Palinsesti estivi La Rai perde servizio pubblico e opportunità (vedi Mondiali)
PREMETTO CHE SONO uno scarso frequentatore della Tv. A dire il vero preferisco la lettura di quotidiani. Tuttavia, mi sia concesso di lamentarmi per la pessima caratteristica dei programmi Rai che si ripete da alcuni anni: a partire dai primi di giugno fino a settembre. L’emittente di Stato non fa altro che mandare in onda metodicamente e sistematicamente la stravecchia fiction di “Don Matteo“. Per non parlare di altri palinsesti scialbi e sicuramente non piacevoli. Ho l’impressione che i dirigenti Rai pensino che moltissimi italiani siano del tutto rincorbelliti. Mi chiedo, dopo questa mia doglianza, se sia giusto e giustificato continuare a pagare il canone Rai.
FRANCO PETRAGLIA
GENTILE PETRAGLIA, da trent’anni – e ancora di più negli ultimi dieci con l’avvento di Sky & C. – la Rai non opera in un mercato monopolista e non ha intenzione di risolvere – sul punto va coinvolta la politica – la natura ibrida della sua missione: è un po’ privata perché raccoglie la pubblicità e assai pubblica perché incassa il canone.
Oltre a una ipotetica sciatteria aziendale, a una pessima abitudine ormai inscalfibile, gli investimenti di Viale Mazzini – come quelli dei concorrenti nazionali e internazionali – si concentrano sui mesi autunnali e invernali, fino all’inizio di primavera, perché in quel periodo c’è il numero maggiore di pubblico a casa e il maggiore numero di inserzioni pubblicitarie in giro. Così d’estate il palinsesto è pieno di repliche e programmi di seconda fascia.
La mia non è una giustificazione, ma una spiegazione per non farsi cullare dai rassicuranti luoghi comuni. Viale Mazzini, però, potrebbe sfruttare i tre mesi estivi per sperimentare e far crescere talenti interni e, comunque, dovrebbe informare sempre con la stessa intensità (l’informazione è una ragione fondante del servizio pubblico). Ai suoi dubbi, ne aggiungo uno: la Rai ha sbagliato a lasciare a Mediaset i diritti per il Mondiale di calcio in Russia. Chi conosce il calcio sa che non è soltanto uno sport e il Mondiale, in particolare, è un frammento di storia di tanti Paesi e tante culture. Il Biscione della famiglia Berlusconi sbanca l’Auditel ogni sera e anche di pomeriggio, Viale Mazzini soffre, l’agonia durerà trenta giorni.
Ps. Il canone va pagato.
CARLO TECCE