Le Ong non sono “taxi del mare” e “aiutarli a casa loro” non basta
Diminuiscono gli sbarchi, l’Italia è sotto pressione e d al l’Ue riceve un sostegno insufficiente, le Ong non favoriscono le migrazioni dall’Africa e “aiutarli a casa loro” è un concetto assai controverso. Questo il riassunto del Fact Checkingsulla questione migranti dell’istituto per gli Studi di Politica Internazionale (Ispi).
1) Il Calo degli arrivi continuerà? Dipende. Nei primi 4 mesi del 2018 gli sbarchi sono diminuiti del 75% rispetto allo stesso periodo del 2017, anche se il picco si registra tra giugno e agosto. Le scelte politiche degli attori influiscono indubbiamente. Gli sbarchi in Italia, infatti, hanno cominciato a diminuire a partire da luglio 2017.
2) Con il calo degli arrivi il sistema di asilo è più sostenibile? Sì, ma... Il calo degli sbarchi ha provocato un corrispondente calo delle domande di asilo, ma calcolando gli arretrati (circa 150.000 domande da evadere), per soddisfare le richieste l’Italia avrebbe bisogno di più di un anno e mezzo senza sbarchi.
3) Calo degli arrivi: meno morti in mare? Sì. Va da sé che meno gente si mette in viaggio, meno persone rischiano di perdere la vita (anche se i numeri restano impressionanti, vedi grafico in alto).
4) Ong: è vero che sono i taxi del mare? No. Oggi i salvataggi in mare da parte delle Ong nel Mediterraneo rappresentano il 41% del totale (contro l’1% del 2014). Stando ai dati non esiste alcuna correlazione tra aumento dei soccorsi in mare delle Ong e quello degli sbarchi. in Italia. A incidere è semmai l’attività più o meno intensa dei trafficanti.
5) Accoglienza: un siste- ma ancora in emergenza? Sì. Il nostro Paese non è attrezzato a sufficienza per accogliere rifugiati e richiedenti asilo. nel 2017 l’86% era ospitato in strutture esterne al Sistema di Protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar).
6) Solidarietà: i Paesi Ue ci hanno lasciati soli? Sì. Tra settembre 2015 e aprile 2018 sono sbarcate in Italia 350 mila persone, l’Ue ha previsto il ricollocamento di sole 35 mila, per di più sol- tanto per provenienti da Paesi “con un tasso di riconoscimento di protezione internazionale superiore al 75%”, il che equivale, da noi, ai soli eritrei, somali e siriani. Quanto alle risorse economiche, glia aiuti Ue ammontano a un misero 2% delle spese affrontate in media dall’Italia.
7) Pressioni migratorie dall’Africa: diminuiranno nel lungo periodo? No. Se si confermerà il trend di crescita della popolazione e di migrazione, nel 2055 il numero di migranti internazionali dall’Africa subsahariana passerà dagli attuali 24 a 54 milioni, di cui 7,5 diretti in Europa.
8) Aiutiamoli a casa loro è una strategia efficace? Dipende. È dimostrato che l’aumento della ricchezza di un Paese non coincide con una diminuzione immediata dell’emigrazione. Ciò avviene solo dopo la cosiddetta “gobba migratoria”. E poi servirebbero investimenti di molto superiori a quelli attuali. Dal 2010 il monte aiuti dell’Italia, per esempio, è diminuito del 70%.
I ‘privati’ raccolgono il 41% dei naufraghi (1% del 2014), non c’è relazione con l’aumento degli sbarchi