Energia, così l’Authority tutela i colossi e non i consumatori
L’Ha lavorato come economista al Fondo Monetario Internazionale, e come dirigente di una multinazionale Tra il 1980 ed 1984 è stato direttore esecutivo della Banca Mondiale. Ha insegnato, all’Università di Bergamo Politica economica e Scienza delle finanze e, per due anni, Finanza alla LUIS Autorità per l’Energia (Arera) ha deliberato un aumento del costo dell’energia elettrica del 6,5% per il consumatore tipo in regime di “maggior tutela”, che è ancora la condizione della gran maggioranza delle famiglie. L’aumento potrebbe incentivare il passaggio dalla maggior tutela al mercato libero (che per legge dovrebbe essere completato entro giugno 2019). In teoria la concorrenza sul mercato libero dovrebbe portare vantaggi per i consumatori ma sembra che in molti casi avvenga il contrario perché le bollette nascondono insidie che sfuggono ad un normale utente. Il caso più rilevante è quello dei costi fissi di commercializzazione, addebitati sui contratti “liberi” per importi che possono variare da 10 sino anche a 30 euro al mese (più imposte), che non sono quasi mai menzionati nelle proposte telefoniche fatte dagli agenti delle società elettriche a caccia di nuovi clienti.
Questi costi vengono poi nascosti tra le righe dei lunghissimi testi di contratto e nascosti anche nella bolletta perché inclusi nella voce “spese per la materia energia”, termine che all’utente ignaro sembra evocare il costo diretto dei kilowattora (KWh) consumati. Chi non è un esperto non si accorgerà mai degli oneri di commercializzazione nascosti in bolletta, oltre ad altri balzelli addebitati per allacciamenti o cambiamenti di contratto. L’Arera sembra poco sensibile alla necessità di assicurare trasparenza su questo e altri aspetti della bolletta. C’è il rischio quindi che il passaggio al mercato libero determini un ulteriore aumento della bolletta media per le famiglie italiane.
Chi è
MENTRE la tutela del consumatore non è perfetta, le società elettriche sono super tutelate dall’Autorità, con incrementi di tariffe calcolati in modo da assicurare loro profitti stabili ed elevati se rapportati ai modesti rischi che ne conseguono. E infatti tutte le società di produzione elettrica hanno ottimi bilanci e buone Il costo Kilowattora dell’energia in Italia per una famiglia media. Il più elevato dell’Ue, eccetto la Germania In Francia è 16,8 centesimi, in Inghilterra 19,5. Il più basso è in Olanda (16,2 centesimi)
15 mld
Il costo degli “Oneri generali di sistema” pagati dalle bollette che servono per sussidiare le rinnovabili quotazioni in borsa.
Il costo dell’energia elettrica per una famiglia media è in Italia il più elevato in Europa, dopo la sola eccezione della Germania.
L’elevato costo dell’energia dipende in buona misura anche dal peso degli Oneri generali di sistema (Ogs), che sono soprattutto incentivi alle energie “rinnovabili”, con un costo annuo di oltre 14 miliardi di euro.
Per l’utenza domestica tipica (potenza 3kw, consumo annuo 2700 KWh) gli Ogs gravano per il 23% sul costo totale (prima delle imposte), ma se escludiamo i costi fissi (gestione del contatore, trasmissione etc) vediamo che gli accrescono il costo di ogni KWh consumato del 45% circa sino ad un consumo annuo di 1800 KWh, artigiane, che si somma al raddoppio del costo dell’e n e rg i a consumata.
I POLITICI che raccolgono voti proponendo il ricorso sempre maggiore alle energie rinnovabili si guardano bene dall’informare i cittadini sui costi conseguenti. Forse la facile demagogia potrebbe essere contenuta se i costi per sussidi alle rinnovabili ed altri Ogs dovessero essere quantificati e approvati per legge dal Parlamento. Il fatto che l’onere di coprire i costi venga invece delegato all’Autorità e annacquato nelle bollette in varie voci che sfuggono alla percezione degli utenti spiega forse perché l’Italia offra gli incentivi alle rinnovabili più alti in Europa.