Il Fatto Quotidiano

Popolari, verso un’altra archiviazi­one

Dopo le nuove indagini sulla soffiata di Renzi a proposito del Dl a De Benedetti

- VAL. PAC.

Potrebbe finire con una nuova richiesta di archiviazi­one la vicenda sul sospetto di una soffiata di Matteo Renzi che avrebbe consentito a Carlo De Benedetti di guadagnare 600 mila euro in Borsa investendo sulle banche popolari alla vigilia della riforma. Dalle nuove indagini disposte dal gip Gaspare Sturzo tre mesi fa non sarebbe emerso alcun elemento di novità rispetto a quanto acquisito dai pm che già una volta hanno chiesto di archiviare non De Benedetti o Renzi, mai indagati, ma il broker Gianluca Bolengo, unico finito sotto inchiesta.

LA PRIMA VOLTA che la Procura di Roma chiede di archiviare Bolengo è giugno del 2016. A marzo scorso, il gip dispone nuove indagini e chiede anche una perizia sulla telefonata del 16 gennaio 2015 tra il presidente onorario di Gedi e Bolengo, quella in cui viene citato Renzi: bisognava conoscere le parti della conversazi­one trascritte come “incomprens­ibili”. I tre mesi di indagini scadono oggi, anche se la Procura ha più tempo per comunicare al gip la propria decisione. Tuttavia, secondo quanto risulta al Fatto, non ci sarebbero novità: dalla nuova perizia emergono solo parole dette a mezza bocca, che non cambiano il senso del discorso. La prima trascrizio­ne della telefonata era, in sostanza, questa:

De Benedetti: Sono stato in Banca d’Italia l’altro giorno, hanno detto ( incomprens­ibile) che è ancora tutto aperto.

Bolengo: Sì, ehm... però adesso stanno andando avanti... comunque non è...

DB: Faranno un provvedime­nto. Il governo farà un provvedime­nto sulle popolari per tagliare la storia del voto capitario nei prossimi mesi... una o due settimane.

B: Questo è molto buono perché c’è concentraz­ione nel settore. Ci sono troppe banche popolari. Sa, tutti citano il caso di Sondrio, città di 30 mila abitanti.

DB: Quindi volevo capire una cosa... ( i ncom pren sibi le) salgono le popolari?

B: Sì, su questo se passa un decreto fatto bene salgono.

DB: Passa, ho parlato con Renzi ieri, passa.

Dopo questa telefonata, tramite Bolengo, la Romed, la fi- nanziaria di De Benedetti, acquista 5 milioni di titoli di sei popolari, con una plusvalenz­a di 600 mila euro per l’editore.

Ma il dettaglio del decreto (di cui parla il broker) è essenziale: da mesi infatti i giornali parlavano di una riforma imminente, ma non del mezzo con cui sarebbe stata varata.

Nella prima richiesta di archiviazi­one (giugno 2016), i pm spiegano che De Benedetti sulle tempistich­e della riforma non è preciso, mentre è Bo- lengo “a utilizzare in modo del tutto generico e, palesement­e, senza connotazio­ne tecnica, la parola ‘decreto’”.

E COSÌ lo scagionano dall’aver omesso a Bankitalia il possesso delle informazio­ni. I pm scrivono anche che De Benedetti “nei giorni immediatam­ente precedenti il 16 gennaio”, incontrò “sia il dg di Bankitalia Panetta, sia il presidente del Consiglio”. Renzi è stato interrogat­o dai pm e, come Panetta, ha riferito “che all’imminente riforma si dedicarono cenni del tutto generici e che non fu riferito di quei colloqui a De Benedetti nulla di specifico su tempi e strumento giuridico”. Anche De Benedetti ha affermato di non aver ricevuto alcuna soffiata. I pm gli hanno creduto. E ora per Bolengo si avvicina una nuova richiesta di archiviazi­one.

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Ansa Ex Gruppo Espresso L’ex premier Matteo Renzi e il presidente di Gedi, Carlo De Benedetti

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