L’“altra” Pontida: l’unico ad aver paura è il sindaco
Il prato Secondo Festival antirazzista (con Balotelli sponsor) nel Comune simbolo della Lega. Il primo cittadino blinda tutto, i cittadini non lo seguono
Come lo scorso anno, anche ieri i cittadini di Pontida si sono ritrovati ostaggio non certo dei centri sociali e del concerto dell’orgoglio terrone, ma del loro sindaco, il leghista Luigi Carozzi. Il primo cittadino ancora una volta, senza il minimo motivo reale, ha blindato il piccolo paese della Bergamasca, cuore del Carroccio e per anni teatro di manifestazioni dell’orgoglio padano. E quindi ecco ancora una volta l’ordinanza che ha disposta la chiusura del cimitero, delle scuole e dei locali pubblici.
EPPURE A GUARDARE bene, passeggiando per la strade centrali di Pontida non tutti hanno ubbidito al loro sindaco. Molti bar, infatti, hanno aperto. “E allora? – dice un avventore – . Facciamo terroni con i polentoni, mangiamo e beviamo”. Altro che paura. Eppure il sindaco sta blindato nella sede della Lega. Allontana i giornalisti, chiama le forze dell’ordine. Nel frattempo sul patrone di proprietà delle Ferrovie si anima il concerto e la protesta contro Matteo Salvini, neo ministro dell’Interno, e la sua politica di respingimenti. Pontida meticcia e antirazzista risponde in note e per rima. In modo pacifico. Portando sul pratone che dista solo qualche decina di metri da quello storico della Lega e delle am- polle, anche la testimonianza del calciatore Mario Balotelli, ex Inter ora al Nizza. Lui, nato a Palermo da immigrati ghanesi e poi cresciuto in quel di Brescia, nelle ultime settimane ha polemizzato con le scelte del governo in tema di immigrazione.
E COSÌ IERI, magliette e berrettini portavano la sua firma. Quelli messi come premio per il torneo di calcio antirazzista “Pensi a giocare e non alla fascia di capitano della Na- zionale”, aveva sentenziato Salvini. Fascia che peraltro gli spetterebbe essendo il più anziano e quello con più presenze attualmente. Balottelli veniva dato in arrivo sul pratone. “Solo fantasie – spiega un ragazzo – anzi con questa cosa lui si è fatto solo della grande pubblicità”. Decisamente più serio, il punto fissato dal concerto di ieri. “Il festival – dice uno degli organizzatori – è anche dedicato alla memoria di Sacko Soumayla, il 29enne sindacalista maliano ucciso nelle campagne calabresi di San Ferdinando”. E del resto a far comprendere come anche qui, nel cuore della Lega, non tutti la pensino come il leader del Carroccio, sono stati gli stessi cittadini del paesello.
“HANNO LE LORO IDEE– spiega qualcuno – ma non siamo preoccupati”. E poi “guardi la polizia, sono meno dello scorso anno”. Già, le Forze dell’ordine sono state discrete e ben lontane dal centro del concerto. Atteggiamento giustificato dal fatto che in questi ultimi giorni, pur monitorando l’area antagonista, non è emersa nemmeno una virgola di allarme. Il concerto alla fine è partito con qualche ritardo. Sul palco, come lo scorso anno, anche i 99 Posse, mentre lo Stato sociale ha inviato un video di solidarietà. Sul pratone qualche centinaio di persone. Molte meno delle circa cinquemila dello scorso anno.