Il Colle vigila sul Copasir: no a Meloni
Ancora bloccate le commissioni di garanzia sui servizi segreti e Rai
Qualche
giorno fa i presidenti delle Camere, Roberto Fico e Maria Elisabetta Casellati, hanno interloquito con il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Argomento? Le commissioni e le giunte di garanzia destinate all’o pposizione. Cinque presidenze tra Montecitorio e Palazzo Madama da dividere tra Pd, Forza Italia, Fratelli d’Italia e Leu. La materia dell’analisi erano i principi da seguire.
VISTO che il Copasir è al centro di un conflitto che ormai va avanti dal giorno dopo le elezioni. Matteo Renzi lo vuole per uno dei suoi, Matteo Salvini non è affatto contento di lasciarlo al Pd (nella figura designata di Lorenzo Guerini) e preferirebbe che a guidarlo fosse Fratelli d’I- talia o, al limite, Forza Italia. Nel dialogo con Fico e Casellati, Mattarella ha ricordato che le commissioni vanno per legge e per prassi alle opposizioni. E che c’è anche una proporzionalità delle opposizioni. In casa Pd, questo viene interpretato come un appoggio alla loro istanza. E soprattutto, uno stop al tentativo di mettere in quel posto un esponente del partito della Meloni: non solo ha un numero di parlamentari molto minore rispetto ai Dem e agli azzurri, ma non è neanche chiaro se sia un’opposizione vera. Non solo, il Pd rivendica un diritto di scelta, in quanto primo partito d’opposizione.
L’accordo, però, non è chiuso. Forza Italia non ha ancora deciso che fare. Tanto è vero che rivendica – viceversa – di essere in Senato il primo gruppo parlamentare d’opposizione.
D’istinto punta ancora alla Vigilanza: significa anche poter dare l’ok alle nomine Rai. Tema caldo: la materia di scambio di Salvini per convincere Berlusconi a rinunciarci era la promessa di tenerlo in considerazione per i vertici di viale Mazzini. Però, dentro il partito, i pretendenti sono molti: non solo Maurizio Gasparri, ma anche Paolo Romani. Quindi, alla fine, se non si riescono a mettere d’accordo, potrebbero puntare sul Copasir per tagliare la testa al toro.
Il candidato, in quel caso, sarebbe Romani. Nel frattempo, il partito di Giorgia Meloni punta sulla Giunta delle elezioni e delle Autorizzazioni a Palazzo Madama, Leu vuole la Giunta delle elezioni a Montecitorio e Forza Italia punta anche a quella delle Autorizzazioni alla Camera per Francesco Paolo Sisto.
QUEL CHE è certo è che l’accordo ancora non c’è. Entro stasera il Pd dovrebbe indicare i suoi nomi in tutti i 5 organismi che spettano alle opposizioni: fino ad ora non l’ha fatto, per marcare il fatto che non si fida. E la cosa andrà ancora per le lunghe: in teoria la situazione si potrebbe sbloccare già giovedì, ma le previsioni sono che si vada alla prossima settimana.