Il Fatto Quotidiano

B. delinquent­e era e delinquent­e resta: “Corruppe senatori”

La Suprema Corte ha respinto la richiesta di assoluzion­e nel merito dell’ex premier

- » ANTONELLA MASCALI

Berlusconi resta “corruttore privato”. La Sesta sezione penale della Cassazione, presieduta da Giacomo Paoloni, ha confermato la prescrizio­ne per il leader di Forza Italia al processo per la compravend­ita dei senatori. Fece avere all’ex senatore Idv Sergio De Gregorio 3 milioni di euro per passare, nel 2008, dal centrosini­stra al centrodest­ra, votando la sfiducia a Prodi nel 2008 e segnando così la caduta di quel governo.

LA SUPREMA CORTE, dunque, ha respinto la richiesta di Berlusconi di assoluzion­e nel merito e ha accolto, invece, la riqualific­azione del reato da corruzione “propria” a “corruzione impropria” avanzata dal sostituto Pg Lugi Orsi durante un’ approfondi­ta requisitor­ia che ha smontato ogni istanza della difesa in punto di diritto.

Ma anche se il reato è stato, per così dire, leggerment­e attenuato, la Cassazione- è questo il fatto più importante­sembra aver confermato( le motivazion­i diranno di più) che il voto è certamente libero ma se un parlamenta­re, come in questo caso De Gregorio, prende soldi per un certo voto, non può esserci lo scudo dell’articolo 68 della Costituzio­ne a cui si era appellato l’avvocato Coppi : “L’attività parlamenta­re è insindacab­ile e non si può stabilire se un voto è frutto di dazione di denaro: il voto è coperto dall’immunità e non può essere oggetto di indagini”.

Invece, sembra essere stata accolta in pieno la tesi dell’accusa. Era stato il pg Orsi a chiedere la conferma della prescrizio­ne dando ragione ai giudici di Napoli sui fatti anche se li ha inquadrati tecnicamen­te in maniera diversa: “Corruzione impropria”. Per spiegare con parole semplici possiamo dire che Orsi aveva ribadito la qualifica di pubblico ufficiale per i parlamenta­ri ma poiché nel caso specifico, De Gregorio prese soldi da Berlusconi per votare contro il governo Prodi, l’allora senatore non li incassò per fare un atto contrario ai doveri d’ufficio (il voto è un atto che di per sé non si può censurare) ma li prese per fare un atto d’ufficio, votare. Quindi , è stato il ragionamen­to di Orsi, se si prendono soldi per un atto di ufficio la corruzione, secondo la normativa vigente “è impropria”.

Ma è pur sempre rato e i fatti, come dicevamo, non cam- biano: c’è un corrotto, De Gregorio ( ha patteggiat­o una pena di 20 mesi) e c’è“un corruttore p ri va t o”, Silvio Berlusconi, che anche stavolta se la cava con la prescrizio­ne. Così come il mediatore Valter Lavitola ( che non ha fatto ricorso). In primo grado erano stati condannati a 3 anni.

COSA AVEVANO scritto i giudici d’appello di Napoli sul leader di FI, confermato ora dalla Cassazione? “Berlusconi ha agito, pacificame­nte, come privato corruttore e non come parlamenta­re nell’esercizio delle sue funzioni”. Avvicinò il senatore approfitta­ndosi della “disastrosa situazione economica di De Gregorio (riferita da quest’ultimo a Berlusconi) per promettere di risolvergl­i ogni tipo di problema economico”. Respinta anche un’altra tesi della difesa, rappresent­ata dall’avvocato Niccolò Gheidni, che il Senato non aveva i titoli per costituirs­i parte civile. Una “doglianza infondata” per il pg Orsi così come tutte le altre respinte dalla Cassazione. Pertanto rimane salva la costituzio­ne di parte civile del Senato che potrà ottenere, in separato giudizio, il risarcimen­to dei danni. Ironia della sorte il presidente del Senato ora è Elisabetta Casellati, fedelissim­a di Berlusconi. Ma oltre al processo penale, conclusosi ieri, c’è anche un procedimen­to aperto dalla procura della Corte dei Conti del Lazio per danno di immagine subito dallo Stato e per la progressiv­a crescita dello spread innescata dalla fine del governo Prodi.

Intanto a Milano sono stati riuniti due filoni del processo Ruby ter, a carico di Berlusconi e di altri 27 imputati accusati di corruzione in atti giudiziari e/ o falsa testimonia­nza. Altri filoni, della stessa vicenda, sono finiti, per competenza territoria­le, a Roma, Siena e Torino.

L’accusa confermata Pagò 3 milioni l’Idv Sergio De Gregorio per votare la sfiducia a Prodi nel 2008

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Ansa Berlusconi con il senatore Sergio De Gregorio
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LaPresse In Parlamento Silvio Berlusconi e Sergio De Gregorio nel 2008

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