“Fate lavorare il governo”
Palinsesti Il vicepresidente Mediaset usa parole dolci per il governo e rivela che gli hanno offerto il programma di Renzi: “Ci pensiamo”
Per Mediaset questo governo non è un nemico. Anche se tra i motivi che stanno dietro alla trasformazione di Rete 4 ci può essere pure quello di non incentivare il malcontento che ha gonfiato le urne elettorali di M5S e Lega, l’esecutivo giallo-verde non spaventa troppo il vertice della principale azienda televisiva privata.
MERCOLEDÌ SERA, all’Hotel Hermitage di Montecarlo si è appena conclusa la cena a seguito della presentazione dei palinsesti Mediaset per la stagione 2018/2019. Pier Silvio Berlusconi, in divisa d’ordinanza ( giacca e cravatta blu, camicia bianca, jeans e scarpe inglesi), tra una boccata e l’altra di sigaro toscano, si rilassa con i giornalisti, chiacchierando un po’ di tutto. Anche di politica.
“Sul governo Conte sospendo il giudizio, per ora ha prodotto troppo poco. Avere un governo, però, è sempre meglio che non averlo. E quando Conte ha detto di voler agire sui conflitti d’interessi, non ho pensato che ce l’avesse con noi”, afferma il vicepresidente di Mediaset. Che poi dice la sua sull’anomala alleanza giallo-verde. “Nessuno prima delle elezioni poteva aspettarsi un asse tra Lega e M5S, tanto meno io. Ora però Salvini e Di Maio sono in campo: sono giovani, hanno generato aspettative e vanno messi alla prova. Lasciamoli lavorare e vedremo cosa riusciranno a fare. Quello del leader leghista non è un tradimento al centrodestra, ma una mossa per uscire da una situazio- ne di stallo”, sostiene Pier Silvio. Una posizione ben diversa rispetto a quella di suo padre, Silvio Berlusconi, e di Forza Italia. Posizione che più si addice al suo ruolo: quello di imprenditore che non vuole inimicarsi il nuovo esecuti- vo e resta in attesa, senza esprimere giudizi avventati. Qualcuno gli chiede dell’i m mi g r a z io n e . “Salvini ha fatto bene a porre la questione al centro dell’agenda politica, perché è un problema che gli italiani sentono molto. Detto questo, trovare una soluzione non è semplice, ma non può arrivare usando toni e metodi che sembrano ancora figli della campagna elettorale”, risponde l’imprenditore.
Ecco, se deve muovere una critica all’e se cu tivo, Pier Silvio lo fa su un campo in cui lui è esperto: la comunicazione. “A volte si ha la sensazione di una rincorsa: Salvini dice una cosa, Di Maio è costretto a dirne un’altra più forte”, osserva Pier Silvio. Che in realtà una preoccupazione rispetto a ciò che si decide a Palazzo Chigi ce l’ha: il divieto delle pubblicità ai giochi online in tv contenuto nel decreto Dignità. “Vedremo se sarà totale o parzia- le. Nel caso ci adegueremo”, dice il vicepresidente del Biscione.
POI SULL’ESIGENZAdi “avere una Netflix italiana”, come dice Di Maio, osserva: “La prendo come stimolo all’innovazione. Ma che la tv generalista sia morta lo sento dire dal 1998”. Berlusconi jr dedica un passaggio anche a Matteo Renzi, che potrebbe realizzare documentari su Firenze. “Ci hanno contattato e noi siamo interessati”, rivela.
Il vicepresidente Mediaset in questi giorni si sta godendo il successo della scommessa vinta sui Mondiali di calcio in Russia. Che, oltre a far schizzare in alto lo share (tra il 30 e il 40%), hanno prodotto un balzo nella raccolta pubblicitaria: più 2% nei primi sei mesi del 2018, trainati dalla doppia cifra di questi primi giorni di luglio (più 20%).
Quando il premier Conte ha detto di voler agire sui conflitti d’interesse, non ho pensato che ce l’avesse con noi Immigrazione? Salvini ha fatto bene a porre la questione, perché è un problema che gli italiani sentono