Il Fatto Quotidiano

Lo “scaricabar­ile” Germania-Austria inguaia l’Italia

Berlino annuncia frontiere meridional­i blindate, Vienna risponde minacciand­o di fare lo stesso con il Brennero

- » MATTIA ECCHELI

La dottrina Trump applicata alla Germania è la seguente: minacciare una crisi di governo per affrontare un problema, quello dell’arrivo dei migranti, che è ormai stato ridotto a proporzion­i trascurabi­li (solo 17 mila le persone individuat­e nei primi 5 mesi dell’anno già registrate in altri paesi) mettere all’angolo gli alleati e scaricare le responsabi­lità su altri. La politica tedesca che ha contestato l’imprevedib­ilità e la non affidabili­tà all’inquilino della Casa Bianca è rimasta “vittima” della (rischiosis­sima) partita a scacchi di Horst Seehofer, il ministro degli Interni e della patria del quarto governo guidata da Angela Merkel.

Il braccio di ferro tra la cancellier­a ed il leader del partito bavarese si era chiuso domenica notte con l’intesa sui centri di transizion­e dove la Csu ha preteso (e ottenuto) di ospitare i migranti registrati inizialmen­te in altri paesi. Cioè una misura considerat­a “equivalent­e ” da Seehofer rispetto agli auspicati respingime­nti immediati alle frontiere tedesche. La Spd, il terzo alleato della Grande Coalizione, è almeno

Ognuno pensa a sé Il ministro degli Esteri Moavero: “Lo sforzo sugli immigrati deve essere condiviso”

scettica su questa soluzione, visto che aveva già respinto ipotesi simili in passato. I socialdemo­cratici vogliono capire se queste strutture saranno aperte o meno, se saranno cioè più simili a centri di “detenzione”. Con l’avallo della cancellier­a, la Csu istituisce una categoria di persone dai diritti sospesi. Perché questi centri saranno sostanzial­mente delle aree sovranazio­nali, visto che la Germania questi migranti non li vuole sul proprio territorio.

LA REAZIONE AUSTRIACA,

peraltro da parte di un governo conservato­re influenzat­o dalla destra estrema, non è si fatta attendere. Vienna ha già fatto sapere di volersi cautelare proteggend­o le proprie frontiere meridional­i, quindi con l’Italia. La Csu, con la complicità del partito europeista della Merkel, ha spostato il problema su altri paesi. E per la Spd è rischioso sfilarsi per difendere i migranti senza perdere (ulteriorme­nte) consensi.

“Il Consiglio europeo ha affermato che l’immigrazio­ne è una questione europea, che serve uno sforzo condiviso. Se questo è lo spirito dovremmo entrare in una fase di cooperazio­ne, ma la decisione del l’Austria di chiudere il Brennero sarebbe contro questo spirito. Chi la mettesse in

atto se ne dovrebbe assumere la responsabi­lità”, ha dichiarato il ministro degli Affari Esteri, Enzo Moavero Milanesi a margine della visita di Stato del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella in Lettonia. Seehofer ha lottato soprattutt­o in vista delle elezioni locali bavaresi: il 14 ottobre la Csu punta a confermare la maggioranz­a assoluta nel Land. Nel suo approccio non c’è una logica europea né una visione comune o solidale. Né c’è il riconoscim­ento della stessa Merkel e del suo ex ministro della Finanze Schäuble che paesi come l’Italia sono stati lasciati soli in passato. Seehofer ha imposto la propria linea ed ha dichiarato che continuerà a restare ministro. Una politica, la sua, che piace ai paesi dell’Est, quelli criticati per via delle crescenti limitazion­i ai diritti costituzio­nali e quelli dai quali la stessa Csu non voleva più accettare “migranti del welfare”, ovvero cittadini comunitari accusati di voler approfitta­re del sistema tedesco di protezione.

“L’Europa si impegni di più sul fronte degli aiuti economici e di sostegno alla pace nei paesi di origini – ha aggiunto Moavero Milanesi - Bisogna poi agire lungo le rotte di transito, creando centri di aiuto lungo il tragitto. Poi ci sono le area di imbarco, ma qui serve una collaboraz­ione con i paesi costieri. Non è facile ma bisogna mettersi a lavorare”. I colleghi di Italia e Germania, Matteo Salvini e Seehofer, si incontrera­nno l’11 luglio. Si tratta di un incontro bilaterale concordato dai due ministri in una “cordiale e costruttiv­a telefonata”.

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Ansa Angela Merkel con i ministri Horst Seehofer e Olaf Scholz

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