Il Fatto Quotidiano

Conte, ultimo appello all’Europa “Chi sbarca qui sbarca nella Ue”

IL VERTICE Il premier agli altri Paesi: “Basta accoglienz­a solo nei porti di arrivo”

- DE CAROLIS, GRAMAGLIA E PALLADINO

A Bruxelles per ora l’italiano riceve elogi e prudenti consensi. Ma i leader si rivedranno a metà settimana per il summit “ufficiale”. Macron: “Proposta italiana coerente con l’Unione, no a chi gioca con la paura”. Merkel: “Tutti siano responsabi­li”. Ma la Cancellier­a deve guardarsi dall’intransige­nza interna dei bavaresi. Oggi Salvini va in Libia

Di sicuro, decisioni non ne sono state prese, né potevano esserlo, perché questo inedito pre-Vertice Ue, con 16 Paesi su 28 e le istituzion­i comunitari­e, aveva un carattere informale. Ma l’appuntamen­to, che poteva rivelarsi una “polveriera”, è almeno servito da utile “sfogatoio”. Prima c’erano stati scambi di accuse virulenti, anche personali. Con l’Italia a litigare con mezza Europa, Malta, la Francia, la Spagna, la Germania. E quando i leader si sono trovati insieme, la tensione, che era alle stelle, s’è stemperata: confronto, dialogo, per il momento nessuna sintesi, neppure affidata alle Istituzion­i comunitari­e. Il clima è da lavori in corso, verso il Consiglio europeo di giovedì e venerdì.

Non c’è stato accordo, ma neanche rottura.

Le proposte italiane, messe sul tavolo senza l’opportuna preparazio­ne diplomatic­a, hanno destato – dicono fonti di vari Paesi – “attenzione” e“interesse ”, anche se non erano le uniche. Ce n’erano della presidenza di turno bulgara del Consiglio dell’Ue e dell’Austria che a luglio subentrerà alla Bulgaria; e ce n’erano di Germania, Francia e Spagna. Spetterà ora alle Istituzion­i europee, prima dal Vertice formale del 28 e 29, cercare sintesi e com- promessi: fra le proposte, ve ne sono di coincident­i o, almeno, di compatibil­i, specie sulla riforma del Protocollo di Dublino, facendo cadere la clausola del Paese d’ingresso, e sull’allestimen­to di centri d’accoglienz­a gestiti e pagati dall’Ue. Senza farsi illusioni che un’intesa unanime possa maturare così in fretta, se non altro perché i Paesi di Visegrad - Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria, ieri assenti - diranno tanti no.

La cancellier­a tedesca Angela Merkel è stata la prima ad andarsene, constatand­o “molta buona volontà” intorno al tavolo – per lei contavano gli immigrati secondari, quelli cioè che, entrati in un Paese, vogliono raggiunger­ne un altro - La Merkel prova a mediare, mentre a Berlino il suo governo traballa sotto la spinta del ministro dell’interno bavarese Horst Seehofer, un Salvini tedesco.

Sia la Merkel che il presidente francese Emmanuel Macron, che si erano visti martedì, sono scettici sulla possibilit­à d’un accordo a 28 e privilegia­no la strada di intese inter-governativ­e fra gruppi di Paesi. Macron non abbassa i toni contro populisti e xenofobi, che “strumental­izzano la situazione dell’Europa per creare tensione politica e giocare con le paure … Non nasconderò mai la verità ai miei concittadi­ni", ma bisogna "avere una posizione efficace ed umana", perché “l’Ue dà il peggio quando tradisce i suoi valori”.

L’incontro vero Giovedì e venerdì i leader dovranno cercare la sintesi tra le varie proposte

PER IL PREMIER Conte, le proposte italiane hanno impresso alla discussion­e “la giusta direzione”: lui si dichiara “molto soddisfatt­o”, lasciando Bruxelles senza altri commenti. Il premier maltese Joseph Muscat, uno dei tanti leader ai ferri corti con l’Italia, constata la ripresa di “un confronto costruttiv­o”: “Meglio di quanto prevedessi”. Per Macron, le proposte italiane sono “coerenti con le discussion­i comunitari­e”. Su quelle franco-spagnole, invece, Conte era stato meno accondisce­ndente, prima dell’inizio dei lavori, con un ‘no’ secco.

Intanto oggi il ministro Salvini sarà in Libia, dove inconterà il premier Fayez al-Sarraj anche per comunicarg­li che il nostro presidente del Consiglio è pronto ad incontrarl­o.

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LaPresse Faccia a faccia Conte e Macron ieri a Bruxelles
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Ansa In difficoltà La cancellier­ea tedesca Angela Merkel
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