Quei razzisti alla rovescia
Tra social e giornali
Mentre
in Spagna, ai Giochi del Mediterraneo, le ormai note quattro atlete italiane vincevano la staffetta, qui in Italia ci si passava il testimone della boiata più retorica e strumentale da confezionare per un tweet o un titolo di giornale. Del resto, circolava una foto che per potenza evocativa faceva impallidire Abebe Bikila scalzo mentre tagliava esausto il traguardo alla maratona del 1960. Una foto che raccontava una cosa pazzesca, rivoluzionaria, stupefacente: quattro italiane avevano appena vinto l’oro alla staffetta 4x400.
Epensate, ben quattro italiane con la pelle scura! Contemporaneamente! Una roba traumatizzante. Non raccoglievano pomodori, non bivaccavano sulle panchine alla stazione, non erano neppure in fila per il pocket money, ma correvano in rappresentanza del nostro paese. E la cosa era così eccezionale che delle altre 156 medaglie vinte, non è fregato una cippa a nessuno. Eppure abbiamo portato a casa ori nel pugilato, canottaggio, ginnastica ritmica, mezza maratona e pure bocce, ma evidentemente gli altri atleti erano tutti troppo pallidi per attirare l’attenzione, per diventare notizia, per rappresentare qualcosa. La staffetta 4x400, per dire, è stata vinta pure da 4 atleti maschi ma sono stati trattati come figli della schifosa. Saviano non
gli ha regalato neanche un like. Non solo. L’altra staffetta, quella 4x100, è stata vinta da altri quattro, poveri italiani di cui uno si chiama pure Eseosa Desalu ed è più nero di Usain Bolt, ma siccome la composizione fotografica 3 bianchi + 1 nero perdeva di efficacia simbolica, sono stati ignorati come un discorso di Martina all’assemblea nazionale del Pd. Sono dunque fioriti editoriali, post e pensierini su questa faccenda eccezionale, simbolo di un’Italia multiculturale e senza pregiudizi, che nel giorno della Pontida leghista, Maria Benedicta Chigbolu, Ayomide Folorunso, Raphaela Lukudo e Libania Grenot hanno vinto e mostrato la bandiera italiana. Non il permesso di soggiorno, il soprammobile a zanna d’elefante o un cesto di vimini fatto a mano, no, la b-a-n-d-i-er-a i-t-a-l-i-a-n-a. “La notizia più bella di ieri, intanto, arriva dai Giochi del Mediterraneo, non da Pontida. Vince l’Italia che non ha paura”, ha twittato Renzi, che quando si tratta di celebrare con enfasi un atleta corre più veloce dell’atleta stesso. “Orgoglio social” h a nn o scritto alcuni siti. #Primalei-taliane è stato l’hashtag più utilizzato. È stato perfino chiesto a Salvini cosa pen--
sasse di questa vittoria, come se Salvini ora dovesse essere invitato a dire la sua su qualsiasi impresa compiuta in Italia da italiani di colore o mulatti o anche solo molto abbronzati. Un pizzaiolo con origini egiziane ma nato a Nicolosi ha battuto il record della pizza più grande del mondo? Chiediamo a Salvini cosa ne pensa! Una commessa abruzzese con una nonna portoricana ha vinto Miss Arrosticino 2018? Chiediamo a Salvini cosa ne pensa! E così via, finché non gli si chiederà pure un parere sull’ultimo disco di Bello Figo. Ed è così che mentre facevamo quelli aperti, multiculturali e senza pregiudizi, celebravamo 4 atlete brave come gli altri 100 atleti che hanno vinto ori agli stessi
Giochi del Mediterraneo con un’attenzione particolare perché erano nere. Come se essere atleta nera e italiana contemporaneamente fosse ancora qualcosa di bizzarro, di eccezionale, di sovversivo. Come se Fiona May o Andrew Howe non fossero mai esistiti, tra l’altro. Come se queste ragazze fossero un fenomeno curioso, quasi circense. E allora ho pensato che non lo so se preferisco Salvini che fotografa “una risorsa” di nascosto seduto su una panchina per twittare che i profughi vengono qui ad oziare o un Renzi che twitta la foto di 4 normali cittadine e atlete italiane per raccontarci che quelle quattro sono il simbolo di qualcosa. “Io italiana nata in Italia, andata a scuola in Italia, non mi sento la risposta a nulla. È stata una strumentalizzazione, nel 2018 la mia dovrebbe essere una storia normale, ho una madre italiana e mio padre nigeriano è venuto qui 30 anni fa. Noi neanche ce ne eravamo rese conto che eravamo 4 nere, è sembrata una cosa strana a voi” ha dichiarato (grazie al cielo) una delle quattro atlete dell’oro, la Chigbolu.
E l’altra staffetta, quella del buonsenso, la vince ancora una volta lei. Perché no, queste quattro meravigliose ragazze non sono la risposta a nulla. Casomai, sono una grande domanda: ma davvero in un paese evoluto e multiculturale, un oro diventa una notizia perché è conquistato da quattro italiane con la pelle scura?
Il campionissimo Renzi è sempre il più veloce di tutti e twitta: “Vince l’Italia che non ha paura”
La staffetta, 4x100, è stata vinta da altri italiani tra cui Eseosa Desalu più nero di Bolt, ma la foto con 3 bianchi e un nero ci perdeva
Andando avanti di questo passo si finirà per chiedere a Matteo Salvini pure un parere sull’ultimo disco di Bello Figo