Il Fatto Quotidiano

Uber alles Insopporta­bili tedeschi: facile criticarli, difficile essere meglio

- MAURO CHIOSTRI ANTONIO MALDERA RANDALL WILKINS STEFANO CITATI ANDREA ORSINI FD’E VINCENZO IURILLO

Magnifiche le quattro atlete azzurre che dopo aver vinto la staffetta 4X400 ai Giochi del Mediterran­eo, stanno giustament­e spopolando: sono brave. Sono tutte e quattro italiane con la pelle scura e hanno sudato e per ottenere quell’oro. Di altro metallo sono le facce dei vari ministri o capi partito “sovranisti” che, pur masticando amaro, le lodano. Se fosse stato per loro, le 4 atlete azzurre non sarebbero mai state italiane. I loro nomi lo dicono senza alcun dubbio, sono originarie di altre terre, fanno parte di quella vasta umanità che ha trovato nel nostro Paese il luogo in cui vivere, hanno avuto quella possibilit­à di vita che i vari Salvini e le varie Meloni vogliono togliere a chi oggi le cerca scappando da fame e miseria. Mi domando: certa gente ce la fa la mattina a guardare la propria faccia di bronzo riflessa nello specchio senza sentire vergogna?

Perché i dem dovrebbero sostenere i cinquestel­le

Vorrei ricollegar­mi all’editoriale, lucido e intelligen­te, di Alfiero Grandi del 23 giugno, nel quale l’esponente del Comitato per la democrazia costituzio­nale, ricordando il fondamenta­le contributo dei Cinque Stelle alla vittoria referendar­ia, sottolinea come la Costituzio­ne possa rappresent­are un prezioso riferiment­o per la loro politica. Questo intervento mi sembra suggerire una prospettiv­a interessan­te e molto più costruttiv­a rispetto all’atteggiame­nto oggi dominante a sinistra. Chi si dichiara di sinistra, anziché attaccare ogni giorno i Cinque Stelle e inserirli acriticame­nte nelle stucchevol­i invettive di maniera contro il “governo fascista e delle destre”, dovrebbe incoraggia­re il Movimento e dargli la forza per far valere i propri punti di vista. Se, dopo tempo immemorabi­le, “qualcosa di sinistra” fa perlomeno capolino nella politica del Lavoro, è proprio per iniziativa del M5S. GIUSTO PER SOTTOLINEA­RE che ora la Germania sia in politica che nel calcio non ha più diritto a privilegi particolar­i, o trattament­i reverenzia­li, mi preme di far notare come sarebbe il caso di aggiornare il conteggio delle Coppe del Mondo vinte. La Germania, unificata, che ha come capitale Berlino, ha vinto solo 1 Mondiale. Gli altri 3 se li è aggiudicat­i la Germania dell’Ovest, capitale Bonn, federale, che non aveva nulla a che vedere con quella che era impropriam­ente definita democratic­a. La Germania dell’Ovest non esiste più. D’accordo che i tornei sono stati vinti dalla D eu ts ch er Fußball-Bund , ma questa prima del 1990 rappresent­ava una nazione ben diversa da quella attuale. Nazione nuova, federazion­e nuova. Così come accade quando le nazioni si dividono come Cecoslovac­chia e Yugoslavia.

Sarebbe troppo chiedervi di togliere qualche stellina dalla maglia? GENTILE RANDAL, il calcio è un gioco semplice: 22 uomini rincorrono un pallone per 90 minuti, e alla fine la Germania vince”, diceva più o meno un suo apparente (visti nome e cognome) conterrane­o, 28 anni fa in Italia durante i Mondiali. Gary Lineker ha ben condensato un leitmotiv della fase finale della Coppa del Mondo: la Germania nell’edizione italiana arrivò in semifinale per la nona volte (e poi vinse contro l’Argentina, come nel 2014). Sarebbe stata poi unificata, e la squadra viveva forse anche di quello spirito positivo governato con maestria da Helmut Kohl (di cui la Merkel è delfina e dunque “Bruto”) negli anni tumultuosi ed esaltanti della caduta del Muro, che certificav­a il fallimento di un’ideologia e il ritorno naturale all’integrità di un paese la cui forza, volontà e capacità di metterla in pratica e rea- DIRITTO DI REPLICA

Gentile Dottore Padellaro, vorrei rassicurar­la su alcune questioni sollevate dal suo articolo, apparso su Il Fatto Quotidiano del 2 luglio 2018: “Cairo, ora aiutiamo Grasso a casa sua”.

Capisco la sua suscettibi­lità (scherzando, Aldo Grasso l’ha accusata di staccare l’ennesimo “gettone di presenzial­ismo”, non gettone di presenza), ma se contiamo il numero delle volte che lei appare in tv mi sembra quasi una carezza. lizzarla aveva spaventato l’Europa e il mondo. Gli americani volevano fare della Germania un campo di patate, vietando le industrie; poi stabiliron­o che sarebbe stato eccessivo e pericolosa­mente frustrante (e poi c’erano i sovietici...). Gli americani idearono il piano Marshall e aiutarono la ricostruzi­one dell’Europa occidental­e, dunque della Germania, sfregiata e divisa, impegnata nello stesso spirito di risarcire il mondo (e soprattutt­o se stessa) del male prodotto attraverso la realizzazi­one di prodotti migliori degli altri, come migliore a lungo i tedeschi hanno voluto dimostrare di essere a costo di immense tragedie.

I tedeschi attuali sono meglio di noi, forse anche di lei. Ma veniamo a fatti più concreti. Grasso non è un mio dipendente. È uno stimato professore universita­rio che da trent’anni collabora con il Corriere della sera.

Né a lui, né ad altri mi permettere­i mai di far pervenire “i nt erv en ti dall’alto”, come lei maliziosam­ente suggerisce.

Se sbagliano, li lascio sbagliare da soli. Anche se non mi sembra questo il caso. A quanto mi risulta, Grasso negli ultimi mesi ha parlato bene di alcuni programmi de La7: Maratona Mentana, Propaganda livee Atlantide che affrontava il caso Moro e Ustica. Secondo lei, le sue osservazio­ni su Enrico Mentana, Diego Bianchi e Andrea Purgatori sono frutto di piaggeria? Sono momenti in cui, come lei scrive, “non perde occasione di tessere le lodi”? Non mi sembra proprio. Però su una cosa le do ragione. Visti gli strepitosi ascolti de La7 (l’Auditel l’ha consacrata nello scorso mese di maggio terza rete in prime time dopo Raiuno e Canale5, e nel primo Caro Orsini, prendo atto della sua cortese smentita. Con una sola aggiunta, però: non si sottovalut­i. Anche lei scrive bene, proprio come Marta Fascina. Con stima I NOSTRI ERRORI

L’omicidio del sindaco di Pollica Angelo Vassallo avvenne il 5 settembre 2010 e non 2009 come erroneamen­te pubblicato ieri. Chiedo scusa per il refuso.

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LaPresse La sconfitta Corea del Sud-Germania 2-0

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