Dovrebbe l’uomo: il braccino corto ammazza pure l’appeal di Siffredi
“Lasciami fare l’uomo”, dice lui, mettendo la mano al portafoglio a fine cena. Ma prego, per carità, lungi da me volerti privare del piacere di sentirti forte, importante e necessario, almeno al ristorante, la prima sera. Anzi, per “fare la donna” senza rimorsi da scroccona ho cercato di non pesare sul conto, evitando il filetto di angus e il tris di dessert, memore dell’aureo precetto enunciato da Mammy di Via col vento, “non sta bene che signora s’ingozza come tacchino”.
UN UOMOche mi fa pagare la cena anche all’inizio della storia è sicuramente moderno e anticonformista, ma così moderno e anticonformista che non gli peserà far pagare a me, un domani, pure viaggi, benzina e bollette – che ci può stare solo se è un ventenne carino come Timothée Chalamet. Scherzi a parte: il tema “offre lui/lei” è delicato. Perché, anche nell’era di #metoo, se c’è una parte anatomica maschile cui non perdoniamo le piccole dimensioni non è quella che sta nel boxer ma quella che maneggia la carta di credito. C’è poco da fare, il braccino corto ammortizza anche l’appeal di un equipaggiamento alla Rocco Siffredi, a meno di non essere Brigitta, l’eterna innamorata di zio Paperone, l’unica femmina a trovare sexy la spilorceria. Intendiamoci: declinata al femminile sotto forma non solo di riluttanza all’offrire o a dividere le spese comuni, ma anche di parsimonia in regalini ed eccessiva frugalità in trucco, parrucco, igiene e vestiario – non piace nemmeno a Cottarelli. Uno dei vantaggi dell’indipendenza economica è anche poter «fare le splendide», in ogni senso, con le persone che amiamo, partner compreso. È bello offrire la cena o il cinema, e altrettanto bello ed elegante non dare per scontato che debba farlo lui. A patto che si tiri come facciamo noi quando usciamo con qualcuno che ci piace: abiti, capelli, profumo eccetera. Il più carino non paga: è una regola equa, no?