Salvini ridotto sul lastrico
“Bloccare 49 milioni ovunque essi siano”. Ora come campa la Lega?
■ Le motivazioni della Suprema corte sul sequestro per la truffa che ha visti condannati in primo grado Bossi e Belsito confermano la linea dei pm di Genova. Ma nel frattempo il Carroccio si è sdoppiato e le casse sono vuote
La prima vera mina per Matteo Salvini e i suoi la piazza la Corte di Cassazione: i soldi che circolano sui conti della Lega dovranno essere sequestrati anche in futuro, “ovunque e presso chiunque siano custoditi”, scrivono i giudici della suprema corte. Si riferiscono agli ormai famigerati 49 milioni di euro del Carroccio finiti sotto confisca: una scoria velenosa del processo di Genova, che ha portato alla condanna in primo grado di Umberto Bossi (2 anni e 2 mesi) e dell’ex tesoriere Francesco Belsito (4 anni e 10 mesi) per una maxi truffa sui rimborsi elettorali. La procura di Genova finora ha messo le mani su poco meno di 2 milioni e ha chiesto di poter confiscare anche i soldi che arriveranno in futuro sui conti della Lega Nord. Ad aprile la Cassazione ha dato ragione ai pm e ieri ha pubblicato le motivazioni: “L’oggetto della misura cautelare – scrivono gli ermellini – è l’esistenza di disponibilità monetarie della percipiente Lega Nord che si sono accresciute del profitto del reato, legittimando così la confisca diretta del relativo importo, ovunque e presso chiunque custodito e quindi anche di quello pervenuto sui conti e/o depositi in data successiva all’esecuzione del provvedimento genetico”. Traduzione: qualsiasi somma che circoli sui conti della Lega Nord anche dopo il 4 settembre 2017 (data in cui fu stabilita la confisca) dovrà essere sequestrata. Soldi che vanno requisiti ovunque siano, fino a raggiungere la somma dovuta: 48 milioni e 969mila euro.
PER SALVINI quel denaro nelle casse del Carroccio semplicemente non c’è più: sono stati spesi per l’attività politica del partito. “Sono fatti di dieci anni fa su soldi che io non ho mai visto”, ha detto a In Onda. Poi il grande classico (dal sapore berlusconiano): “È una sentenza politica, vogliono metterci fuori causa per via giudiziaria”.
La replica ufficiale è affidata a un comunicato dell’amministratore Giulio Centemero, non privo di ironia: “Non avendo conti segreti all’estero ma solo poche lire in cassa visti i sequestri già effettuati, sarà nostra premura portare in monetine da 10 centesimi al tribunale di Genova tutto quello che abbiamo raccolto come offerte da pensionati, studenti e operai durante il raduno di Pontida”. Centemero sottolinea che tutti i bilanci leghisti sono certificati da società esterne. E allude pure lui a un intervento “contro l’azio- ne di governo della Lega”. Ma la verità è che la exit strategy leghista dalle grane giudiziarie genovesi è iniziata molti mesi fa. E coinvolge l’intera struttura del partito.
DA DICEMBREinfatti esistono due Leghe parallele: la Lega Nord per l’indipendenza della Padania, la formazione storica fondata da Bossi, e la Lega per Salvini Premier, quella del nuovo logo bianco e blu, con il nome del leader in primo piano.
Se a Pontida i vecchi simboli e i vecchi colori sono stati sostituti (niente più verde sul palco, nelle bandiere distribuite dagli organizzatori, nei gazebo) non è solo una questione ideologica o politica. La Lega per Salvini premier è una struttura distinta da quella precedente: ha un suo statuto, un suo tesseramento, un suo codice per la raccolta del 2x1000 (D43 - mentre quello della Lega Nord è D13), un suo bilancio (il primo sarà pubblicato alla fine del 2018) e suoi gruppi parlamentari. Lo statuto è stato introdotto alla fine della passata legislatura grazie all’escamotage di una vecchia volpe dei regolamenti, il senatore Roberto Calderoli. Lo scorso novembre – a poche settimane dallo scioglimento delle Camere – l’ex ministro aveva lasciato i banchi della Lega Nord per iscriversi a quelli del Misto. E da lì ha fondato un nuovo gruppo: la “Lega per Salvini premier”, appunto.
La nascita del nuovo partito è una soluzione tagliata su misura per tutte le esigenze del nuovo capo del Carroccio.
Prima di tutto ha sancito la svolta nazionalista. Nello statuto della vecchia Lega Nord si legge ancora che “la finalità è il conseguimento dell’indipendenza della Padania”. E che la Lega “è una confedera- zione” di “Nazioni costituite a livello regionale”, ma che contempla solo le Regioni settentrionali, dall’Alto Adige fino alle Marche.
Lo statuto della Lega per Salvini invece elimina ogni riferimento alla secessione e apre il partito a ogni territorio del paese: la parola “nord” è cancellata dal testo 139 volte, la parola “Padania” 12.
LA STRUTTURA parallela dovrebbe risolvere soprattutto la questione dei soldi: il sequestro dei 48 milioni riguarda i conti della Lega Nord, non la Lega per Salvini. Che è un altro partito, un partito nuovo. Entro dicembre – ovvero a dodici mesi dall’approvazione dello statuto – il capo del Carroccio deve celebrare il congresso federale che darà definitivamente i natali alla nuova formazione politica ( anche se la convocazione, fanno sapere, “non è all’ordine del giorno”). A quel punto la Lega Nord – quella di via Bellerio, del sogno padano, delle camicie verdi e di Umberto Bossi – rimarrà un guscio vuoto. E i magistrati i soldi dovranno cercarli lì. Nel partito nessuno lo dice apertamente, per ovvi motivi. Ma ne sono convinti tutti.
Partito parallelo Entro dicembre il congresso fondativo del nuovo Carroccio “per Salvini premier”