Il Fatto Quotidiano

Terni, il sindaco clerico-sovranista che va alla messa tradiziona­lista

Con l’elezione di Latini, l’ex città comunista s’allinea al peggiore cattolices­imo: quello di Polonia e Ungheria

- » FABRIZIO D’ESPOSITO

Èun piccolo segnale, circoscrit­to al perimetro urbano di Terni, ex gloriosa città operaia e rossa, ma registra comunque un salto di qualità della destra sovranista e xenofoba all’ultimo turno delle Amministra­tive: l’elezione a sindaco del centro umbro di un esponente clericale che frequenta ambienti tradiziona­listi e anti-bergoglian­i e va alla messa in latino, quella preconcili­are.

Parliamo del leghista Leonardo Latini, con un passato nerissimo da camerata missino e rautiano. Il giorno del ballottagg­io, il 24 giugno scorso, ecco cosa ha scritto la Brigata Ratzinger sulla propria pagina Facebook: “Vogliamo fare un grande ‘in bocca al lupo’ al brigatista Leonardo Latini in lizza per la carica di sindaco a Terni. La Brigata è con te!”. Premessa: sono tantissimi sul web i gruppo cattolici contro papa Francesco che si richiamano al suo predecesso­re e attuale papa emerito.

DETTO QUESTO, sulla pagina della Brigata a colpire sono gli annunci di preghiere, procession­i e veglie in tutta Italia per riparare allo svolgiment­o degli odiati Gay Pride. C’è anche una frase di Santa Caterina di Siena, patrona d’Italia e d’Europa: “Commettend­o il maledetto peccato contro natura, quali ciechi e stolti, essendo offuscato il lume del loro intelletto, non conoscono il fetore e la miseria in cui sono”.

L’omofobia è un tratto dominante di questa destra farisea che nega la misericord­ia di Francesco e ha come punto di riferiment­o il cardinale Burke, nemico principale del pontefi- ce. L’elezione di Latini è stato salutata con giubilo anche da un noto sito conservato­re: messainlat­ino.it, che ha ricordato la partecipaz­ione del neosindaco a un pellegrina­ggio del 2016 a Norcia del Coordiname­nto nazionale del Summorum Pontificum, che aggrega enti e comunità ecclesiali anti-conciliari.

Fede e politica, dunque, come nella Polonia dell’ex premier Beata Szydlo, che ha un figlio sacerdote tradiziona­lista, o peggio ancora dell’Ungheria di Orbán, che recentemen­te ha ricevuto una delegazion­e del “Sacro Cuore” di Tolentino, enclave orbaniana nel nostro Paese.

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