Forza Italia “mangiata” dalla Lega “Se scendiamo sotto il 5% è finita”
Dopo Pontida, i berlusconiani tremano
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Forza Italia ormai è panico puro. Sul pratone di Pontida domenica scorsa si è visto, anche cromaticamente, quale sarà il futuro partito unico di centrodestra. Un mix di leghisti, ex An, ex forzisti e dirigenti locali in cerca di una nuova casa politica. Perché quella forzista ha le fondamenta marce e il tetto sfondato. L’ultimo sondaggio di Nando Pagnoncelli dà il partito di Silvio Berlusconi all’8,3% e con la Lega al 31,2. La linea Berlusconi l’ha data un paio di settimane fa: questo è il momento magico di Salvini, tutto quello che tocca diventa oro, inutile muoversi adesso, rimandiamo qualsiasi azione all’autunno. In Forza Italia però si teme di non arrivarci proprio, all’autunno. “Se continuiamo così, perdiamo un punto al mese e a novembre saremo al 3%. Ce la batteremo con Fdi. Stare fermi a guardare Salvini mangiarsi il partito è perdente in partenza”, racconta un autorevole esponente azzurro che vuole restare anonimo. Si cammina sull’orlo dell’abisso. “Se scendiamo sotto quota 5% è finita: a quel punto non si tiene più il partito e ci saranno decine di uscite”, continua l’esponente forzista. Quota 5% è considerata una sorta di Rubicone, passato il quale non si torna più indietro. La grande fuga finora non c’è stata perché la Lega ha sollevato il ponte levatoio per un preciso accordo con l’alleato Silvio, ma quanto durerà?
A PONTIDA Forza Italia non è mai stata citata da Salvini (l’unico che ha nominato Berlusconi è stato fischiato). “Male la totale assenza di un riferimento a Fi. Salvini si ricordi di non essere un uomo solo al comando”, gli ha fatto notare, timidamente, Mara Carfagna. Ma per resistere all’arrembaggio sovrani- sta, lo stato maggiore azzurro non sa che pesci pigliare.
In Parlamento si va avanti alla giornata, senza una linea e lo sbandamento incoraggia e fa deflagrare lo scontro interno. Ognuno guarda al suo orticello, senza fidarsi di nessuno. Per capire il clima è utile leggere un paio di tweet recenti di Laura Ravetto. “In un ambiente di serpi non vince chi ha il veleno più potente, ma chi ha l’antidoto più efficace. Mi sto attrezzando”, il primo. “Incredibile sentir parlare di rinnovamento in Forza Italia da coloro che dovrebbero essere rinnovati”, il secondo. Già, perché poi qualcuno evoca la “svolta”. L’ha fatto Silvio Berlusconi tre settimane fa dalle pagine del Corriere, finora senza esito. L’ha seguito An- drea Ruggieri con una lettera sul Foglio, gelato dalla freddezza del gruppo dirigente. Ma è sul territorio che si soffre di più. “La Lega ha saputo valorizzare i giovani, si è aperta alla società, per questo risulta più attrattiva”, osserva Silvia Sardone, consigliera lombarda portavoce del malcontento al Nord. “Eppure uno spazio politico oltre la Lega nel centrodestra c’è ancora. Va solo coltivato con le persone giuste”, fa notare Alessandro Cattaneo. Ma lo spauracchio di scendere sotto il 5% è lì, dietro l’angolo, a terrorizzare tutti. E alcuni tornano a pensare a un papa straniero. “Se Berlusconi non è più in grado o non ha più voglia, ci vuole qualcuno da fuori…”. Sì, ma chi?
In un ambiente di serpi non vince chi ha il veleno più potente, ma chi ha l’antidoto più efficace Mi sto attrezzando
LAURA RAVETTO