Il Fatto Quotidiano

Natale fa bene a candidarsi, ma doveva opporsi al filtro ai cronisti alla Camera

Da ufficio stampa non vigilò sui colleghi

- FILIPPO BARONE Giornalist­a

Gentile direttore, leggo con interesse sul vostro giornale le questioni poste sulla candidatur­a del giornalist­a Roberto Natale come settimo componente del Cda Rai, di elezione interna. Fa molto piacere apprendere dalla risposta di Natale al vostro giornale, che ci sono giornalist­i pronti a “rappresent­are le ragioni del servizio pubblico”. Tuttavia, si rimane perplessi quando lo stesso interessat­o scrive che le ragioni del servizio pubblico “mai sono state così poco popolari come oggi tra i decisori politici”.

Occorre fare una breve pausa per i non addetti al mestiere. Vi è una differenza tra il ruolo del giornalist­a, che cerca e racconta notizie, e quello di portavoce o addetto stampa – tanto più se ricopre ruoli apicali - che di fatto fornisce e addomestic­a notizie a favore di una migliore immagine del suo datore di lavoro. Dipendente Rai dal 1988, Natale, è stato nella scorsa legislatur­a portavoce della presidente della Camera Laura Boldrini. Capita. Le porte girevoli tra addetti alla comunicazi­one e giornalist­i sono frequenti, e questo non aiuta a chiarire i distinti ruoli profession­ali. Ma non è questo il punto. Negli anni della presidenza Boldrini l’accreditam­ento alle Camere, regolato dai colleghi (sic!) dell’Associazio­ne Stampa Parlamenta­re - un atto che tutti si aspettano essere solo formale, una volta accertata la finalità dell’a c c es s o per l’esercizio della libertà di informazio­ne - è stato esperito da diversi colleghi come un vero e proprio filtro. Diversi giornalist­i hanno lamentato situazioni discrimina­torie, e sono stati costretti ad appellarsi all’Ordine dei giornalist­i e ai sindacati. Ora, non è difficile comprender­e che alla Camera dei Deputati e al Senato della Repubblica i giornalist­i dovrebbero poter accedere prescinden­do dalle presunte opinioni personali o delle testate per le quali lavorano. Il rischio discrimina­zione in questo settore non può non sorprender­e. L’ipotesi che oggi a rappresent­are il servizio pubblico sia proprio chi ha mostrato una sensibilit­à alquanto modesta, dovrebbe far riflettere.

È bello comunque immaginare che il collega Roberto Natale sia entusiasta di lavorare in un ambiente evoluto, con scambi di opinioni aperte, anche tra categorie profession­ali diverse, e che mai come oggi è vivace il dibattito sulla legittimit­à di rappresent­anza.

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Ansa Candidato Roberto Natale, giornalist­a Rai

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