Agcom, la bolletta a 28 giorni va rimborsata. Con traffico gratuito
▶NONÈUNSOGNO
mezza estate: il rimborso per chi ha subito la fatturazione a 28 giorni da parte di Tim, Fastweb, Vodafone e Wind Tre dovrà avvenire entro il 31 dicembre 2018. L'Agcom (l’Autorità garante delle comunicazioni) ha imposto ai gestori – per le sole bollette residenziali (vale a dire le linee fisse) e per le offerte convergenti (i contratti fisso-mobile) – di riconoscere i giorni erosi dal 23 giugno 2017 fino alla data in cui hanno ripristinato la fatturazione mensile. Si tratta, secondo l’ultimo Osservatorio Agcom, di 20,7 milioni di linee telefoniche fisse, di cui 11,5 milioni della Tim. Ma quanti si aspettano soldi in bolletta rimarranno delusi: il compromesso raggiunto tra il garante e i gestori è che vengano restituiti – su una o più fatture – solo i giorni illegittimamente persi: tre nei mesi con 31 giorni e due in quelli da 30. Che si trasformano, quindi, in traffico gratis sulle linee fisse. Gli utenti che sono rimasti con lo stesso operatore dal 23 giugno 2017 non devono presentare nessuna richiesta; saranno gli operatori a provvedere. Mentre i clienti che nel frattempo hanno cambiato operatore dovranno aspettare ancora qualche mese per avere i dettagli del rimborso. Si attende, infatti, l’esito dei contenziosi ancora pendenti al Tar Lazio (la cui discussione è prevista a novembre), promossi dai big telefonici per opporsi a un diverso tipo di rimborso che Agcom aveva deciso in precedenza, di tipo economico anziché in forma di giorni.
La storia del più grande inganno nel mercato della telefonia inizia tra la fine del 2016 e il 2017 quando i principali operatori hanno deciso in rapida successione di modificare la periodicità nell’invio delle bollette: da mensile a settimanale, facendo pagare ai clienti non più 12 mensilità ma 13, con un aggravio dell’8,6%. Per mettere fine alla pratica sono serviti diversi interventi dell’Agcom (che ha stoppato solo i 28 giorni sulla telefonia fissa e lo scorso aprile ha imposto il dietrofront sugli aumenti in massa comunicati dai gestori) e della politica (il decreto Fiscale dello scorso novembre ha messo fine alla fatturazione ogni 28 giorni tanto nella telefonia quanto nella pay-tv). di