Il Fatto Quotidiano

“Fate lavorare il governo”

Palinsesti Il vicepresid­ente Mediaset usa parole dolci per il governo e rivela che gli hanno offerto il programma di Renzi: “Ci pensiamo”

- » GIANLUCA ROSELLI

Per Mediaset questo governo non è un nemico. Anche se tra i motivi che stanno dietro alla trasformaz­ione di Rete 4 ci può essere pure quello di non incentivar­e il malcontent­o che ha gonfiato le urne elettorali di M5S e Lega, l’esecutivo giallo-verde non spaventa troppo il vertice della principale azienda televisiva privata.

MERCOLEDÌ SERA, all’Hotel Hermitage di Montecarlo si è appena conclusa la cena a seguito della presentazi­one dei palinsesti Mediaset per la stagione 2018/2019. Pier Silvio Berlusconi, in divisa d’ordinanza ( giacca e cravatta blu, camicia bianca, jeans e scarpe inglesi), tra una boccata e l’altra di sigaro toscano, si rilassa con i giornalist­i, chiacchier­ando un po’ di tutto. Anche di politica.

“Sul governo Conte sospendo il giudizio, per ora ha prodotto troppo poco. Avere un governo, però, è sempre meglio che non averlo. E quando Conte ha detto di voler agire sui conflitti d’interessi, non ho pensato che ce l’avesse con noi”, afferma il vicepresid­ente di Mediaset. Che poi dice la sua sull’anomala alleanza giallo-verde. “Nessuno prima delle elezioni poteva aspettarsi un asse tra Lega e M5S, tanto meno io. Ora però Salvini e Di Maio sono in campo: sono giovani, hanno generato aspettativ­e e vanno messi alla prova. Lasciamoli lavorare e vedremo cosa riuscirann­o a fare. Quello del leader leghista non è un tradimento al centrodest­ra, ma una mossa per uscire da una situazio- ne di stallo”, sostiene Pier Silvio. Una posizione ben diversa rispetto a quella di suo padre, Silvio Berlusconi, e di Forza Italia. Posizione che più si addice al suo ruolo: quello di imprendito­re che non vuole inimicarsi il nuovo esecuti- vo e resta in attesa, senza esprimere giudizi avventati. Qualcuno gli chiede dell’i m mi g r a z io n e . “Salvini ha fatto bene a porre la questione al centro dell’agenda politica, perché è un problema che gli italiani sentono molto. Detto questo, trovare una soluzione non è semplice, ma non può arrivare usando toni e metodi che sembrano ancora figli della campagna elettorale”, risponde l’imprendito­re.

Ecco, se deve muovere una critica all’e se cu tivo, Pier Silvio lo fa su un campo in cui lui è esperto: la comunicazi­one. “A volte si ha la sensazione di una rincorsa: Salvini dice una cosa, Di Maio è costretto a dirne un’altra più forte”, osserva Pier Silvio. Che in realtà una preoccupaz­ione rispetto a ciò che si decide a Palazzo Chigi ce l’ha: il divieto delle pubblicità ai giochi online in tv contenuto nel decreto Dignità. “Vedremo se sarà totale o parzia- le. Nel caso ci adegueremo”, dice il vicepresid­ente del Biscione.

POI SULL’ESIGENZAdi “avere una Netflix italiana”, come dice Di Maio, osserva: “La prendo come stimolo all’innovazion­e. Ma che la tv generalist­a sia morta lo sento dire dal 1998”. Berlusconi jr dedica un passaggio anche a Matteo Renzi, che potrebbe realizzare documentar­i su Firenze. “Ci hanno contattato e noi siamo interessat­i”, rivela.

Il vicepresid­ente Mediaset in questi giorni si sta godendo il successo della scommessa vinta sui Mondiali di calcio in Russia. Che, oltre a far schizzare in alto lo share (tra il 30 e il 40%), hanno prodotto un balzo nella raccolta pubblicita­ria: più 2% nei primi sei mesi del 2018, trainati dalla doppia cifra di questi primi giorni di luglio (più 20%).

Quando il premier Conte ha detto di voler agire sui conflitti d’interesse, non ho pensato che ce l’avesse con noi Immigrazio­ne? Salvini ha fatto bene a porre la questione, perché è un problema che gli italiani sentono

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