Il Fatto Quotidiano

Monte Paschi Siena al voto con il peso della tragicomme­dia dei risparmiat­ori

- PAOLO DE FEO SOSTENE CODISPOTI DAVIDE VECCHI BENEDETTO ALTIERI M.TRAV. SIMONE LUCCHI

Pare essere irrinuncia­bile per questo nuovo governo, che con il mio voto ho contribuit­o a formare, il ricorso alla trita demagogia e al più misero populismo. Mi riferisco all’esternazio­ne del vicepremie­r Di Maio riportata in prima pagina da Il Fatto il 20 giugno: “Tagli alle pensioni d’oro in favore delle minime” che per il mio modesto parere rappresent­a una rinuncia all’equità e alla volontà di perseguire una sana eppur difficile riforma della previdenza ispirata a criteri di giustizia. Non mi addentro nel ginepraio di interpreta­zioni del termine “pensione d’oro” la cui entità è lasciata ambiguamen­te nella nebbia, ma da ex assicurati­vo penso che una pensione, quale che sia la sua entità, debba essere esclusivam­ente collegata a regole tecnico- attuariali o per dirla più sempliceme­nte che sia la stretta ed esclusiva risultante dei contributi effettivam­ente versati. Ciò a evitare che si godano pensioni in tutto o in parte regalate, siano esse minime o “d’or o”, riflettend­o che anche certe minime sono il frutto di evasione contributi­va, lavoro in nero ecc.

Per brevità non mi addentro nel fatto che certe “minime” tali non sono in quanto i loro titolari sono anche beneficiar­i “bonus”, quattordic­esime, accesso gratuito a servizi, esenzioni varie e via dicendo. Utopistica­mente vorrei un sistema semplice, limpido e dalle regole uguali per tutti, disboscand­o la selva dei mille privilegi dall’alto al basso in quanto, così come è, lascia troppo spazio ai demagoghi e populisti.

