Il Fatto Quotidiano

Ue: i porti libici non sono sicuri

Terzo naufragio in pochi giorni. L’Oim: nel 2018 oltre mille vittime La Commission­e: le navi europee non rimandino migranti a Tripoli

- » ALESSANDRO MANTOVANI

“Un

altro triste giorno in mare: oggi 276 rifugiati e migranti sono stati fatti sbarcare Tripoli, inclusi 16 sopravviss­uti di un’imbarcazio­ne che portava 130 persone, delle quali 114 sono ancora disperse in mare” ha fatto sapere la sezione libica dell’Alto commissari­ato Onu per i rifugiati (Unhcr). È il terzo naufragio in una settimana: un centinaio,

63 e ora 114 dispersi, cioè quasi certamente annegati.

Secondo l’Oim, l’agenzia Onu per le migrazioni, i morti in mare sono oltre mille nel 2018, di cui 635 nella cosiddetta rotta centrale tra la Libia e l’Italia. È un dato, per il momento, inferiore a quelli degli anni scorsi (dai 3.283 del 2014, ai 3.785 del 2015 per poi schizzare a 5.413 nel 2016 e ridiscende­re a 3.116 nel 2017) ma bisogna tener conto che le navi delle Ong, alle quali Italia e Malta negano i porti anche per il rifornimen­to, hanno ormai abbandonat­o l’immensa zona Sar ( Search and rescue, ricerca e soccorso). Le difficoltà della Guardia costiera libica sono evidenti. L’impegno italiano si è tradotto ieri nel decreto che avvia la cessione di 10 tra motovedett­e e gommoni delle nostre Capitaneri­e e due imbarcazio­ni della Guardia di Finanza. Il decreto stanzia un milione e 150 mila euro per gli interventi sulle imbarcazio­ni in Libia e un milione 370 mila euro per la formazione del personale della Guardia Costiera e della Marina Libica. E il comitato tecnico intergover­nativo Italia-Libia ieri a Tripoli ha discusso anche di rimpatri assistiti e monitoragg­io delle frontiere sud.

La linea italiana di “lasciar fare ai libici” nel- le loro acque territoria­li e nella loro zona Sar, è stata accolta dal Consiglio europeo. Tuttavia ieri la portavoce della Commission­e europea per le migrazioni, Natasha Bertaud, ha escluso “rimpatri dell’Ue verso la Libia o navi europee che rimandano i migranti in Libia. Questo – ha detto – è contro i nostri valori, il diritto internazio­nale e quello europeo. Siamo ben al corrente della situazione inumana per molti migranti in Libia”, ha ricordato, con gli stessi argomenti utilizzati con successo dalle Ong per difendersi in sede giudiziari­a in Italia. Si ha notizia di un mercantile, di proprietà di una società che ha sede alle Isole Marshall e non nell’Ue, che domenica ha consegnato i migranti sfuggiti a un naufragio alla Marina di Tripoli. Bertaud ha confermato “quando c'è il Centro di coordiname­nto e di salvataggi­o libico che coordina,

L’impegno italiano Dodici motovedett­e ai guardacost­e locali e aiuti per riparazion­i e addestrame­nti

tutte le imbarcazio­ni devono rispettare gli ordini dei libici”. Più in generale, secondo Bertaud, “negli ultimi tre anni, nonostante un affollamen­to di navi, il Mediterran­eo è più mortale che mai per i migranti, questo perché il modello dei trafficant­i è cambiato, si è adattato a questo numero crescente di navi. Per questo vogliamo cambiare il nostro approccio e lavoriamo con i libici. Ma continuere­mo a fare il nostro lavoro: ci sono sempre tre operazioni europee attive nel Mediterran­eo”.

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Ansa In porto Corpi senza vita recuperati dalla Guardia costiera libica

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