Imu e Tasi: oggi la scadenza Come si pagano
In attesa della riforma, 25 milioni di proprietari devono vedersela con una giungla di aliquote
Nella giungla delle tasse sulla casa la parola semplificazione resta ancora lontana. E la conseguenza più diretta è che ci sono ancora poche ore a disposizione per pagare l’acconto di Imu e Tasi, rispettivamente l’Imposta municipale unica ( che dal 2012, con il federalismo fiscale, ha sostituto l’Ici) e il Tributo per i servizi indivisibili (copre le spese come l’illuminazione o la manutenzione delle strade), che insieme alla tassa sui rifiuti (Tari) costituiscono l’Imposta unica comunale ( Iuc). La scadenza fissata per oggi (il saldo dovrà essere versato entro il prossimo 17 dicembre) riguarda ben 25 milioni di proprietari di immobili (il 41% sono lavoratori dipendenti e pensionati) diversi dall’abitazione principale (per intenderci le seconde case al mare o in montagna, quelle che si affittano o le prime case se si tratta di abitazioni signorili, castelli o ville) e che porterà nelle casse dei Comuni e dell’Erario oltre 10 miliardi di euro.
ANCHE SE DAL 2016, l’anno in cui l’ex premier Renzi ha “fatto il funerale sulle tasse della prima casa”, il prelievo sugli immobili si è ridotto di 4,4 miliardi di euro – per un risparmio medio pro capite di 175 euro annui – le complicazioni non sono diminuite. Tutta colpa del mancato accorpamento tra Imu e Tasi, che è una sorta di duplicazione che è stata “in v en ta t a” per compensare i Comuni del mancato gettito relativo all’abitazione principale quando è stata decisa l’esenzione sulle prime case. E che quest’anno ne dimostra tutti i limiti: i Comuni, infatti, non hanno potuto aumentare le aliquote per calcolare le due tasse visto che per quasi tutte le amministrazioni hanno già raggiunto la soglia massima. E anche se sono poche, ai contribuenti resta quindi l’onere di controllare se c’è stata una variazione. Che in pochissimi casi potrebbe anche essere nel senso di un taglio che farà, quindi, sborsare meno soldi rispetto allo scorso anno.
CHI PAGA. Sono i proprietari e i titolari di diritti reali sugli immobili tranne le prime abitazioni. Se, invece, la casa è affittata l’inquilino deve pagare una quota della Tasi (tra il 10 e il 30% a seconda di quanto previsto dalla delibera comunale. A Roma, ad esempio, è pari al 20%), ma solo se non ha residenza e dimora abituale nell’immobile. Altrimenti non deve nulla. Mentre il proprietario pagherà comunque solo la quota a lui spettante senza sobbarcarsi quella dell’inquilino e senza l’obbligo di preoccuparsi di fornirgli i dati. Imu e Tasi si pagano anche per i terreni, ma restano esentati gli agricoltori e imprenditori del settore.
I CASI PARTICOLARI. A seconda della tipologia di immobi- le, il pagamento richiederà maggiore attenzione per quanti vivono negli alloggi Iacp e negli altri di edilizia residenziale pubblica (Ater, Aler, ecc) visto che dovranno versare l’Imu, con una detrazione di 200 euro, e la Tasi.
QUANTO SI PAGA. Se non ci sono state variazioni – per verificare le aliquote decise dal proprio Comune si può utilizzare il sito del dipartimento delle finanza www. finanze.it. o anche i calcolatori gratuiti presenti in rete – il calcolo è lo stesso del 2017: basta versare il 50% di quanto saldato complessivamente lo scorso anno. Confermate, anche la riduzione del 25% per chi affitta gli immobili a canone concordato e del 50% per chi concede le case in comodato ai figli o genitori (il contratto deve essere registrato e il familiare, anagraficamente residente, deve utilizzarlo come abitazione principale). IL CALCOLO. Si applicano le stesse regole di calcolo per determinare la base imponibile data dal valore catastale rivalutato del 5% (in altre parole bisogna moltiplicare la cifra per 1,05) e poi moltiplicato per un co ef fi ci en te variabile a seconda della tipologia dell’immobile, invariato rispetto al
2017. Per i fabbricati abitativi il coefficiente è 160, per gli uffici 80 e per i negozi 55. A questo punto, alla base imponibile va applicata l’aliquota del proprio Comune che è diversa per Imu e Tasi. Questa è, infatti, l’unica differenza di queste due imposte gemelle. Il dato finale va poi rapportato alle quote e ai mesi di possesso dell’immobile (bastano 15 giorni per far conteggiare un mese intero). Chi possiede un immobile di lusso come prima casa usufruisce di un trattamento agevolato: va applicata un’aliquota ridotta (dal 2 al 6 per mille) deliberata dal Comune e una detrazione
di 200 euro.
Il caso: i terreni L’Imposta colpisce pure gli orticelli (esenti da Tasi), anche se incolti
COME SI PAGA. I Comuni non inviano a casa nulla di precompilato. Spetta ai contribuenti compilare il bollettino. Ed è possibile utilizzare quello postale oppure il modello F24 (si può pagare tramite l’home banking o in banca) senza dimenticare che anche se Imu e Tasi riguardano lo stesso immobile occorre compilare due moduli distinti (per l’F24 due diverse righe) indicando i diversi codici di riferimento dei tributi.