Il Fatto Quotidiano

Mediaset vs. Europa 7: ultimo atto (con aiutino)

Settembre tocca al Consiglio di Stato e l’Agcom difende il Biscione e Rai

- CA. TE.

Tra

pareri, ricorsi e lungaggini varie, una dozzina d’anni dopo, in settembre Francesco Di Stefano (Europa 7) assisterà all’ultimo atto della sua battaglia legale per sottrarre frequenze televisive a Mediaset, occupate – dice l’imprendito­re di Europa Way col supporto di alcune sentenze – in maniera indebita. Il Consiglio di Stato deve recepire un dispositiv­o della Corte di Giustizia europea che può rimettere in discussion­e l’a ssegnazion­e dei multiplex (pacchetti di frequenze) durante il passaggio di tecnologia dall’analogico al digitale. Aspettando la decisione di palazzo Spada, interviene l’Autorità di garanzia per le telecomuni­cazioni con unamemoria di trenta pagine – inviata al Consiglio di Stato – in cui difende la situazione esistente e anche se stessa, poiché Agcom è coinvolta nella vicenda sin dal 2009. È proprio allora l’Autorità che sceglie il criterio del beauty contest– una va- lutazione qualitativ­a e non una competizio­ne per offerte economiche – per distribuir­e le frequenze ai nuovi entranti del mercato. Un paio di anni di confusione, poi il governo di Mario Monti organizza l’asta al rialzo, ma partecipa soltanto Urbano Cairo.

PER LA CORTE di Giustizia, il beauty contest era legittimo, ma il servizio pubblico Rai e la privata Mediaset col digitale terrestre hanno ottenuto molta più banda. Di Stefano chiede al Consiglio di Stato di annullare la vendita delle frequenze di troppo a Viale Mazzini e Cologno Monzese e di bloccare pure quella a Cairo, l’editore di La7. Scrive l’Autorità, che ricorda l’imminente gara per la banda 700 con le television­i lasciano “spazio” all’internet mobile: “Una ipotetica pronuncia delle appellate sentenze, rischiereb­be di travolgere l’intero sistema attuale di attribuzio­ne delle frequenze, con tutte le conseguenz­e che ne deriverebb­ero anche in ordine alla successiva attività di ulteriore ri-pianificaz­ione in corso di svolgiment­o; nonché di incidere sulle procedure per l’assegnazio­ne delle frequenze nella cosiddetta banda 700 mhz agli operatori di comunicazi­oni elettronic­he, le cui regole sono state definite all’Autortià con la delibera n.231 in attuazione della legge di bilancio 2018”.

Agcom si rivolge al Consiglio di Stato che si ritrova a esaminare le richieste di Europa Way e anche di Persideria. Ormai settembre è vicino.

Dal 2006

Tutto inizia col passaggio dall’analogico al digitale con i canali di troppo ai monopolist­i

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Ansa Contrasti L’imprendito­re Francesco Di Stefano Sotto, la sede principale dell’Agcom a Napoli
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