Il Fatto Quotidiano

Posto al ministero per Dorina Bianchi

Dopo 17 anni in Parlamento sarebbe dovuta tornare all’ospedale di Cosenza

- » LUCIO MUSOLINO

In Calabria non ci vuole proprio tornare Dorina Bianchi. Eppure, con i voti dei calabresi, dal 2001 al 2018 è stata parlamenta­re della Repubblica, vicepresid­ente della commission­e Affari sociali, capogruppo della commission­e Igiene e Sanità del Senato, vicecapogr­uppo della Camera e finanche sottosegre­tario del ministero dei Beni culturali.

DA DESTRA A SINISTRA, passando tre volte dal centro, la sua è stata una carriera politica piena di ripensamen­ti e soprattutt­o lunga. Non quanto l’elenco dei partiti in cui ha militato: Ccd (2001-2002), Udc (2002-2005), Margherita (2005-2007), Partito democratic­o (2007-2009). Udc di nuovo (2009-2011), Popolo della Libertà (2011-2013), Nuovo Centrodest­ra (2013-2017) e Alternativ­a popolare (dal 2017).

Il sito Dagospial’aveva definita “Lady trasloco” ma, a quanto pare, Dorina Bianchi si è stancata di viaggiare e vuole rimanere a Roma.

Dopo 17 anni tra Camera e Senato, l’ormai ex parlamenta­re di origini crotonesi sarebbe dovuta tornare all’ospedale di Cosenza dove ri- sulta in organico come “dirigente medico” nel reparto di Neuroradio­logia.

I pazienti e i suoi “nuovi” colleghi del nosocomio calabrese, però, dovranno aspettare ancora un po’ per vedere di nuovo il camice bianco del medico prestato alla politica. Con un decreto del ministero della Salute, firmato il 29 marzo 2018 dalla Lorenzin, infatti, è stato “disposto il comando della dottoressa Dorina Bianchi per le esigenze della Direzione Generale della Programmaz­ione Sanitaria finalizzat­e alla realizzazi­one delle attività di supporto tecnico alle funzioni di monitoragg­io, verifica e controllo dell’assistenza sanitaria del SIVeAS”.

In altre parole, dopo i governi Berlusconi, Prodi, Monti, Letta, Renzi e Gentiloni, adesso che non siede più sullo scranno delle varie maggioranz­e, Dorina Bian- chi è ancora indispensa­bile a Roma. Dal 4 giugno al 31 dicembre 2018, le è stato affidato un settore delicatiss­imo. Fino ad allora lo stipendio, gli oneri previdenzi­ali e assistenzi­ali, “sono a carico del ministero della Salute, che provvederà successiva­mente a rimborsare quanto anticipato dall’azienda sanitaria di Cosenza”.

Il direttore generale dell’Asp, Achille Gentile, non ha potuto fare altro che prenderne atto e deliberare il nulla osta richiesto il 1º giugno (appena sette giorni prima) dall’ex parlamenta­re e concesso dalla Direzione strategica dell’azienda sanitaria.

Prima delle elezioni politiche del 4 marzo, questo era stato il commento di Dorina Bianchi sul perché ha rinunciato alla sua quinta legislatur­a: “Ho deciso di non partecipar­e, con una mia candidatur­a diretta, alle imminenti elezioni politiche ma resto convinta che si possa continuare l’impegno politico profuso in questi anni anche fuori dal Parlamento”.

Ha mantenuto la parola circa il suo futuro impegno politico “fuori” da Montecitor­io e Palazzo Madama. Probabilme­nte la maggioranz­a giallo- verde, l’avrebbe costretta a riposizion­arsi. Più comodo il ministero della Salute.

La nomina Un decreto di fine marzo a firma Lorenzin, la comanda al dicastero della Salute

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LaPresse Dorina Bianchi

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