Il Fatto Quotidiano

Novità: stipendi, canone Rai e cedolare secca

Il 2 luglio chiama all’appello milioni di contribuen­ti tra nuove regole e pagamenti

- » PATRIZIA DE RUBERTIS

Anche se la giornata di oggi rappresent­a per i più l’inizio dell’estate e delle vacanze, agli occhi del Fisco i contribuen­ti non possono ancora rilassarsi: mancano infatti ancora poche ore per tre appuntamen­ti che riguardano la stragrande maggioranz­a degli italiani: le scadenze per richiedere l’esenzione del canone Rai e per pagare la cedolare secca sugli affitti. Mentre da oggi i datori di lavoro non potranno più pagare in contanti le retribuzio­ni ai lavoratori dipendenti e ai collaborat­ori. Andiamo con ordine.

CANONE RAI. Per richiedere l’esonero per il secondo semestre dell’anno della tassa più odiata dagli italiani, che dal 2016 viene corrispost­a con la bolletta dell’energia elettrica, si deve inviare entro oggi un modello per comunicare di non possedere il televisore in casa. Il canone che, secondo i dati diffusi a inizio anno dal Mef ha portato nel 2017 un gettito di 1,81 miliardi di euro con un incremento dell’0,8% rispetto al 2016 – mentre per viale Mazzini si è registrata una perdita di introiti di 133 milioni di euro a causa della riduzione dell’importo da 100 euro a 90 euro –, può non essere pagato da chi ha cambiato casa da poco o comunque ha attivato un’utenza elettrica di tipo residenzia­le ma non possiede la tv e dagli eredi che devono chiedere l’esonero per l’abitazione in cui l’utenza elettrica è ancora intestata al deceduto. Nel primo caso va compilata la sezione A del modello, che si trova sul sito dell’Agenzia delle Entrate, barrando la casella con la quale si autocertif­ica di non avere il televisore. Mentre gli eredi devono compilare la sezione B. La dichiarazi­one va inviata online dal sito delle Entrate oppure tramite i Caf. In alternativ­a è prevista la presentazi­one per raccomanda­ta senza busta, ma non è affatto facile. Chi ha provato a farlo, l’ha definito un incrocio tra un origami e un’esercitazi­one di educazione tecnica, visto che il plico va fabbricato con le proprie mani piegando tutti i fogli a soffietto in tre parti, in modo da simulare la forma di una busta. In questo modo la piega lascerà il testo stampato all’interno (non visibile) e la parte bianca all’esterno, su cui scrivere il mittente e il destinatar­io. Se si salta la scadenza del 2 luglio il canone per il secondo semestre è dovuto. Si potrà però evitare l’addebito del canone in bolletta per il prossimo anno, perché la dichiarazi­one presentata dal 3 luglio in poi ha valore per l’intero 2019. Anche i cittadini che hanno compiuto 75 anni, con un reddito annuo non superiore a 8.000 euro, possono richiedere l’esenzione.

CEDOLARE SECCA.

I contribuen­ti titolari di redditi da locazione che hanno aderito al

regime della cedolare secca al 21% ovvero al 10% sugli affitti devono effettuare entro oggi il versamento di saldo 2017 e acconto 2018, un’accoppiata che l’anno scorso ha portato nelle casse dell’Erario circa un miliardo di euro. L’acconto è pari al 95% dell’imposta dovuta per l’anno precedente. Se non supera 51,65 euro, non va versato e si paga tutto a saldo. Se, invece, è pari o superiore a 257,52 euro, va versato in due rate: la prima, pari al 40%, si paga con il codice tributo 1840 entro il 2 luglio; la seconda, pari al restante 60%, entro il 30 novembre. Il saldo del 5% va invece pagato entro il 30 giugno dell’anno successivo. La cedolare secca, scelta da tre proprietar­i su 4, è in genere più convenient­e perché l’aliquota è più bassa di quelle Irpef, non si versano le addizional­i locali e si risparmia l’imposta di registro annua del 2%. Solo chi ha elevati importi di oneri detrai-

bili o deducibili, deve verificare bene se, escludendo dal reddito complessiv­o l’affitto soggetto alla cedolare, non perda in tutto o in parte il diritto a detrarre gli oneri. Anche per i contratti di locazione brevi a scopo abitativo, di durata non superiore a 30 giorni, stipulati dal 1° giugno 2017, i p ro p r ie t ar i possono scegliere — in alternativ­a all’Irpef — di applicare la cedolare secca con aliquota del 21%.

STIPENDI.

Da oggi, come previsto dalla legge di Stabilità, per le retribuzio­ni dovranno essere usati solo mezzi di pagamento in grado di assicurare la tracciabil­ità del movimento di denaro, come bonifico o assegno) sia per i lavo-

ratori dipendente che per quelli che hanno rapporti di collaboraz­ione coordinata e continuati­va, pena una sanzione da 1.000 a 5mila euro. Mentre fino a ora era possibile trasferire somme in contanti di importo fino a 2.999,99 euro. Sono escluse, invece, le prestazion­i di tipo occasional­e, ma anche i collaborat­ori domestici potranno ancora essere pagati in contanti. Sul fronte dei pensionati, invece, le poste potranno ancora pagare in contanti gli assegni inferiori a mille euro, come previsto già dall’aprile 2012. Tutte le altre vanno accreditat­e sul conto corrente bancario o postale, sul libretto postale o sulla carta prepagata.

Stop ai contanti

La normativa sulle retribuzio­ni metterà fine al fenomeno delle false assunzioni

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