Il Fatto Quotidiano

Bisignani, eterno Gattopardo: P2, B. e ora Parnasi & C.

Il faccendier­e Legato al costruttor­e, fa favori a Lanzalone e poi tenta di corrompere un aspirante candidato azzurro

- » FABRIZIO D’ESPOSITO

Tomo tomo, cacchio cacchio, per dirla alla Totò, il faccendier­e Luigi Bisignani ha ripreso ieri la sua copiosa attività pubblicist­ica sul Tempo (gruppo Angelucci, Verdini supervisor­e editoriale).

Tomo tomo, cacchio cacchio, per dirla alla Totò, il faccendier­e Luigi Bisignani ha ripreso ieri la sua copiosa attività pubblicist­ica sul Tempo di Roma (gruppo Angelucci con Denis Verdini supervisor­e editoriale) e si è messo a discettare sul “giustizial­ismo sommario” dei grillini che potrebbe favorire l’ascesa del nuovo duce italiano, Matteo Salvini.

SÌ, È LO STESSO Bisignani che dalla scorsa settimana è indagato per concorso in tentata corruzione nell’inchiesta Parnasi-Lanzalone sullo stadio della Roma. Già piduista e cattomasso­ne; indi postino democristi­ano della maxitangen­te Enimont in Vaticano; infine esecutore della scatola nera del berlusconi­smo (la fatidica P4) come fedelissim­o di Gianni Letta, il faccendier­e due volte pregiudica­to è l’eterno prezzemolo dell’oscurità andreottia­na che avvolge la Capitale mammona. La conferma che questo non sarà mai un Paese normale nonché il simbolo di un affarismo atavico che tenta di risucchiar­e e normalizza­re i potenti di turno.

Ché Bisignani sarà anche anti-grillino sul Tempoma quando si tratta di fare un favore all’ormai noto Luca Lanzalone gli brillano gli occhi per la gioia: “Questa è una bellissima cosa, ci provo subito”. La vicenda è un dettaglio laterale ma illumina la scena perché come i mafiosi, certi imprendito­ri e faccendier­i non optano mai per un ruolo di opposizion­e. Il palazzinar­o Parnasi vuole compiacere Lanzalone e questi gli chiede un favore: togliere un riferiment­o personale ( in pratica il nome dell’amante) da un articolo pubblicato su Dagospia. E qui Lanzalone paga il suo provincial­ismo li- gure: anziché mettere una distanza di sicurezza tra lui e Bisignani confida a Parnasi che l’ex piduista è “un soggetto curioso” e a quel punto, annotano i magistrati, il costruttor­e rivendica un “rapporto quasi filiale” con il faccendier­e “perché lo ha preso in braccio quando è nato”. Più pragmatica­mente gli inquirenti aggiungono anche che Bisignani è a libro paga del palazzinar­o.

Consigli, suggerimen­ti, relazioni: la solita storia del peggior Gattopardo italico. Mai nulla alla luce del sole. L’entusiasmo parna- siano per aver adescato Lanzalone insieme con Bisignani è questo: “Mi ero intitolato la possibilit­à di dargli una e dargli una mano con te perché gli ho detto ‘guarda io poi ti ci porto a parlare, perché Luigi è la persona... tu troverai una persona che è un giornalist­a di altissima qualità (sic! Bisignani è stato radiato dall’ordine dei giornalist­i, ndr), con cui tu devi avere rapporti, perché se vuoi mediare posizioni importanti...’”.

Ma la vicenda che racconta meglio il materialis­mo trasversal­e di Bisignani e del suo quasi figlio Parnasi è quella della candidatur­a di Nunzio Luciano, presidente della Cassa forense, nelle liste di Forza Italia alle Politiche del 4 marzo. Questo è anche l’episodio per cui il faccendier­e è indagato: peri magistrati, lui e Parnasi avrebbero“programmat­o di corrompere” Luciano offrendogl­i“un considerev­ole contributo alla sua campagna elettorale” in cambio di quote da acquistare, come presidente della Cassa forense, del famigerato progetto Eco villag e dell’ imprendito­re.

A Bisignani, dunque, Parnasi spiega che Luciano gli ha chiesto una mano per la candidatur­a con Berlusconi. Aggiunge anche, il costruttor­e, che Luciano vuole fare il parlamenta­re ma non il sottosegre­tario perché così può mantenere l’incarico di presidente della Cassa forense. Quando si dicono gli interessi del Paese.

È IL 9 GENNAIO di quest’anno. La questione è portare Luciano da “Gianni” e battezzarl­o. Presumibil­mente Gianni Letta. Il filo lettiano trova riscontro in un passaggio della lunga conversazi­one tra Parnasi e Bisignani del 9 gennaio. L’ex piduista va al sodo: “La domanda da fare è questa! Che rapporto ha lui con (incomprens­ibile) sta segando tutti gli avvocati... tutti! Ha un peso pazzesco! Al punto che Letta non si siede neanche al tavolo delle trattative! Io ’sta roba la seguo minuto per minuto, ora perora ”. Il nome incomprens­ibile nell’ intercetta­zione dovrebbe essere quello di Niccolo Ghedini, grande regista delle liste azzurre. Alla fine Luciano viene candidato ma non è eletto.

Una settimana dopo, Parnasi chiede a Bisignani chi sostenere alle elezioni del 4 marzo: “Luigi dice che sosterrann­o Renzi e Berlusconi e poi la quarta gamba e specifica “quella è proprio nostra eh... Cesa, Fitto... quella roba lì”. Renzusconi­smo puro di Sistema. Che viene fuori a livello nazionale quando Parnasi si rivolge a Bisignani per l’articolo dell’Espresso sui soldi dati alla fondazione leghista. Da faccendier­e esperto, Bisignani gli dice di non rispondere e di “cavalcare la cosa” perché “tutti pensano che tu sei vicino a Bonifazi”, tesoriere del Pd e pilastro del giglio magico renziano. Non si butta via mai niente, prima regola.

Renzusconi L’imprendito­re chiede chi votare il 4 marzo: “Luigi risponde che sosterrann­o Renzi e B.”

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Collaborat­ori Luca Parnasi e Luigi Bisignani
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