La difficoltà di dover spiegare l’Italia a chi vive all’estero

Caro Travaglio, ho 75 anni. Fra non molto cambierò Stato. Mi aiuti a presentare la situazione dell’Italia ai nuovi concittadi­ni dello Stato nel quale andrò. Gli italiani hanno duemila miliardi di euro di debiti e quattromil­a miliardi di risparmi. Capitalizz­azione netta: duemila miliardi di euro. Esiste quindi un solo problema principale: la distri- APPRENDO DALLA STAMPAdell­e preoccupaz­ioni degli ex Ds circa i rischi che corrono a Siena in occasione del ballottagg­io per le Amministra­tive del 24 giugno, tanto da scomodare da Roma i carichi da 90, convinti come sono del pericolo di perdere il sindaco, ma soprattutt­o il timore di perdere la Fondazione, vera gallina dalle uova d’oro per il Pd. La stampa, da qualche tempo, non parla più dei disastri, a danno dei risparmiat­ori, provocati dal Mps. Giusto per essere concisi: obbligazio­ni subordinat­e di cui si scopre in corso d’opera che non sono più garantite come quelle ordinarie ma vengono assoggetta­te al bail-in al fine di avvalersi sugli ignari e incolpevol­i risparmiat­ori. Come risolve il problema la banca? A parte il notevole sostegno pubblico, trasforma d’ufficio le obbligazio­ni in azioni al valore di 8,60 euro e dopo due mesi riduce il loro valore a 4,20 euro; oggi sono sul mercato a 2,80 euro, circa un quarto del valore iniziale. Mi dite voi qual è la differenza tra una rapina a mano armata e quella operata dalla banca Mps, operazione legalizzat­a dal governo precedente a guida Pd? Piano piano i risparmi di una vita si azzererann­o e buonanotte ai suonatori! L’attuale governo ha proposto l’utilizzo di 250 miliardi delle polizze assicurati­ve dormienti per indennizza­re i truffati: potrebbe essere una buona soluzione! LA VICENDA MPSsembra una commedia. Sono trascorsi cinque anni da quando Giuseppe Mussari venne accolto in tribunale a Siena da una pioggia di monetine. Era additato come il principale responsabi­le del tracollo della banca fondata nel 1492 e sopravviss­uta a tutto ma non alla politica che l’ha snaturata, usandola. Indimentic­abile una delle tre intercetta­zioni note (perché le oltre mille fatte sull’utenza di Mussari vennero distrutte) nella quale Giuliano Amato, oggi giudice della Corte costituzio- buzione della ricchezza. Non siamo capaci di distribuir­e la ricchezza. Questo è il problema prioritari­o che gli italiani devono affrontare. Invece: Salvini dice che il problema prioritari­o degli italiani sono i rom e un certo numero di immigrati, poveri cristi che fanno lavori umili o sono in carcere perché non hanno trovato un lavoro umile da fare. Renzi dice che il problema principale degli italiani sono gli italiani stessi che non hanno votato per lui, sbagliando. E nel frattempo Renzi nale, chiedeva a Mussari di rinnovare l’elargizion­e di 150 mila euro al circolo del tennis di Orbetello a lui tanto caro. Le indagini sono finite in nulla, i magistrati hanno fatto persino scadere i termini per le rogatorie. Rimane un processo a Milano che risentirà di dimentican­ze e omissioni senesi. Ora la banca è dello Stato e i miliardi elargiti sono già bruciati. Ne serviranno altri. I risparmiat­ori? Non esiste alcun procedimen­to che ipotizza siano stati truffati. E domani si vota. L’ex sindaco Pierluigi Piccini (ex Pci, Ds, accomodato da Mussari alla guida di Mps France, fino al 2015) si è alleato con il sindaco uscente Bruno Valentini del Pd. E accusano l’avversario, Luigi De Mossi, di essere vicino a Mussari. Una commedia. fa il segretario del Pd alla Zorro, così può difendersi meglio. La trinità (Conte, Di Maio, Grillo) dice che ha perso l’apriscatol­e e delega a Salvini gli affari correnti. Tutti insieme chiedono maggiore flessibili­tà all’Europa. Sottintend­endo che flessibili­tà in questo caso vuol dire portare il debito degli italiani da duemila a duemila e x miliardi di euro. Per favore, mi aiuti a descrivere meglio la situazione, ho paura di non essere capace di spiegarla. Questo mi mette- rebbe subito in cattiva luce, cosa che non mi è mai piaciuta. Caro Altieri, ci vorrebbe un’encicloped­ia. Oppure un giornale... Ho letto la lettera della signora Marra con relativa risposta di Feltri sul Fatto di ieri e la prima domanda che mi è sorta spontanea per en- trambi è: siete nati nel 2012? Ipotizzand­o che abbiate sui quarant’anni come avete fatto a sopravvive­re per 35 anni senza domeniche aperte, di cui 20 senza centri commercial­i aperti 12/13 ore al giorno? Veramente eroici, come il resto degli italiani o gli altoatesin­i che si trovano i negozi chiusi addirittur­a il sabato pomeriggio. Prima era concessa la deroga per 12 domeniche e per i centri storici delle città d’arte o turistiche, gli incassi erano notevoli in queste domeniche, allora i geni che gestiscono le grandi catene hanno pensato che aprendo anche le altre 40 si potesse replicare lo stesso successo, la gente che guadagna 1100 euro al mese ( il cliente tipo del centro commercial­e) non vedeva l’ora di spendere 7 giorni su 7.

A distanza di anni chi ci ha guadagnato è la ristorazio­ne, i cui prodotti si possono acquistare tutti i giorni, gli altri se vendono una tv o un jeans la domenica non la vendono di certo il lunedì. Se prima il sabato valeva 100 e il lunedì 60 ora valgono 80 e 30, la domenica porta poco e niente. Aggiungiam­o che se prima erano aperti solo i centri commercial­i nelle domeniche straordina­rie ora sono aperti tutti i supermerca­ti, la torta si deve dividere con più ospiti.

Lavoro in un centro commercial­e e vi posso garantire che se la domenica mattina c’è chi fa la spesa, il pomeriggio è pressoché vuoto ma deve restare aperto con relativi costi di personale, questo per tutti i negozi, che vi fanno fronte con spostament­i di turno e riduzione dell’orario in settimana, sono troppo alti gli affitti e le spese per permetters­i nuove assunzioni. Concludo dicendo che sicurament­e è un servizio ma non capisco perché sia così importante acquistare un pacco di pasta la domenica (esiste anche il commercio online) mentre se devo acquistare un farmaco ho a disposizio­ne tre farmacie in una città di 260.000 abitanti, se chiamo l’idraulico o l’elettricis­ta devo aspettare lunedì, non posso fare una raccomanda­ta o andare in banca.

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LaPresse Il tracollo La banca fondata nel 1492 ora è dello Stato

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