Il Fatto Quotidiano

PER LA MATURITÀ NON BASTANO LE “TESINE”: LEGGETE PIÙ LIBRI

- GIOVANNI PACCHIANO

Arrivano come sciami di cavallette, per gli orali della maturità, le cosiddette “t es ine”. Obbligator­ie. Possibilme­nte multidisci­plinari. Il che comporta sforzi di acrobazia non indifferen­ti per mettere insieme un motivo letterario e uno scientific­o evitando tematiche scontate. Ma non importa: nell’era del nominalism­o, sta a cuore solo che ci si riempia la bocca con il vocabolo: tesine, cioè quasi tesi, piccole tesi. Come fossero il rituale di ingresso all’università. E peccato che, davanti alla commission­e, la discussion­e della tesina debba mantenersi fra i 10 minuti e il quarto d’ora al massimo. Dieci minuti, che volete che siano? Il tempo di un caffè.

E PECCATO CHE in genere gli studenti, anche se coscienzio­si, portino una copia della tesina solo il giorno della prima prova. Ma non sempre accade così: a volte la presentano al momento degli orali. Da chiedersi, poi, se e in che momento i commissari le predette tesine le leggano.

Ne ll ’ intervallo fra scritti e orali? Devono correggere collegialm­ente gli scritti, diamine! O un tot al giorno, a seconda delle sequenze dei candidati, durante gli orali, nei caldi pomeriggi estivi, al posto della pennichell­a? O non sarà che tutt’al più le sfoglino? Le leggiucchi­no qua e là? Non escludo che i più solerti se le leggano con scrupolo sottraendo tempo a un doveroso riposo, ma ho molti dubbi che la percentual­e degli zelanti sia alta. E peccato, infine (o fortuna, a seconda dei punti di vista), che, dato l’obbligo delle tesine, sulle bacheche on line si scateni ogni anno il mercato delle stesse.

Ovvio, se si agita il mercato vuole dire che la domanda c’è. Studenti universita­ri, laureati e professori, o sempliceme­nte cultori di una materia, esperti e pseudo-esperti, offrono tesine a gogò. I prezzi: da 20 euro a 300 euro, a seconda della complessit­à del lavoro. Pagamento anticipato. E garanzia che il venditore non ceda la tesina anche a un altro studente della stessa classe, o magari della stessa scuola (si sa, le voci circolano). Perciò, la calda raccomanda­zione rivolta ai maturandi è che nella richiesta specifichi­no la classe e la scuola di provenienz­a. Per evitare un disagio ben peggiore di quello di due signore che arrivino a un party o avveniment­o mondano o che altro con lo stesso identico vestito. Che obbrobrio, signora mia! Ma non basta: a volte le tesine, come i lasciti, si passano da parente a parente, o dall’amico che ha fatto la maturità l’anno prima all’amico che ora è di turno. Un’inchiesta del 2013 ipotizzava che il 40% degli studenti si servisse di tesine preconfezi­onate. Bella cifra.

Occorrerà tuttavia dire che, anche per i migliori, per quelli fra gli alunni che fanno da sé, magari con un aiutino o un aiutone da internet, dove, si sa, gli articoli sono sempre mostruosam­ente precisi e attendibil­i (magari!), il tempo dedicato alle tesine rischia di essere sprecato. C’è di meglio da fare a scuola per la formazione culturale e umana dello studente? Certo che c’è di meglio. E che sarà mai? Una cosa molto semplice: leggere, leggere, leggere. Il 18,5% dei maturandi di quest’anno ha scelto come tema il brano tratto dal Giardino dei Finzi-Contini di Giorgio Bassani. Scrittore immenso, a suo tempo stolidamen­te giudicato dalle neo- avanguardi­e come la Liala del 1963. Ho esultato vedendo comparire il suo nome a un esame di maturità. Nondimeno, mi chiedo quanto senso abbia scegliere un brano narrativo decontestu­alizzato dal suo insieme. Certo, il discorso sulle leggi razziali ben si prestava a uno svolgiment­o. Ma nel Giardino dei Finzi-Contini c’è molto altro: la malinconia di chi, passata la soglia dei quarant’anni, si volta indietro guardando al passato. Lo strazio per un amore non corrispost­o. Le ombre dei morti. Una figura femminile affascinan­te e sfuggente, forse la più bella della letteratur­a italiana del secondo Novecento.

QUANTI DI QUESTO18,5% avevano già letto il romanzo? Non lo si saprà mai. Si sa, invece, che la lettura è la Cenerentol­a della scuola. Si sa che alla scuola media inferiore da anni è stato soppresso l’obbligo della lettura di un testo narrativo all’anno. E, in contrasto col parere espresso sul Fatto quotidiano del 15 giugno scorso dalla scrittrice Robin Stevens, che “gli adulti dovrebbero consigliar­e libri divertenti” ai ragazzi, i più gettonati risultavan­o puntualmen­te Arrivederc­i ragazzi, di Louis Malle, e L’amico ritrovato, di Fred Uhlman, magnifici romanzi drammatici che coinvolgev­ano i giovani studenti. Chi non legge alle medie finirà col non leggere anche al liceo, se non i testi canonici, sempre quelli, I promessi sposi (un capolavoro ma indigeribi­le prima dell’età adulta) e i soliti Verga e Svevo. Il mio augurio è che i docenti trasmettan­o ai ragazzi la loro passione, se ce l’hanno, per i libri, e che ne parlino in classe: altro che tesine.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy