Le solitarie battaglie delle monadi nello smarrimento della sinistra
Nell’afasia della rappresentanza – smarrita tra apnee parlamentari e agguati di partito – spiccano Saviano o De Magistris
L’assenza a sinistra della sinistra. Questo è lo stigma che nello smarrimento strategico si trascina in una certa idea dell’Italia. E chi è più a sinistra di chi, questa è la gara interna al cortile. E quasi non si capisce se all’afasia della rappresentanza – smarrita tra le apnee parlamentari e gli agguati di partito – va a corrispondere uno squillare di varie solitudini, come Roberto Saviano che, in assenza di una posizione politica della sinistra, s’intesta da sé la battaglia sui migranti e sembra proprio che dica ai professionisti della sinistra “descansate nino che continuo io”.
LO STESSO, sul medesimo argomento, fa un sindaco dalla squillante solitudine qual è Luigi de Magistris. Si mette alla testa dei municipi dissidenti, pronti ad aprire i porti, e così – per altre variabili – arriva Rossana Casale, una cantante, che sull’Aquarius ci vuole i figli di Matteo Salvini. L’assenza di sinistra genera un sinistro ghigno di sini- steritas quando un altro scrittore, meno epico di Saviano, ma ben addentro agli ambienti altolocati – il già Premio Strega Edoardo Albinati – a una presentazione di libri, alla Feltrinelli di Milano, spericolatamente confessa: “Io stesso, devo dire, con realpolitik, di cui mi sono anche vergognato, ieri ho pensato, ho desiderato che morisse qualcuno sulla nave Aquarius; ho detto: adesso, se muore un bambino, io voglio vedere che cosa succede per il nostro governo”.
Non sarà parso vero agli Amici della Domenica, la scorsa settimana, registrare l’assenza di qualunque rappresentante del governo alla proclamazione della Cinquina degli autori dello Strega. Ottimo argomento è questo dell’assenza del nuovo ministro, di certo si premurerà di andare alla serata finale ma il primo inciampo, fosse pure quello di non conoscerne la mail o il telefono di Alberto Bonisoli, è servito ad additare la conclamata refrattarietà dei barbari giallo-verdi ai fatti della cultura, dell’alfabeto e delle sensibilità.
UNA SENSIBILITÀ custodita comunque – e sempre in toccante solitudine – da Dario Franceschini giunto alla proclamazione nella veste di ex titolare del Mibac ancor più che in quella di scrittore e giurato. E anche nel ruolo di Vindice commendatore, tale e quale un tonante ammonitore è sembrato quando gli amici – della Domenica o anche dei giorni feriali – avvicinandosi a lui, si stringevano nelle spalle. Qualcosa succederà. Poche, isolate e forti di battaglie solitarie sono le monadi che, a sinistra, fanno le veci della sinistra. Come quattro gatti osservati dal mondo, i solitari, isolatamente miagolano il proprio disappunto mentre i sorci s’impossessano del formaggio delle cose vive grattandone via crosta e polpa fino a far grancassa della dispensa. È la famosa presenza della realtà nel reale.