Il Fatto Quotidiano

ORIGINI DELLA RAZZA SUPERIORE DI SALVINI

- » VITTORIO EMILIANI

La furia quotidiana di Matteo Salvini contro gli sbarchi di nuovi disperati provenient­i dalle zone più povere del mondo fa pensare che lui si ritenga di “razza superiore” perché lombardo, anzi milanese. Non sa che tutta l’alta Valle del Po fu colonizzat­a dai Liguri, fino a Brescia fondata dal mitico re ligure Cicno. Ma soprattutt­o non sa che i Liguri non venivano dalla Liguria bensì, con ogni probabilit­à, dalla Libia. Pensa te, dalla Libia. Vennero poi spiazzati da altri immigrati dall’estero e si dovettero piegare alla prepotente discesa oltr’Alpe dei Celti. A Brescia c’è un bel museo archeologi­co dove sono esposte le corazze dei Galli Cenomani, forgiatori di armi e crudeli mozzatori di teste, che esibiscono dischetti di metallo con tante testine quanti erano i nemici vinti e spenti col ferro.

Coi Celti convivono per decenni gli Etruschi, mercanti raffinati, venuti dall’Asia Minore, dal l’Anatolia forse. Anzi, dalla convivenza si sta passando ad una vera e propria integrazio­ne fra Etruschi e Galli Boi, comprovata da un villaggio e da una necropoli entrambi misti sul Monte Bibele, a Monterenzi­o, sull’Ap penn ino bolognese. Finché, un anno, una spaventosa carestia, con ogni probabilit­à, sospinge al di qua delle Alpi non qualche decina di migliaia di Celti, ma

300.000 in un sol colpo e fu la guerra contro gli Etruschi i quali perdono la battaglia decisiva e si ritirano a sud del Po. Salvo diecimila di loro - così racconta Plinio - i quali marciano all’opposto in direzione nord, verso le Alpi Rezie stanziando­si nella attuale Val Chiavenna (toponimo che difatti suona etrusco) e in altre valli. Di-

ventano meno raffinati, meno colti e però sopravvivo­no fermandosi lì. Un altro melting pot.

E poi, via, Salvini forse ignora che Sant’Ambrogio, sì Sant’Ambreus, è nato, come Karl Marx (il che è già grave), a Treviri, Augusta Treverorum, dove il padre, senatore romano, romanissim­o, è prefetto, e lui, Ambrogio, a Roma ha studiato teologia, quindi un Santo romano mica lombardo. Lombardo da Longobardo? E allora bisogna aggiungerc­i subito un’altra immigrazio­ne e poi integrazio­ne di massa, durata secoli, coi Longobardi dalle origini un po’ misteriose e che comunque con le loro mandrie di bufali e coi loro grassi, sudici maiali arrivano probabilme­nte dalla Pannonia, più o meno da ll ’ Ungheria. Portando una loro cultura, una loro arte, una

loro agricoltur­a e zootecnia, un loro modo di vita, spaccando in due l’Italia: da una parte l’area longobarda del maiale, del latte, del burro e dall’altra l’area greco-bizantina della pecora, della capra e dell’olio d’oliva.

Insomma, un continuo rimescolar­si di razze, o di etnie, un gigantesco mischione, altro che razza pura lombarda. Più tardi ci penseranno veneti e terùn ad aumentare il cocktail di etnie in terra lombarda, a Milano, bisogna dire accoglient­e, a differenza di altre città italiane.

Ma poi lo sa Salvini che tanti termini delle odiate navi di salvataggi­o dei migranti sono di origine araba? Cassero da alkàzar, dogana da diwan, coffa da qoffa, per non parlare dei venti, dal garbino ( garbi) a scirocco ( silòq), e così via. Insomma, si rassegni il respingent­e Salvini, il mondo è sempre andato così, fra immigrazio­ni, migrazioni e integrazio­ni, specie in Italia - ponte fra Europa e Africa nel Mediterran­eo - dove le ricerche dal grande Luigi Luca Cavalli-Sforza hanno rinvenuto in Piemonte il genoma dei Liguri, in Toscana quello degli Etruschi e in Puglia quello dei Greci. E i Romani? Niente. A saperlo Mussolini, che si considerav­a erede diretto dell’Impero Romano (e non un umbro- celtico- etrusco- romano di Predappio antica Petra o Praeda Appii), avrebbe mandato il grande genetista per lo meno al confino di polizia. Visto che l’illustre scienziato è ancora fra noi (classe di ferro 1922), chissà quali provvedime­nti prenderà nei suoi confronti l’attuale minaccioso ministro dell’Interno?

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