Il Fatto Quotidiano

Crac Credito Fiorentino 6 anni e 10 mesi a Verdini

L’ex parlamenta­re condannato pure in appello. In primo grado aveva preso 9 anni

- » DAVIDE VECCHI

Sei anni e dieci mesi di reclusione. La Corte d’appello ha condannato Denis Verdini per il fallimento del Credito Cooperativ­o Fiorentino, la banca per venti anni presieduta dall’ex senatore di Ala. La sentenza è arrivata in tempi record: il processo di primo grado si è concluso nel marzo 2017 con una condanna a 9 anni, pena ridotta ieri in appello. Ora toccherà alla Cassazione pronunciar­si e con ogni probabilit­à lo farà entro dicembre. Per Verdini sarà la prima sentenza definitiva dei ben cinque processi cui è stato imputato e rinviato a giudizio negli ultimi anni.

UNO È FINITO

con un’assoluzion­e, lo scorso marzo, in merito all’associazio­ne segreta P3 e una condanna a diciotto mesi per finanziame­nto illecito. Prima, nel 2014, è stato condannato a due anni con pena sospesa per concorso in corruzione n el l ’ appalto per la scuola Maresciall­i di Firenze, poi il rinvio a giudizio per l’acquisto di una palazzina a Roma in via della Stamperia e un altro per un giro di fatture false. Ma è tutto contorno. Perché la vera “ciccia”, come dicono i fiorentini per indicare le cose concrete, era tutta nell’inchiesta sul Ccf, compreso il filone sui contributi all’editoria elargiti dallo Stato alla Ste, la società editrice del Giornale di Toscana, sempre di Verdini, e per i quali la Corte d’appello ieri ha confermato in parte la condanna per truffa per i fondi ricevuti nel 2010 e 2011 e dichiarand­o prescritti quelli degli anni precedenti. Confermata, invece,

l’interdizio­ne perpetua dai pubblici uffici e soprattutt­o la bancarotta fraudolent­a. Ed è ciò che pesa maggiormen­te a Verdini.

Potentissi­mo coordinato­re regionale di Forza Italia e nazionale del Pdl, tessitore di alleanze che hanno garantito la sopravvive­nza prima dell’ultimo esecutivo di Silvio Berlusconi – inventando­si e reclutando la pat-

tuglia dei Responsabi­li – poi del governo Renzi, battezzato ideando il patto del Nazareno e in un secondo momento tenuto in vita creando il movimento Ala, Verdini ha sempre ribadito di non aver mai agito per farla fallire. Tutt’altro. All’ultima udienza si è commosso, ripetendol­o: “Ho dato tutto per la banca, mai avrei voluto farla fallire”. Rappresent­a-

va “la storia di una comunità che ho creato con forza, passione e dedizione”.

Vedere quasi in lacrime questo gigante di quasi due metri, capace di tener testa persino a leader individual­isti come Berlusconi e Renzi, in grado di garantire a due governi equilibri seppur precari ma duraturi, deve aver colpito anche i giudici. Che però hanno ribadito la bancarotta fraudolent­a. Gli avvocati Franco Coppi ed Ester Molinaro avevano chiesto l’assoluzion­e piena. A metà c’era la bancarotta semplice. È stato inutile anche ribadire che non un cliente ha perso un euro né che gli ispettori di Banca d’Italia sono intervenut­i in più

riprese nell’arco di pochi mesi senza dare al cda il tempo di intervenir­e: il Ccf è stato portato alla bancarotta fraudolent­a dall’uomo che l’ha guidato per venti anni e che, secondo i giudici, l’ha svuotato di ingenti risorse finanziare. “Ri ma ni am o stupiti e attendiamo di leggere gli snodi essenziali della sentenza”, ha commentato ieri l’avvocato Molinaro lasciando il tribunale. Le motivazion­i arriverann­o entro 90 giorni.

OLTRE A VERDINI

sono stati condannati anche gli imprendito­ri Riccardo Fusi e Roberto Bartolomei a 5 anni e 10 mesi ciascuno, con un aggravio di pena di tre mesi rispetto al primo grado. Sempre per il dissesto dell’ex Ccf condannati a 3 anni e 4 mesi Monica Manescalch­i e Leonardo Rossi. Inoltre la corte ha accolto i patteggiam­enti per l’ex direttore generale Pietro Italo Biagini a 3 anni e 10 mesi (in primo grado erano 6 anni per bancarotta fraudolent­a), con interdizio­ne temporanea dai pubblici uffici (in primo grado era perpetua), e per numerosi membri del cda e revisori dei conti, tutti a 1 anno e 8 mesi a parte Fabrizio Nucci (21 mesi).

L’unico presente in aula ad ascoltare la sentenza è stato Fusi, assistito dagli avvocati Alessandro Traversi e Sara Gennai. Anche lui ora si prepara alla Cassazione.

Mister 5 processi

A dicembre è attesa la prima sentenza definitiva per l’ex senatore di Ala

Ex presidente All’ultima udienza ha pianto, ma per i giudici fu bancarotta fraudolent­a

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Ansa L’uomo del Nazareno Denis Verdini

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