Ong e stranieri, il pugno di Orbán
▶L’UNGHERIA CHIUDE LE PORTE ai migranti economici e impone una stretta sulle richieste di asilo modificando la Costituzione. In più, il Parlamento approva la cosiddetta legge “Stop Soros” che prevede il carcere fino a un anno per chi aiuta rifugiati e richiedenti asilo. Così una delle principali promesse elettorali di Viktor Orbán, il premier nazionalpopulista al suo terzo mandato consecutivo, diventa realtà. E la novità blinda di fatto il suo “no” alle quote obbligatorie sui migranti che vorrebbe imporre Bruxelles. L’emendamento alla Costituzione è passato con 159 sì e 15 contrari. Nel testo si legge che “collocare cittadini stranieri sul territorio del Paese è vietato, salva l’autorizzazione del Parlamento”. Una scelta che poteva contare sulla maggioranza di 2/3 ottenuta dal partito di Orbán alle ultime elezioni, utile anche per cambiare la Costituzione senza troppi problemi, e portata avanti nonostante gli avvertimenti dei principali giuristi costituzionalisti: il diritto internazionale prevale su quello nazionale, anche se inserito nella carta costituzionale, hanno ammonito. La modifica della Costituzione prevede anche una limitazione del diritto di manifestazione (non saranno possibili cortei e sit in davanti alle residenze dei politici), l’obbligo della “difesa della cristianità” e l’istituzione di tribunali speciali (nominati dal governo) chiamati a giudicare gli atti amministrativi dello Stato.