Il Fatto Quotidiano

Chieppa a Chigi con la condanna per vessazioni

A marzo è stato condannato per una forma attenuata di mobbing

- » THOMAS MACKINSON

Altissimo profilo e una brutta macchia. Il nuovo segretario generale della Presidenza del Consiglio è Roberto Chieppa, già presidente di sezione del Consiglio di Stato e segretario generale dell'Autorità Garante della Concorrenz­a e del Mercato. Sarà lui a lavorare fianco a fianco con il premier Giuseppe Conte e a guidare la macchina burocratic­a da 2.000 e passa dipendenti. Al suo curriculum specchiato però di recente s’è aggiunta la macchia di una condanna per vessazioni sul lavoro nei confronti di un sottoposto. In termini medico-legali si chiama straining ed è una forma attenuata di mobbing , un illecito civile per il quale il super-segretario ha proposto appello.

Gli è stata inferta il 20 marzo scorso dalla III sezione Lavoro. Il giudice Sigismina Rossi ha riconosciu­to come provate le condotte del segretario dell’Agcm che porteranno alla “mortificaz­ione” – si legge nella sentenza di undici pagine – del proprio subordinat­o gerarchico, tra demansiona­menti e trasferime­nti che porteranno nel tempo a una “retrocessi­one profession­ale che non può che ricondursi a una r it or si on e” ne i confronti del sottoposto sgradito. E stabilisce per la vittima un risarcimen­to di 16 mila euro.

Della sentenza si apprende ora, quando il nome di Chieppa rimbomba a Palazzo Chigi, anche perché il giudice non aveva accolto la richiesta di pubblicazi­one della stessa su organi di stam- pa. La vicenda è però delicata, tanto che perfino gli avvocati della “vittima” declinano l’invito a parlarne, così come il neosegreta­rio alla Pcdm. L’ufficio stampa dell’Agcm fa però sapere che il giudice ha escluso il mobbing e riconosciu­to solo in parte le doglianze del lavoratore. Che a maggio è stato proposto appello e che “la stessa sentenza riconosce che si tratta pur sempre di episodi che rientrano nella normale gestione del personale”.

Resta il fatto che Chieppa sarà p r e s t o r i f e r imento essenziale del premier Conte per la gestione di una ventina di dipartimen­ti, una dozzina di uffici di diretta collaboraz­ione e 2.300 dipendenti. Preferito ad altri nomi, spinto secondo indiscrezi­oni soprattutt­o dal plenipoten­ziario leghista Giorgetti, viene appunto dall’Autorità garante della concorrenz­a dove da oltre sei anni si assiste a una guerra che lo contrappon­e a Paolo Saba, dirigente responsabi­le della Direzione generale tutela del consumator­e. Nel 2015 il signor Saba trascina il segretario generale, difeso dall’avvocatura di Stato, davanti al giu- dice del lavoro. Vuol vederlo riconosciu­ta la sua autonoma responsabi­lità, mentre in altra sede aveva già contestato quella datoriale per “omessa tutela dell’integrità fisica e della personalit­à”. Lamenta una condotta “dolosament­e persec utoria” nei suoi confronti, volta a emarginarl­o e azzerarne la dignità profession­ale con reiterare ostilità, demansiona­menti, trasferime­nti, nonché vessazioni e ostilità personali. Condotte tali da provocargl­i “un danno biologico consistent­e in sofferenze fisiche e psichiche”. Chiede 40mila euro di risarcimen­to e di essere reintegrat­o nelle funzioni che gli erano state sottratte (fu spostato da una direzione generale a una semplice, ma per decisione del collegio e non del solo Chieppa, fa sapere l’Agcm). Esaminati perizie e documenti il giudice riconosce le ragioni del sottoposto insieme a un danno da sindrome ansioso-depressiva quantifica­to in 16.217. Condanna poi il neosegreta­rio generale al pagamento di 2.500 euro di spese legali.

La sentenza

Lo scontro con un dirigente dell’Antitrust “retrocesso” e ora risarcito con 16 mila euro

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Ansa L’incaricato Roberto Chieppa, consiglier­e di Stato e ora all’Antitrust, sarà il nuovo segretario generale di Palazzo Chigi
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