ORIGINI DELLA RAZZA SUPERIORE DI SALVINI
La furia quotidiana di Matteo Salvini contro gli sbarchi di nuovi disperati provenienti dalle zone più povere del mondo fa pensare che lui si ritenga di “razza superiore” perché lombardo, anzi milanese. Non sa che tutta l’alta Valle del Po fu colonizzata dai Liguri, fino a Brescia fondata dal mitico re ligure Cicno. Ma soprattutto non sa che i Liguri non venivano dalla Liguria bensì, con ogni probabilità, dalla Libia. Pensa te, dalla Libia. Vennero poi spiazzati da altri immigrati dall’estero e si dovettero piegare alla prepotente discesa oltr’Alpe dei Celti. A Brescia c’è un bel museo archeologico dove sono esposte le corazze dei Galli Cenomani, forgiatori di armi e crudeli mozzatori di teste, che esibiscono dischetti di metallo con tante testine quanti erano i nemici vinti e spenti col ferro.
Coi Celti convivono per decenni gli Etruschi, mercanti raffinati, venuti dall’Asia Minore, dal l’Anatolia forse. Anzi, dalla convivenza si sta passando ad una vera e propria integrazione fra Etruschi e Galli Boi, comprovata da un villaggio e da una necropoli entrambi misti sul Monte Bibele, a Monterenzio, sull’Ap penn ino bolognese. Finché, un anno, una spaventosa carestia, con ogni probabilità, sospinge al di qua delle Alpi non qualche decina di migliaia di Celti, ma
300.000 in un sol colpo e fu la guerra contro gli Etruschi i quali perdono la battaglia decisiva e si ritirano a sud del Po. Salvo diecimila di loro - così racconta Plinio - i quali marciano all’opposto in direzione nord, verso le Alpi Rezie stanziandosi nella attuale Val Chiavenna (toponimo che difatti suona etrusco) e in altre valli. Di-
ventano meno raffinati, meno colti e però sopravvivono fermandosi lì. Un altro melting pot.
E poi, via, Salvini forse ignora che Sant’Ambrogio, sì Sant’Ambreus, è nato, come Karl Marx (il che è già grave), a Treviri, Augusta Treverorum, dove il padre, senatore romano, romanissimo, è prefetto, e lui, Ambrogio, a Roma ha studiato teologia, quindi un Santo romano mica lombardo. Lombardo da Longobardo? E allora bisogna aggiungerci subito un’altra immigrazione e poi integrazione di massa, durata secoli, coi Longobardi dalle origini un po’ misteriose e che comunque con le loro mandrie di bufali e coi loro grassi, sudici maiali arrivano probabilmente dalla Pannonia, più o meno da ll ’ Ungheria. Portando una loro cultura, una loro arte, una
loro agricoltura e zootecnia, un loro modo di vita, spaccando in due l’Italia: da una parte l’area longobarda del maiale, del latte, del burro e dall’altra l’area greco-bizantina della pecora, della capra e dell’olio d’oliva.
Insomma, un continuo rimescolarsi di razze, o di etnie, un gigantesco mischione, altro che razza pura lombarda. Più tardi ci penseranno veneti e terùn ad aumentare il cocktail di etnie in terra lombarda, a Milano, bisogna dire accogliente, a differenza di altre città italiane.
Ma poi lo sa Salvini che tanti termini delle odiate navi di salvataggio dei migranti sono di origine araba? Cassero da alkàzar, dogana da diwan, coffa da qoffa, per non parlare dei venti, dal garbino ( garbi) a scirocco ( silòq), e così via. Insomma, si rassegni il respingente Salvini, il mondo è sempre andato così, fra immigrazioni, migrazioni e integrazioni, specie in Italia - ponte fra Europa e Africa nel Mediterraneo - dove le ricerche dal grande Luigi Luca Cavalli-Sforza hanno rinvenuto in Piemonte il genoma dei Liguri, in Toscana quello degli Etruschi e in Puglia quello dei Greci. E i Romani? Niente. A saperlo Mussolini, che si considerava erede diretto dell’Impero Romano (e non un umbro- celtico- etrusco- romano di Predappio antica Petra o Praeda Appii), avrebbe mandato il grande genetista per lo meno al confino di polizia. Visto che l’illustre scienziato è ancora fra noi (classe di ferro 1922), chissà quali provvedimenti prenderà nei suoi confronti l’attuale minaccioso ministro dell’Interno?