Maestri senza laurea: il ministero li salva, ma solo per pochi mesi
Si prende tempo: a settembre tutti in classe
In
sintesi, al ministero dell’Istruzione prendono tempo: è arrivata lunedì sera, nel decreto Dignità, la prima misura per le maestre e i maestri che, dopo una decisione del Consiglio di Stato, rischiavano di perdere la cattedra e il posto in graduatoria. Una misura che si limita a far slittare il problema di quattro mesi, garantendo così il mantenimento dello status quo in attesa di un altro provvedimento che lo risolva definitivamente.
PARLIAMO dei docenti destinatari della sentenza del Consiglio di stato depositata a dicembre 2017, che ha respinto l’inserimento di 43mila maestri che hanno solo il diploma magistrale – quindi non la laurea, obbligatoria dal 2002 per insegnare – nelle Graduatorie a esaurimento, le cosiddette Gae che danno la precedenza nella conquista di una cattedra a tempo inde- terminato e che sono state appunto chiuse. Più di 7 mila, invece, quelli assunti di ruolo. Tutti, però, con riserva visto che non c’erano sentenze passate in giudicato (attese da metà luglio e che dovrebbero modellarsi su quanto stabilito dal Consiglio di stato).
“Il Ministero dovrà procedere con l’esecuzione delle sentenze di merito, che presumibilmente arriveranno fra luglio e agosto - ha scritto ieri il Miur in una nota -. Con il decreto viene esteso al caso dei diplomati magistrali quanto già previsto dal decreto legge 669/1996, che concede alle amministrazioni dello Stato di ottemperare all’esecuzione di provvedimenti giurisdizionali entro 120 giorni dalla data di comunicazione del titolo esecutivo”. Tradotto: possono passare quattro mesi prima di rendere effettive le sentenze e, intanto, per il nuovo anno scolastico i maestri possono continuare a insegnare dov’erano o occupare ancora la loro posizione. “In sede di conversione del decreto in Parlamento - spiegano poi dal ministero - sarà poi completato il quadro normativo disciplinando procedure di re- clutamento, nel rispetto della legislazione vigente”. Con la speranza che arrivi per il 2019.
CONTRARI i sindacati che parlano di una “soluzione poco dignitosa per i tanti docenti che aspettavano una risposta definitiva dal nuovo Governo” e “profondamente inadeguata (...) poiché i diplomati magistrali rimarrebbero in servizio per un breve periodo con l’angoscia di essere licenziati di lì a poco” ha detto ieri la Flc Cgil. “Una sorta di tachipirina che cura i primi sintomi e lascia avanzare la malattia - ha detto il responsabile Scuola della Uil, Pino Turi - . Una non–soluzione”.