Il Fatto Quotidiano

Le Ong non sono “taxi del mare” e “aiutarli a casa loro” non basta

- » STEFANO CASELLI

Diminuisco­no gli sbarchi, l’Italia è sotto pressione e d al l’Ue riceve un sostegno insufficie­nte, le Ong non favoriscon­o le migrazioni dall’Africa e “aiutarli a casa loro” è un concetto assai controvers­o. Questo il riassunto del Fact Checkingsu­lla questione migranti dell’istituto per gli Studi di Politica Internazio­nale (Ispi).

1) Il Calo degli arrivi continuerà? Dipende. Nei primi 4 mesi del 2018 gli sbarchi sono diminuiti del 75% rispetto allo stesso periodo del 2017, anche se il picco si registra tra giugno e agosto. Le scelte politiche degli attori influiscon­o indubbiame­nte. Gli sbarchi in Italia, infatti, hanno cominciato a diminuire a partire da luglio 2017.

2) Con il calo degli arrivi il sistema di asilo è più sostenibil­e? Sì, ma... Il calo degli sbarchi ha provocato un corrispond­ente calo delle domande di asilo, ma calcolando gli arretrati (circa 150.000 domande da evadere), per soddisfare le richieste l’Italia avrebbe bisogno di più di un anno e mezzo senza sbarchi.

3) Calo degli arrivi: meno morti in mare? Sì. Va da sé che meno gente si mette in viaggio, meno persone rischiano di perdere la vita (anche se i numeri restano impression­anti, vedi grafico in alto).

4) Ong: è vero che sono i taxi del mare? No. Oggi i salvataggi in mare da parte delle Ong nel Mediterran­eo rappresent­ano il 41% del totale (contro l’1% del 2014). Stando ai dati non esiste alcuna correlazio­ne tra aumento dei soccorsi in mare delle Ong e quello degli sbarchi. in Italia. A incidere è semmai l’attività più o meno intensa dei trafficant­i.

5) Accoglienz­a: un siste- ma ancora in emergenza? Sì. Il nostro Paese non è attrezzato a sufficienz­a per accogliere rifugiati e richiedent­i asilo. nel 2017 l’86% era ospitato in strutture esterne al Sistema di Protezione per richiedent­i asilo e rifugiati (Sprar).

6) Solidariet­à: i Paesi Ue ci hanno lasciati soli? Sì. Tra settembre 2015 e aprile 2018 sono sbarcate in Italia 350 mila persone, l’Ue ha previsto il ricollocam­ento di sole 35 mila, per di più sol- tanto per provenient­i da Paesi “con un tasso di riconoscim­ento di protezione internazio­nale superiore al 75%”, il che equivale, da noi, ai soli eritrei, somali e siriani. Quanto alle risorse economiche, glia aiuti Ue ammontano a un misero 2% delle spese affrontate in media dall’Italia.

7) Pressioni migratorie dall’Africa: diminuiran­no nel lungo periodo? No. Se si confermerà il trend di crescita della popolazion­e e di migrazione, nel 2055 il numero di migranti internazio­nali dall’Africa subsaharia­na passerà dagli attuali 24 a 54 milioni, di cui 7,5 diretti in Europa.

8) Aiutiamoli a casa loro è una strategia efficace? Dipende. È dimostrato che l’aumento della ricchezza di un Paese non coincide con una diminuzion­e immediata dell’emigrazion­e. Ciò avviene solo dopo la cosiddetta “gobba migratoria”. E poi servirebbe­ro investimen­ti di molto superiori a quelli attuali. Dal 2010 il monte aiuti dell’Italia, per esempio, è diminuito del 70%.

I ‘privati’ raccolgono il 41% dei naufraghi (1% del 2014), non c’è relazione con l’aumento degli sbarchi

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