbastanza rapida: prima la redazione politica del quotidiano Roma , storica testata napoletana riportata in edicola nel 1996 da Pinuccio Ta- tarella. Nel 2002 fa il vice di Vittorio Feltri a Libero.
Nel 2003 entra in Rai, presto inviato (Bosnia, Kosovo, Afghanistan) e dal 2009 vicedirettore del Tg1. Sono gli anni in cui il timone è affidato ad Augusto Minzolini, quelli del telegiornale più berlusconiano di sempre. Sangiuliano è in quota An, durante la faida tra Fini e il Cavaliere rimane agganciato alla linea del Minzo. Il tramonto del berlusconismo e del Diretto rissimolo renderà più prudente, come confessa in quei giorni un anonimo giornalista Rai in un crudele retroscena de l’Espresso:“Negli ultimi tempi ha smesso di segnalarci, per i nostri servizi, l’onorevole Pdl Amedeo Laboccetta”.
L’ULTIMA stagione di Sangiuliano – prima post fascista, poi liberale, riformista di destra e berlusconiano – è il populismo. Il vicedirettore fiuta per tempo il cambiamento nell’aria. Lo testimoniano i suoi libri: uno sul “Quarto Reich” europeo, ovvero “come la Germania ha sottomesso l’Euro- pa” e poi tre biografie: una critica su Hillary Clinton e due elegie di Putin e Trump.
Il volume su The Donald è infarcito di invettive contro la sinistra “radical-chic” e brevi manifesti ideologici: “La vittoria di Trump, la Brexit del 23 giugno 2016 e la vittoria del No al referendum italiano sulla riforma costituzionale compongono una sorta di triade hegeliana di riappropriazione della sovranità ”. A dire il vero anche durante quel referendum, Genny è vicedirettore del Tg1 sotto il suo amico Mario Orfeo, clamorosamente schiacciato sulle posizioni del Sì. Poco male: con la fine della stagione renziana, Orfeo deve faticosamente ricollocarsi (le opzioni Repubblica, Sole 24 Ore e Gazzetta dello Sportsono tramontate una dietro l’altra). Sangiuliano invece ha la sella sul cavallo v in cente,l ’“amico” S al vini che rivendica una Rai diversa: “Alcuni telegiornali della Rai – ha detto di recente – sembrano quelli degli anni 20 e degli anni 30”.
“Caro amico”
Mille sfumature di destra: dalla vecchia foto con Almirante ai selfie con Matteo
Chi è Gennaro Sangiuliano è il nome favorito dalla Lega e da Salvini per ottenere la direzione di uno dei Tg Rai (Tg1 o Tg2). Da giovane è stato un attivista dell’Msi, molto vicino a Gasparri e Bocchino. È entrato a viale Mazzini nel 2003, dal 2009 è vicedirettore del Tg1 (entrato in quota An durante la direzione Minzolini)